ANTEGNATI, Graziadio
Nacque a Brescia nel 1525, figlio di Giovanni Battista. Fu stimato il più esatto e perfetto organaro del suo tempo ed è, insieme con il figlio Costanzo, il più illustre rappresentante della sua famiglia. Mancano notizie dei suoi primi anni, ma il numero e l'importanza degli organi da lui costruiti nella maturità giustificano l'onorificenza che egli ebbe di "cavaliere dell'organo" Il primo organo a lui attribuito è quello della cattedrale di Chiari, che sostituì, sembra, un precedente strumento di Leonardo Leuber (o Lauber). Fra il 1564 e il 1566 costruì gli organi della basilica di S. Maria Maggiore a Bergamo e il 27 maggio 1566 stipulò il contratto per un organo nella chiesa di S. Spirito nella stessa città (pubblicato da G. Serassi - citato dal Bontempelli - con alcune note), dal quale. si rileva la grande cura dell'A. per la parte fonica, per la perfetta accordatura e anche per l'estetica delle canne. Nel 1565 l'A. fu scelto dal duca Guglielmo Gonzaga per la costruzione dell'organo della chiesa ducale di S. Barbara a Mantova, lavoro che l'A. intraprese con l'assistenza del suo amico Girolamo d'Urbino (Cavazzoni), organista del duomo, il quale lo valutò poi seicento ducati. Anche per quest'organo sono preziose le notizie tratte da alcune lettere di Girolamo e dell'A. al duca di Mantova (3 luglio e 22 ag. 1565; 17 dic. 1566), indicanti la sua serietà professionale, il desiderio della perfezione dell'opera sua e la cura perché, dopo la sua partenza, l'organo non fosse "manegiato da persona indegna di tale opera". Nel 1570 l'A. si ammalò, e il 29 novembre inviava al duca una lettera per informarlo dell'arrivo, in sua vece, del figlio Costanzo, appena ventenne, per dare una nuova riveduta allo strumento di S. Barbara, che diceva aveme grande bisogno dopo "gli strepiti di quelle fabbriche". Da questa data, infatti, ha inizio la preziosa collaborazione tra padre e figlio per le altre pregevoli opere dell'A.: gli organi della cattedrale di Asola (1573-75), della chiesa di S. Giuseppe a Brescia (1581) e della Collegiata (SS. Pietro Paolo e S. Stefano) di Bellinzona (1584-86).
Per l'organo di Asola, solo nel 1597 (venticinque anni dopo la costruzione), furono necessari alcuni restauri, eseguiti da certi fratelli Moroni, organari bresciani; circa due secoli dopo, vennero aggiunti nuovi registri e furono apportate modifiche alla meccanica, ma l'organaro bresciano Giovanni Doria nel 1763 informava i reggitori della Fabbrica di aver fatto del suo meglio per ridurlo "a quello stato di perfezione che veramente merita il detto organo".
Quanto all'organo di S. Giuseppe a Brescia, esso conserva ancora nella facciata la disposizione originale a sette campate; nel 1956 è stato restaurato dall'organaro Armando Maccarmelli sotto la guida dell'organologo Luigi Ferdinando Tagliavini, del gruppo musicale "G. Frescobaldi" di Brescia.
All'A. è anche attribuito l'organo della chiesa di Antegnate, che si vuole sia stato di 8 piedi (circa m. 2,56).
È ignota la data di morte dell'A., ma il suo testamento (nell'Archivio Notarile di Brescia, Rogiti di Giovanni Tebaldini), datato 3 luglio 1590, fa supporre che egli morisse poco dopo.
Bibl.: P. Canal, Della musica in Mantova, Mantova 1881, p. 52; D. Muoni, Gli A. organari insigni, in Arch. stor. lombardo, X(1883), pp. 204-206; A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga dal secolo XV al XVIII, Milano s. d. [ma 1890], p. 37 s.; A. Valentini, I musicisti bresciani e il Teatro Grande, Brescia 1894, p 11; P. Guerrini, Un glorioso artigianato bresciano. La bottega organaria degli Antegnati, in Boll. del Consiglio e Ufficio Prov. dell'Econ. di Brescia, X (1930), n. 10, p. 289; Id., Per la storia della musica in Brescia. Frammenti e documenti inediti, in Note d'Arch. per la Storia musicale, XI (1934), n. 1, p. 4 ss.; E. Bontempelli, Storia dell'arte organaria ed organistica italiana, in M. E.Bossi. Il compositore - L'organista - L'uomo - L'organo in Italia, a cura di G. C. Paribeni, L. Orsini e E. B., Milano 1934, p. 166 s.; C. Antegnati, L'Arte organica... op. XVI (Brescia 1608), a cura di R. Lunelli, Mainz 1958, p. 42 (ediz. critica in italiano e tedesco, con ricca bibl. italiana e tedesca).