GRANVILLE, Granville George Leveson-Gower, 2° conte
Uomo di stato, nato a Londra l'11 maggio 1815, morto ivi il 31 marzo 1891. Fu a Parigi addetto all'ambasciata inglese, della quale era titolare suo padre; e tornato a Londra (1836), fu eletto membro del parlamento per Morpeth e poi per Lichfield schierandosi nel partito whig. Fu per qualche tempo sottosegretario di stato per gli Affari esteri nel gabinetto Melbourne, e alla morte di suo padre (1846) gli succedette alla Camera dei Lord. Vicepresidente del Board of Trade nel 1848, partecipò quindi ai lavori della commissione per l'esposlzione del 1851. Alla caduta del gabinetto Palmerston (24 dicembre 1851), a cui succedette lord J. Russell, il G. ebbe il portafoglio degli Affari esteri, e un atto notevole del suo ministero fu quello di assumere la difesa degli esuli, specialinente italiani, contro le pretese delle potenze continentali che desideravano fossero espulsi dal territorio inglese. Presidente del consiglio privato nel gabinetto Aberdeen, coprì la stessa carica nel 1855 in quello Palmerston. Nel 1856, dopo avere assistito all'incoronazione dello zar Alessandro II in qualità di ambasciatore straordinario, fu nominato cancelliere dell'università di Londra, carica che ricopri per 35 anni, e durante la quale propugnò l'ammissione delle donne ai corsi universitarî. Nel giugno del 1859 il G. tornò presidente del consiglio col Palmerston, e tenne quella carica qualche mese dopo la morte del grande uomo di stato (1865). Nel 1869, durante il primo gabinetto Gladstone, fu segretario di stato per le Colonie, e morto (27 giugno 1870) lord Clarendon, gli succedette come ministro degli Esteri. Dimessosi nel 1874, allo spirare del governo Disraeli nel 1880 il G. riassunse quella carica, che tenne fino al 1885. L'opera del G., come ministro degli Affari esteri, fu oggetto di aspre critiche, poiché gli fu rimproverato di mancare d'energia, e talvolta di acume politico, nelle competizioni con le varie potenze. Ministro delle Colonie nel breve gabinetto Gladstone del 1886, si ritirò da allora in poi a vita privata.
Bibl.: Fitzmaurice, Life of lord G., Londra 1905, voll. 2.