grant economics
Espressione inglese introdotta, all’inizio degli anni 1970, da K.E. Boulding per indicare la branca dell’economia che si occupa del sistema dei trasferimenti unilaterali, quale indispensabile integrazione dell’analisi economica, fino ad allora riduttivamente concepita come studio del solo scambio. L’oggetto della g. e. (caratterizzata anch’essa dal fenomeno della scarsità) è rappresentato da quelle transazioni, divenute sempre più rilevanti e frequenti negli attuali sistemi economici, nelle quali una parte corrisponde a un’altra beni o servizi senza ricevere alcun valore economico in cambio (non si escludono, tuttavia, ritorni in termini di beni non economici). Dal punto di vista contabile, tali transazioni comportano una redistribuzione, tra le parti interessate, della ricchezza netta (mentre questa rimane invariata nello scambio di un bene o servizio contro un valore economico ritenuto, nella contrattazione, equivalente). Una rilevanza particolare assumono quei trasferimenti unilaterali in cui almeno uno dei contraenti sia un’autorità pubblica, dotata di potere coercitivo: le imposte, i sussidi, le pensioni sociali, gli stanziamenti del governo centrale per le amministrazioni locali ecc., rientrano nell’ambito della cosiddetta public grant economics.