GRAPPA (dal germ. krappa; fr. grappe; sp. grapa; ted. Krampe; ingl. clamp)
È così detta ogni spranghetta di metallo (per solito di ferro) ripiegata agli estremi, che serve a collegare conci di pietra, legnami, ecc., oppure a fissare ai muri rivestimenti di pietra o di marmo o telai di porte e finestre.
Le architetture orientali non usarono, o solo scarsamente, questo modo di collegamento; in ogni caso lo adoperarono nei muri e non nelle vòlte, e non ricorsero che a tasselli di legno foggiati a coda di rondine. L'architettura minoico-micenea usò, come l'egiziana, il legno e inoltre collegò ai muri le lastre decorative mediante grappe di bronzo, a quel che pare senza fissarle. I Greci adoperarono grappe di bronzo e di ferro di varie forme: dapprima a Z, poi a doppio T lunghe e sottili, in seguito tozze e spesse, e infine, nell'epoca ellenistico-romana, a C e a doppia coda di rondine. Fino all'età classica si praticò nelle pietre un incavo il più esattamente possibile della forma della grappa; in seguito si lasciò alla superficie un vuoto più grande, talvolta con dei canaletti per colarvi dall'esterno il piombo. Queste giunzioni si facevano tra conci dello stesso filare; lo scorrimento tra filari sovrapposti era impedito da caviglie di metallo o di legno.
I Romani usarono largamente grappe di ferro del modello di quelle greche, fissandole col piombo (Vitr., II, 8); ma non abbandonarono l'uso delle grappe di legno. Ad esempio, la solidità strutturale del muro di recinzione del Foro d'Augusto, che raggiunge un'altezza notevole, si deve anche alle grappe di quercia a doppia coda di rondine che, perfettamente formate e aggiustate, congiungono con rigorosa esattezza i conci di peperino di cui il muro è formato. I collegamenti metallici, caduti in disuso nel periodo romanico, furono ripresi nell'architettura gotica. Nella chiesa di Notre-Dame a Parigi, p. es., vi sono ogni tanto filari di conci collegati con grappe di ferro impiombate.
Nella tecnica moderna le grappe si fanno per lo più di ferro piatto e hanno diverse forme a seconda del loro ufficio.
Per il legno si usano grappe con gli estremi piegati e appuntiti, dette grappe a punte, oppure con gli estremi piegati due volte a squadra e muniti di due fori per i chiodi o le viti, grappe ad alie; per le murature le grappe da ingessare con gli estremi piegati foggiati ad uncino; per i conci di pietra le grappe da impiombare, con le alie ad uncino, come le precedenti, oppure con gli estremi armati di punte o ingrossati in modo da rendere più difficile l'estrazione.
Per collegare a pari due pietre si usa inoltre la grappa a doppia coda di rondine, sostituita spesso, quando deve restare in vista, come nelle lastre di copertura delle balaustrate, con tasselli di pietra i quali 1rantengono la stessa forma oppure assumono svariati profili, prendendo un carattere decorativo.
Per introdurre le grappe si praticano fori allargantisi verso l'interno. Le grappe si fissano con cemento, meglio che con gesso, e con piombo, zolfo o mastici di limatura di ferro.