GRAZIANO da Brescia
Nato a Brescia verso la metà del XV secolo, la prima notizia su di lui è, probabilmente, quella che, con il nome di "frater Gratius de Brixia", lo registra come presente già il 30 genn. 1467 tra i primi e più degni religiosi del convento di S. Francesco di Brescia, appartenente ai francescani conventuali.
In data ignota, ma posteriore al 1467, si laureò in teologia; negli anni 1479-81 e 1483-84 fu lector regens dello Studio francescano del convento di S. Francesco di Bologna, dove espose varie sezioni del commento di Duns Scoto ai Libri Sententiarum di Pietro Lombardo. Membro del Collegio teologico dello Studio bolognese, il 30 luglio 1480 fu presente alla laurea in teologia del fiorentino Ferdinando de Pucettis e il 19 ag. 1484 a quella in artibus di Ioannes Cellas di Saragozza. Nel maggio 1482 è di nuovo a Brescia, come appare dalla lettera con cui dedica al minister generalis Francesco Sansone lo Scriptum super librum ethicorum di Gerardo Odone, in edizione da lui curata ed emendata nonostante - così egli si esprime - "Bononiae publica theologiae lectione districti essemus" (Scriptum super librum ethicorum editum a fratre Geraldo Odonis de Ordine fratrum minorum magistro in theologia, nel colophon: Impressa Brixie ad expensas Sp. domini Bonifacii de Manerva, 1482). Nel triennio 1489-91 e probabilmente anche in quello 1492-94 fu lector regens nel convento di S. Antonio a Padova, continuando a esporre il commento di Scoto ai Libri Sententiarum. Anzi, in questo periodo l'Ordine affidò a lui, come a scotista affermato, la pubblicazione di un importante gruppo di scritti del Doctor subtilis: dei quattro tomi delle Quaestiones in quattuor libros Sententiarum cum textu Petri Lombardi (Venezia, Bernardino da Novara, 1490) e di un volume contenente le Quaestiones quodlibetales e il Tractatus de primo principio (ibid. 1490).
Alla prima pubblicazione G. unì una Tabula generalis di tutte le opere di Scoto e una breve Sententiarum interpretatio a commento del Prologus del libro di Pietro Lombardo. è in questi stessi anni che, in aiuto alla battaglia iniziata da Bernardino da Feltre in favore dell'istituzione dei Monti di pietà, scrisse un parere a favore dell'istituzione dei Monti a Perugia e a Mantova, il De mutui datione Communitatis Perusine ac Communitatis Mantuane, che fu pubblicato da Giovanni Nanni (Annio da Viterbo) in una raccolta di pareri favorevoli a quelle istituzioni e tesi a dimostrare, contro altri teologi, il carattere assolutamente non usurario delle iniziative (Iohannis Annii Viterbiensis Quaestiones super mutuo Iudaico et civili et divino, Venezia, G. Tacuino, s.d. [ma dopo il 1492], cc. b7v-b8r).
Negli anni 1501-03 G. si trasferì a Carpi su invito del principe Alberto Pio, che lo provvide anche di un benefizio a Novi. Nella piccola capitale dei Pio, probabilmente tra le mura del convento osservante di S. Niccolò, proseguì con successo le sue lezioni sul commento scotista ai Libri Sententiarum: vi assistevano, verosimilmente, oltre al dotto principe, anche l'altro professore di filosofia assoldato dal Pio, lo spagnolo Giovanni Montesdoca, e Paolo Pisotti da Parma, che sarà poi eletto generale dell'Ordine francescano nel 1529.
Nel maggio 1506 G. risulta già morto, come si rileva dalla lettera dedicatoria del Montesdoca ad Alberto Pio premessa all'edizione postuma delle lezioni di G. sul secondo libro del commento di Scoto, la Lectura excellentissimi sacre theologie magistri Gratiani Brixiensis Ordinis minorum in secundo libro Sententiarum Scoti (nel colophon: Carpi impensis eximii physici ac medici magistri Alberti Butri Carpensis per Benedictum Dulcibellum Carpensem impressorem elegantissimum, 1506).
Opere. Oltre agli scritti sopra citati, rimangono di G. larghi frammenti di uno Scriptum sul I e II libro del commento di Scoto alle Sentenze conservati nel cod. Vat. lat. 1107 della Biblioteca apost. Vaticana. Tra questi le sezioni del commento al secondo libro appaiono in redazione sicuramente diversa dalla Lectura in secundo libro Sententiarum Scoti stampata nel 1506, che forse è frutto di una posteriore e più matura risistemazione. Sono perdute due Lecturae in tertio et quarto libro Sententiarum Scoti e un Quodlibet, che lo stampatore Benedetto Dolcibello nel colophon dell'edizione citata prometteva di pubblicare quanto prima: "reliquum in III e IV et Quolibet eiusdem auctoris propemodum expecta". Un manoscritto cartaceo di una Lectura in quartum Sententiarum ora perduta - cioè evidentemente, come sempre, un commento a Scoto e non semplicemente alle Sentenze del Lombardo - sopravviveva ancora nella seconda metà del XVI secolo nella biblioteca del cardinale Rodolfo Pio. Piccole annotazioni autografe di carattere autobiografico sono nei fogli di guardia di un manoscritto una volta appartenuto a G., l'Ottoboniano lat. 476 della Biblioteca apost. Vaticana, contenente il commento di Scoto al quarto libro delle Sentenze.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Brescia, S. Francesco, Istromenti anni 1458-1508, c. 36v; Arch. di Stato di Modena, Cancelleria, Estero, Carteggio principi Pio di Carpi, b. 1439/I, f. 15 (lettera del Pio al card. Ippolito d'Este); Bologna, Bibl. comunale dell'Archiginnasio, Mss., A.492: Libri giornali di entrata e spesa del convento dei frati minori conventuali di S. Francesco di Bologna, III, pp. 129, 131, 167, 175; G. Brotto - G. Zonta, La facoltà teologica dell'Università di Padova, I, Padova 1922, pp. 181 s.; G. Mercati, Codici latini Pico Grimani Pio, Città del Vaticano 1938, pp. 49-51; E. Wegerich, Bio-bibliographische Notizen über Franziskanerlehrer des 15. Jahrhunderts, in Franziskanische Studien, XXIX (1942), pp. 154-156; C. Piana, Lettera inedita di s. Bernardino da Siena ed altra corrispondenza per la storia del pulpito di S. Petronio a Bologna nel '400, in Archivum Franciscanum historicum, XLVII (1954), p. 82; V. Doucet, Commentaires sur les Sentences. Supplément au répertoire de M. Fréderic Stegmüller, ibid., p. 119; S. Offelli, Il pensiero del concilio Lateranense V sulla dimostrabilità razionale dell'immortalità dell'anima umana, in Studia Patavina, I (1954), pp. 7-40; II (1955), pp. 3-17; C. Piana, Gli statuti per la riforma dello Studio di Parigi (a. 1502) e statuti posteriori, in Archivum Franciscanum historicum, LII (1959), pp. 298 s.; Id., Ricerche su le Università di Bologna e di Parma nel secolo XV, Quaracchi 1963, pp. 61, 67, 151, 243, 274; Id., Nuove ricerche su le Università di Bologna e di Parma, ibid. 1966, pp. 220 s.; A. Poppi, Il contributo dei formalisti padovani al problema delle distinzioni, in Problemi e figure della scuola scotista del Santo, Padova 1966, pp. 663-668; Id., Per una storia della cultura nel convento del Santo dal XIII al XIX secolo, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova, III (1970), p. 13; L. Balsamo, Alberto Pio e Aldo Manuzio, in Società, politica e cultura a Carpi ai tempi di Alberto III Pio. Atti del Convegno internazionale, Carpi, … 1978, I, Padova 1981, pp. 160-163; C.B. Schmitt, Alberto Pio and the Aristotelian studies, ibid., pp. 50-52.