GRECIA (XVII, p. 784)
Variazioni amministrative (p. 790). Il numero delle provincie (νομοί) è salito a 38, essendo stata divisa in due (Acaia con 3500,5 kmq. e 190.422 ab., 54 per kmq. nel 1928; Elide con 1847,5 kmq. e 130.201 ab., 70 per kmq.), quella di Acaia nel Peloponneso, e creata in Macedonia la nuova provincia di Kilkís (2407 kmq. con 73.139 ab., 31 per kmq.), a spese soprattutto di quella di Salonicco (6372,6 kmq., con 472.023 abit., 74 per kmq.). In conseguenza di ciò si sono avute piccole variazioni anche nelle provincie seguenti:
Popolazione (p. 790). - I calcoli dànno, per il totale del regno, 6.746.020 ab. al 21 dicembre 1934 (51,81 per kmq.) e 6.840.000 al 31 dicembre 1935 (52,61 per kmq.). L'aumento naturale della popolazione, che fino a qualche anno fa poneva la Grecia al primo posto in Europa dopo l'U.R.S.S., ha oscillato sensibilmente da un anno all'altro, come appare dai seguenti indici (‰):
L'emigrazione transoceanica si è ridotta a cifre quasi trascurabili: da 9710 individui nel 1930 a meno di 2500 nel 1934 e a poco più di 3000 nel 1935, per la maggior parte diretti agli Stati Uniti.
Condizioni economiche (p. 796). - Grandi lavori sono stati intrapresi e in massima parte compiuti, per la bonifica dei territorî della Macedonia orientale lungo i bassi corsi del Vardar (Salonicco) e dello Struma (Sérrai-Drama). I lavori interessano un comprensorio di oltre mezzo milione di ettari, dei quali poco meno della metà rappresentano nuove superficie coltivabili. In pari tempo è stata completata la costruzione di un lago artificiale a Maratona (2,4 milioni di mq. e 42 milioni di mc.) per l'alimentazione idrica della capitale che, dopo la sistemazione dei rifugiati dall'Asia Minore, costituisce, col Pireo ed i sobborghi, un agglomerato urbano di oltre un milione di abitanti.
Notevole è stato il progresso realizzato negli ultimi anni nel settore agricolo; si dànno per confronto i dati più recenti comparati con la media degli anni 1930-34.
La produzione di vino è salita a 3,6 milioni di hl. nel 1932, e a 4,7 milioni nel 1936; quella dell'olio da 1,3 milioni di quintali del 1933 si è contratta a 0,9 milioni nel 1936. La consistenza del patrimonio zootecnico (p. 797) nel 1935 (in migliaia di capi) era: ovini 8185; caprini 5286; bovini 957; suini 624; asini e muli 556; cavalli 361; conigli 562 (1933); pollame 11.502 (1933)
Commercio (p. 798). - Persiste e s'accentua nei traffici con l'estero il forte sbilancio fra importazioni ed esportazioni, che ha sempre caratterizzato l'economia del paese:
Marina mercantile (p. 799). - La marina greca al 30 giugno 1937 era costituita da 613 navi per 1.855.000 tonn. lorde (Lloyd's Register, ediz. 1937-1938) in confronto a 895.000 tonn. nel 1925. Naviglio quasi tutto a vapore: 587 navi per tonn. 1.842.336; le motonavi costituiscono una cifra insignificante: 13.099 tonn.; ossia 0,7%, in confronto al tonnellaggio complessivo, mentre la quota mondiale ascende al 20,7%. La caratteristica di questa flotta continua ad essere costituita dall'altissima proporzione del naviglio da carico-e dall'età assai elevata; il tonnellaggio greco di età inferiore a 5 anni, in confronto alla propria consistenza globale, è soltanto dell'i %. In cifra assoluta si può dire che ben 472.974 tonn. sotto bandiera ellenica contano 20 e più anni di età; ben 723.144 ne contano 25 e più. Ma è da notare che circa 15 navi per 92 mila tonnellate lorde sono in costruzione in varî cantieri esteri, per conto di armatori ellenici.
Nel 1936 gl'introiti del naviglio da carico sono ascesi a 9 milioni di sterline in confronto a 7.749.022 nel 1936. Il tradizionale spirito di iniziativa dell'armamento ellenico persiste malgrado le difficoltà. È stato ripreso il progetto di istituire una società di assicurazione nazionale; forti ostilità sollevano gli schemi di noli minimi attuati da una parte dell'armamento internazionale, ed ai quali i Greci avevano già aderito. Nel 1936 il governo greco ha costituito un sottosegretariato per la marina mercantile, virtualmente indipendente dal Ministero della marina, che ha cominciato ad attuare uno schema di legislazione sociale. Nello stesso anno sono state chieste offerte per l'assunzione di una linea passeggeri Pireo-New-York che dovrebbe essere sovvenzionata.
Aviazione civile (p. 799). - Dipende dal Ministero dell'aria (3ª sezione della direzione generale, servizio dell'aviazione civile). È stato creato, allo scopo di provvedere alla propaganda aeronautica nella nazione, l'Aeroclub di Grecia. Sotto gli auspici della "Lega dell'aria" sono state create sezioni in Atene, Salonicco, Giannina, Larissa e Corfù. Aeroporti civili terrestri sono ad Atene (Tatoi), Salonicco (Sédes) e Giannina; idroscali civili ad Atene (Falero), Salonicco (Mikrá), Corfù, Patrasso, Mirabello (Hágios Nikólaos, Creta), Hērákleion (Creta), Mitilene, Syros.
Ordimamento.
Ordinamento costituzionale (p. 799). - Con l'avvento del governo militare salito al potere il 10 ottobre 1935, il regime repubblicano fu rovesciato. Il plebiscito del 3 novembre successivo decise il richiamo del re Giorgio II (della casa Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg), e il ripristino della costituzione monarchica del 1911. Questa è però ora in via di trasformazione. Il 4 agosto 1936 il capo del governo, Giovanni Metaxas, d'accordo col sovrano, sciolse la Camera e proclamò la legge marziale, instaurando un regime dittatoriale.
Ordinamento ecclesiastico (p. 799). - La gerarchia per i cattolici di rito latino comprende l'arcivescovato immediatamente soggetto di Atene (metropolitana latina, 1205; ristabilita come arcivescovato, 1875), e le provincie ecclesiastiche di Corfù (1310), con Zante (1212) e Cefalonia (sec. XIII; le tre sedi unite nel 1919), di Nasso (sec. XIII; metropolitana, 1522) con Andro (?), Tino (sec. IX) e Micono (1400; le 4 sedi unite nel 1919) e suffraganei: Sira (sec. XIII), con l'amministrazione di Milo, Santorino (1204), Scio o Chio (sec. XIII). La diocesi di Candia (metropolitana, 1213; ristabilita come vescovato, 1874) è suffraganea di Smirne. L'arcivescovo di Atene ha l'amministrazione del vicariato apostolico di Salonicco (1926).
Forze armate. - Esercito (p. 800). - L'esercito greco è attualmente su 4 corpi d'armata, 10 divisioni di fanteria di corpo d'armata, 3 divisioni di fanteria autonome e 1 divisione di cavalleria. Complessivamente la fanteria ammonta a 26 reggimenti (su 2 battaglioni di 3 compagnie fucilieri ed 1 mitraglieri ciascuno). 7 battaglioni autonomi, 2 reggimenti e 2 battaglioni autonomi di eúzonoi. La cavalleria conta 5 reggimenti, su due mezzi reggimenti, ciascuno di 2 squadroni cavalieri e 1 gruppo mitragliatrici. L'artiglieria: 2 reggimenti di artiglieria da campagna, 2 reggimenti e 2 gruppi autonomi di artiglieria pesante e 8 reggimenti e 3 gruppi autonomi d' artiglieria da montagna. Il genio: 2 reggimenti zappatori, 1 reggimento e 1 battaglione autonomo telegrafisti, 1 reggimento ferrovieri, 1 battaglione pontieri ed 1 squadrone del genio a cavallo.
Marina militare (p. 800). - Sono stati ordinati in Inghilterra: 4 cacciatorpediniere da 1350 tonn. e 35 nodi, armati con 4/127 e 2 tubi di lancio quadrupli da 533, autonomia 6000 miglia a 15 nodi (tipo H inglese). Sono progettati 4 sommergibili.
Aviazione militare (p. 800). - All'aviazione militare greca, terrestre e marittima, sovraintende il Ministero dell'aria, la cui amministrazione comprende: a) una direzione generale, il cui capo ha giurisdizione sui seguenti servizî, corpi di truppa e stabilimenti dell'aviazione: 1. stato maggiore generale, che comprende 5 uffici: personale di truppa e materiali; informazioni; organizzazione e operazioni; istruzione; ufficio indipendente e mobilitazione; 2. ufficio di legislazione; 3. direzione dell'aviazione civile; 4. direzione del personale, alla quale sono aggregati il servizio di reclutamento e quello sanitario; 5. servizî tecnici; 6. servizî amministrativi. b) il servizio meteorologico dipendente direttamente dal ministro dell'Aria.
Le forze aeree comprendono: 1 squadriglia da bombardamento, i squadriglia da caccia, 2 squadriglie da ricognizione terrestre, 1 squadriglia da ricognizione marittima.
In totale l'aeronautica dispone, compresa la riserva, di 72 apparecchi bellici e di 121 apparecchi scuola.
La Grecia ha aeroporti militari a Salonicco (Sédes), Larissa ed Atene (Tatoi); idroscalo militare ad Atene (Falero); campi di fortuna a Dráma, Gorgópē, Giannina, Atalántē, Halmyrós, Agrínion, Tanágra.
Finanze (p. 800). - Diamo qui di seguito le cifre dei bilanci dal 1932 (in milioni di dracme).
Al 31 marzo 1937 il debito estero (il cui servizio è sospeso dal 1932) era di 37,2 miliardi e quello interno di 12,5 (di cui 11, 1 consolidato).
Abbandonata la convertibilità nell'aprile 1932, la dracma è andata sempre più deprezzandosi fino a che è intervenuta il 28 settembre 1936 una stabilizzazione di fatto che ha sanzionato una svalutazione di circa il 59% e ha ancorato la valuta greca alla sterlina sulla base di 540-550 dracme per 1 Lst.
Il controllo sui cambî è in vigore dal settembre 1931. Al 31 dicembre 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 6,8 miliardi e la riserva in oro e divise a 3,5.
Tra gl'istituti di credito il più importante è la Banca Nazionale di Grecia (1841), che nel 1928 trasferì il suo privilegio dell'emissione alla Banca di Grecia; seguono la Banca di Atene (1893) e la Banca agraria (1929).
Bibl.: Y. Bequignon, Grèce, parigi 1932; J. Denier, La Grèce, ivi 1932; A. Penck, Griechische Landschaften, Lipsia 1933; O. Kling, Geographische Grundlagen der Industrie Griechenlands, Vienna 1935; A. F. Frangulis, La Grèce, Parigi 1936. Per le cifre sulla situazione finanziaria, v. l'Annuario della Società delle nazioni.
Storia (p. 806).
La politica interna di Venizelos dal suo ritorno al potere (1928) non fu così fortunata come la politica estera. Egli si era proposto di consolidare il regime repubblicano; ma nelle elezioni del 25 settembre 1932 l'opposizione populista-monarchica aveva già conquistato 95 mandati mettendosi quasi alla pari con la coalizione liberale-repubblicana della quale egli era a capo. In realtà le masse, specialmente nelle antiche provincie del regno, erano di sentimenti monarchici. Quanto alle nuove provincie, esse erano certo più inclinate alle istituzioni repubblicane, ma anche facili ad accogliere la propaganda di agitatori estremisti.
Per uscire da queste difficoltà, Venizelos dopo le elezioni tentò di accordarsi con l'opposizione per formare un gabinetto di concentrazione nazionale. Non essendovi riuscito, rassegnò le dimissioni (fine di ottobre 1932), cedendo il potere a P. Tsaldaris. Ma poco dopo (16 gennaio 1933) egli provoca una nuova crisi, riassume la presidenza del consiglio e, nella speranza di farsi una decisa maggioranza, scioglie nuovamente la Camera e indice nuove elezioni politiche. Nonostante che le operazioni elettorali si svolgano sotto il suo governo, l'opposizione conquista la maggioranza dei mandati (5 marzo 1933). Appena si conosce l'esito delle elezioni Venizelos, d'accordo con Tsaldaris, propone al presidente della repubblica A. Zaimis, la formazione di un ministero di transizione. L'incarico viene dato al gen. A. Othoneos (7 marzo) ma lo stesso giorno il gen. N. Plastiras, notoriamente legato a Venizelos, tenta con un colpo di stato di impadronirsi del potere, proclamandosi dittatore. Il tentativo fallisce per l'atteggiamento deciso ed energico del gen. G. Condylis e Plastiras fugge immediatamente all'estero. Messa da parte l'idea di un gabinetto di transizione, il potere è assunto da P. Tsaldaris, il quale affida il Ministero della guerra a Condylis. Il partito venizelista ormai è vinto e i suoi principali esponenti vengono gradatamente eliminati dall'esercito e dall'amministrazione, sotto l'accusa di avere partecipato o aderito al colpo di Plastiras. La lotta diviene così furiosa che non si risparmia nemmeno, malgrado i grandi servigi da lui resi alla patria, Venizelos, e il 6 giugno 1934 egli è fatto segno a un attentato dal quale esce miracolosamente illeso. Venizelos e i suoi accusano il governo di avere fomentato il colpo; ma sembra che l'unico appunto che a questo si possa fare sia quello di avere trascurato di prendere le opportune disposizioni per tutelare l'incolumità dell'ex-presidente del consiglio. Fu questo almeno ciò che parve risultare dalle discussioni al parlamento e per cui il ministro degl'Interni, D. Giannopoulos, dovette rassegnare le dimissioni (23 ottobre 1934).
Nella politica estera Tsaldaris seguì le orme di Venizelos confermando e rinsaldando gli accordi e le amicizie da lui contratte. Seguendo un movimento iniziatosi già fin dal 1929 e del quale, in Grecia, era il principale promotore e fautore il capo del partito repubblicano, A. Papanastasiu, il 9 febbraio 1934, egli firmò in Atene il "Patto balcanico" per il quale Grecia, Iugoslavia, Turchia e Romania (l'Albania e la Bulgaria rifiutarono di aderirvi) si garantivano reciprocamente la sicurezza delle frontiere, impegnandosi a non concludere ulteriori accordi con altre potenze se non previa consultazione fra loro e, in linea generale, a prestarsi vicendevole aiuto. Il patto, ancora in vigore (giugno 1938), è stato un elemento di stabilità e di pace nel vicino Oriente.
Il 1° marzo, preparata dai venizelisti che s'illudevano di poter rovesciare con la forza il governo e riprendere il potere, scoppiò in Atene una rivolta militare. Insorgevano alcuni reggimenti e gran parte della flotta, che salpò quasi in assetto di guerra da Salamina dirigendosi verso la baia di Suda e da qui verso Cavala. Il moto si distese rapidamente in Macedonia, nella Tracia e in Creta, dove Venizelos ne assunse la direzione. Ma il governo, grazie soprattutto alla pronta e decisa azione di Condylis e alla fedeltà dell'aviazione, di gran parte dell'esercito e delle popolazioni delle vecchie provincie che risposero immediatamente all'ordine di mobilitazione, riuscì, non senza aspri combattimenti e spargimento di sangue, a domarlo. Venizelos, fallito il colpo, riparò nel Dodecaneso italiano, e da qui a Parigi. Poco dopo egli, con altri responsabili, fu condannato a morte in contumacia da. una corte marziale. Gli avvenimenti allora precipitarono verso l'unica e ormai fatale soluzione: la restaurazione monarchica. Principale fautore di questa, oltre al generale I. Metaxas, capo del gruppo parlamentare realista, è il generale Condylis il quale fa ora aperta adesione alla monarchia. L'azione di Tsaldaris, capo della coalizione monarchica, appare piuttosto incerta e ambigua: o per eccessiva prudenza o per un senso di coerenza, avendo, prima di assumere il potere nel 1932, dichiarato di accettare la repubblica, egli anziché favorire cerca di frenare il movimento monarchico. Il 31 marzo, mentre i monarchici trattano con l'ex-re Giorgio, esule in Inghilterra, il quale condiziona il suo eventuale ritorno in Grecia all'esito favorevole di un plebiscito, esclusi i colpi di stato, Tsaldaris procede allo scioglimento della Camera, convoca per il 19 maggio i comizî per l'elezione di un' Assemblea nazionale col mandato di riformare (non abolire) la costituzione repubblicana e di accrescere i poteri del governo. La nuova Camera si apre il 1° luglio e inizia la discussione della riforma costituzionale secondo un progetto elaborato da una commissione nominata dal governo. La discussione è vivacissima, ma in fondo il problema che più s'impone è quello che riguarda il modo di procedere alla restaurazione. Dopo un violento dibattito tra monarchici e repubblicani l'Assemblea approva, con 188 favorevoli e 49 contrarî, la proposta del plebiscito, ma Tsaldaris non si decide a fissarne la data e manda le cose in lungo. Finalmente, premuto da Condylis, il quale intanto era stato a Roma (11 luglio) e a Belgrado (16 luglio) per conoscere il pensiero del Capo del governo italiano e del principe Paolo, reggente di Iugoslavia, circa la restaurazione della monarchia in Grecia, e da alcune manifestazioni dell'esercito, in gran parte favorevole alla monarchia, ne fissa la data al 3 novembre; ma la mattina del 10 ottobre, giorno stabilito per la riconvocazione dell'Assemblea nazionale, si presentano a lui quattro generali imponendogli di proporre all'assemblea una legge per l'immediata restaurazione. Nello stesso tempo avvengono in Atene delle manifestazioni clamorose in favore della monarchia da parte dell'esercito. Tsaldaris, fedele al suo programma di mantenersi neutrale fra la monarchia e la repubblica, lasciando piena libertà di giudizio alla nazione, piuttosto che cedere rassegna le dimissioni. Su designazione degli stessi generali, il presidente affida subito il potere a Condylis il quale forma un ministero di soli monarchici e la sera stessa presenta alla camera i seguenti disegni di legge che vengono approvati ad unanimità: 1. Abrogazione della democrazia repubblicana; 2. restaurazione immediata della monarchia nella persona di Giorgio II di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg e dei suoi discendenti; 3. convocazione del plebiscito alla data già fissata del 3 novembre per confermare la suddetta deliberazione; 4. nomina del generale Condylis, presidente del consiglio, a reggente del regno fino al ritorno del re.
Così in meno di ventiquattr'ore si passava, per voto dell'Assemblea, dalla repubblica alla monarchia come undici anni innanzi, per il voto di un'altra assemblea, si era passati dalla monarchia alla repubblica. Il giorno dopo, 11 ottobre, il presidente Zaimis rassegnava le sue dimissioni; il 3 novembre, con 1.491.992 favorevoli, 32.452 contrarî e 2268 nulli, il popolo ratificava la deliberazione dell'Assemblea nazionale e il 25 novembre Giorgio II faceva il suo ingresso in Atene accolto trionfalmente dal popolo e dall'esercito.
Riprendendo il potere Giorgio II era animato dal desiderio di ristabilire nel paese l'ordine, la disciplina, la pace, mantenendo il regime parlamentare. Egli esponeva questo suo programma in un nobile messaggio diretto al popolo; e i suoi primi atti corrisposero a questi propositi. Resistendo alle pressioni di coloro che lo spingevano a vendette e a rappresaglie contro gli oppositori repubblicani, egli concesse una larga amnistia ai condannati politici, comprendendovi Venizelos, che era stato sempre un accanito nemico della sua famiglia ma che, dal suo esilio, aveva ora approvata la restaurazione monarchica disponendosi anche, sembra, a tornare in Grecia. Dimessosi poi, perché contrario alla concessione dell'amnistia, il gabinetto Condylis, egli affidò il potere a un uomo ammirato da tutti per la sua moderazione e la sua onestà, K. Demertzis, e, sciolta l'Assemblea nazionale, ristabilì il normale funzionamento della costituzione indicendo le elezioni. Ma ben presto dovette accorgersi che, seguendo la via della libertà costituzionale, avrebbe ricondotto il paese verso il caos donde aveva deciso ed era necessario trarlo. In realtà, nonostante l'esito del plebiscito, gli animi erano divisi e gli odî di parte covavano, pronti a scoppiare con nuova violenza. Le elezioni politiche, avvenute il 26 gennaio 1936 col sistema della proporzionale, rivelarono una situazione inquietante. La nuova Camera era formata da 143 deputati della coalizione governativa, 142 della coalizione demo-liberale venizelista e 15 comunisti. Demertzis tentò di concludere un accordo coi venizelisti; ma l'intesa non fu possibile. Questi, guidati dopo la morte di Venizelos (18 marzo) da Th. Sofulis, nell'intento d'impadronirsi del potere, si avvicinarono ai comunisti, i quali pertanto divennero gli arbitri della situazione e ne approfittarono per intensificare la loro deleteria propaganda. Era possibile in tali condizioni mantenere il regime costituzionale? Fu questo il problema che s'impose al re. Per stroncare sul nascere il bolscevismo, che già s'infiltrava nell'esercito, dove venivano clandestinamente distribuiti opuscoli sovversivi, e impedire il ritorno alla guerra civile, piaga della vita pubblica ellenica sin dagl'inizî del suo risorgimento, non rimaneva altra via se non quella di instaurare un regime di autorità.
Fu questa la via per la quale, seguendo l'esempio di altre nazioni, si mise risolutamente Giorgio II. Il 13 aprile 1936, morto Demertzis, egli, senza tener conto dei calcoli parlamentari, affidò il potere al generale Metaxas, capo di un piccolo gruppo ma uomo di notevole energia. Secondo l'opposizione liberale-comunista quello del generale Metaxas non doveva essere se non un gabinetto di transizione; e per questo, presentatosi alla camera, gli vennero accordati i pieni poteri sino ad ottobre. Ma il nuovo presidente del consiglio, sin dai suoi primi atti, dimostrò la sua ferma volontà e capacità di governare il paese ispirandosi soltanto agl'interessi della nazione e non, come avevano fatto quasi sempre i ministeri che lo avevano preceduto, a quelli di un partito. Egli intraprese immediatamente la realizzazione di un programma di riforme sociali basato sul principio dell'intervento dello stato nei rapporti fra datori di lavoro e lavoratori. A intralciare o impedire la sua opera, i comunisti promossero una serie di scioperi, specialmente in Macedonia, mentre i demo-liberali venizelisti minacciavano di rovesciarlo alla ripresa dei lavori parlamentari. Ma questi non furono ripresi. Il 4 agosto, avuto sentore che si preparava in Atene una sommossa, che avrebbe scatenato la guerra civile, Metaxas, con l'approvazione del re, decretò lo stato d'assedio e lo scioglimento della Camera senza indire nuove elezioni. I capipartito presentarono al sovrano un memorandum contro la sospensione della costituzione. Ma Giorgio II respinse il memorandum, confermando la sua fiducia a Metaxas.
Dei poteri dittatoriali questi si è servito per ristabilire l'ordine e la disciplina. Agli scioperi è succeduto il lavoro; alla libera contrattazione fra industriali e lavoratori, l'obbligo del contratto nazionale; è scomparsa quasi del tutto la disoccupazione; l'esercito, sottratto alla deleteria influenza della politica, è stato restituito alla sua vera funzione di difesa e tutela della nazione. Celebrandosi l'anniversario dell'instaurazione del nuovo regime, il gen. Metaxas, in un proclama al popolo ellenico, ha potuto fare un bilancio molto lusinghiero dell'opera compiuta a bene del paese e in un grande discorso pronunziato a Patrasso ha confermato il suo proposito di riorganizzare lo stato ellenico su basi corporative assicurando a tutte le professioni una rappresentanza proporzionale, secondo i principî dell'organizzazione fascista. Il programma enunciato prevede il riordinamento dell'amministrazione statale secondo il criterio di una forte centralizzazione, la riforma dell'insegnamento, l'organizzazione corporativa del lavoro; insomma la trasformazione dello stato da parlamentare in corporativo.
La Grecia si è così venuta allineando fra gli stati autoritarî, assumendosi anche la sua parte nel compito di arginare nel vicino Oriente la propaganda bolscevica.
Diritto.
Cenni storici. - Nonostante il soggiogamento dell'ellenismo bizantino da parte dei Turchi, il diritto bizantino non scomparve, ma continuò a regolare i rapporti privati tra i Greci. Ciò è dovuto specialmente al carattere religioso del diritto musulmano, che imponeva il principio della personalità del diritto.
Il diritto bizantino, come era stato formulato nelle varie collezioni sinottiche, tra le quali più in uso era la ‛Εξάβιβλος di Armenopulo, veniva applicato da parte delle autorità comunali ed ecclesiastiche greche, quando giudicavano sia quali arbitri, sia quali giudici con competenza esclusiva, che era stata concessa dai Turchi ai vescovi per quanto riguardava i rapporti matrimoniali e successorî tra cristiani. Parallelamente al diritto bizantino si formarono a mano a mano diritti consuetudinarî, - codificati anzi in alcune isole dell'Egeo - i quali, per quanto avessero generalmente un carattere locale, consacravano quasi sempre principî comuni di diritto, secondo l'evoluzione e l'adattamento del diritto bizantino alle nuove concezioni e necessità sociali (il principio della non formalità delle convenzioni e della rappresentanza diretta; il diritto della proprietà letteraria, il diritto della cambiale e dei vaglia cambiarî, delle società in nome collettivo, ecc.).
Oltre alle menzionate collezioni di diritti locali consuetudinarî e di alcune deliberazioni sinodali regolanti questioni di diritto familiare, pochissime sono le altre fonti scritte di diritto greco durante il periodo del dominio turco. Di particolare menzione sono degni i codici in lingua greca dei paesi danubiani, la costituzione di Alessandro Ypsilantis (1780), il codice di Valacchia di Giovanni Caratzas (1818) e specialmente il codice di Moldavia di Callimachi (1817), il più importante di tutti.
Fin dall'inizio della rivoluzione del 1821 i Greci si occuparono, sotto l'influenza delle idee della rivoluzione francese, della redazione della Carta costituzionale della Grecia libera. La prima costituzione dell'assemblea di Epidauro (1822) era liberale e di principî democratici. E di principî democratici furono anche le successive costituzioni della seconda assemblea di Astro (1823) e della terza di Trezene (1827). Quest'ultima, però, a differenza delle precedenti affidò il potere esecutivo a un'unica persona, il governatore Giovanni Capodistria, che governò il paese fino al suo assassinio nel 1831.
Per la continuazione della tradizione nazionale le due prime costituzioni della rivoluzione determinarono quale fonte del diritto civile le leggi degl'imperatori bizantini. Invece, nella costituzione del 1827 prevalse la tendenza di imitare i codici stranieri, specie quello francese. Già dal 1822 era stato accettato il Code de commerce francese applicato dai commercianti greci anche prima della rivoluzione e nel 1823 era stato redatto sulla base di quello francese anche un codice penale greco.
Tale tendenza però non condusse alla redazione anche di un codice civile. Al contrario, secondo la deliberazione del governatore Capodistria dell'11 dicembre 1828, quali fonti del diritto civile furono riconosciute di nuovo quelle bizantine e precisamente la ‛Εξάβιβλος di Armenopulo, e in virtù del decreto del 4 febbraio 1830 fu ordinata la raccolta delle leggi civili bizantine e il loro ordinamento, che però non ebbe mai luogo. Tra le leggi del governatore Capodistria sono degne di menzione quelle riguardanti i testamenti e i notai, desunte dal diritto francese. Dei tribunali vennero istituiti fin dai primi anni della rivoluzione: però, eccezion fatta per i penali, entrarono in funzione solo nel periodo del Capodistria.
Con l'arrivo del re Ottone (v. Storia: XVII, p. 904), la maggior parte dell'attività legislativa fu assunta dal bavarese G. L. von Maurer, membro della reggenza, al quale si devono (1833-34) i seguenti codici ancora oggi in vigore: a) organizzazione dei tribunali e dei notariati, ad imitazione francese; b) codice penale (πονικὸς νόμος) sulla base dei progetti bavaresi del 1822, 1827 e 1831; c) procedura penale (ποινικὴ δικονομία) principalmente sulla base di quella francese; d) procedura civile (πολιτικὴ δικονομία) sulla base di quella francese e sui progetti bavaresi, specie quello del 1831. Per la legislazione commerciale venne conservato il Code de commerce già in vigore, di cui fu fatta una traduzione greca (1835).
Secondo il decreto del 23 febbraio 1835 le fonti del diritto civile sono le leggi civili degl'imperatori bizantini e le consuetudini. Questo provvedimento provvisorio continua tuttora a formare la base della legislazione civile.
Tuttavia fin dal 1835 fu istituita una commissione per la redazione del codice civile a imitazione specialmente di quello francese. Nel 1836 furono emanate due leggi importantissime, quella sulle ipoteche e quella sul pegno, e nel 1837 quella sulla distinzione dei beni. Ai lavori della commissione di redazione del codice civile si devono la cosiddetta "legge civile" (ἀστικός νόμος, 1856), contenente, tra l'altro, le disposizioni sul diritto internazionale privato greco e sulla cittadinanza ellenica, la legge sulla trascrizione (1856) e la legge sui minorenni, sulla tutela e sulla cura (1861); interessante anche la legge sui matrimonî misti (1861). Tutte queste leggi sentono l'influsso del diritto francese.
Sotto il re Giorgio I, annesse alla Grecia le Isole Ionie, la legge del 1866 v'introdusse la legislazione del regno, ma conservando il Codice civile degli Stati Uniti delle Isole Ionie del 1841, tuttora vigente.
Nel 1874 fu ultimato e presentato al Ministero della giustizia il progetto definitivo del codice civile, redatto in base a quelli francese, italiano e sassone. Però l'approvazione di tale progettti non è stata possibile, specialmente perché non permessa, secondo la costituzione allora vigente, l'approvazione globale dei codici, ammessa dalla costituzione moderna. Le leggi (1878) sul fallimento e sulla bancarotta, a imitazione della nuova legislazione belga, francese e italiana, sostituirono il terzo libro del Code de commerci. Importanti sono anche le leggi sugl'interessi di mora (1882) di imitazione francese, sui titoli al portatore (1885), sull'abolizione dei tribunali commerciali (1887), sulla protezione dei marchî industriali e commerciali (1893) e sui magazzini generali (1896).
Dagli ultimi decennî del sec. XIX e specialmente dal primo decennio del XX si nota nella legislazione greca un orientamento verso quella tedesca. Peraltro fin dalla legislazione di von Maurer, non esente da influenza bavarese, data anche l'applicazione in Grecia del diritto romano-bizantino, per la cui interpretazione era necessaria la conoscenza della dottrina tedesca formatasi attraverso l'usus modernus Pandectarum, la dottrina greca aveva avuto rapporti con quella tedesca. La redazione del codice civile tedesco contribuì ad attrarre l'interesse anche del legislatore greco. E così, mentre il periodo precedente era caratterizzato dalla quasi esclusiva influenza della legislazione francese, ormai l'orizzonte del legislatore greco non è più ristretto, ma si estende oltre a quella tedesca, anche alle legislazioni austriaca, italiana, francese e svizzera.
Dopo la rivoluzione pacifica del 1909, che determinò la revisione della costituzione (1911), si osserva un grande fervore legislativo. Particolarmente attira l'attenzione del legislatore la protezione dell'economicamente più debole, e vengono poste le basi della legislazione operaia e sociale. Ma tutta la legislazione greca, in generale, subisce grandi cambiamenti. Tedesca è la fonte della legge sulle prescrizioni a oreve scadenza (1909). La procedura civile, e sopra tutto la sezione riguardante il processo esecutivo, subisce un profondo rinnovamento. Profonde modificazioni portano anche al codice commerciale (giudizio e prescrizione delle cambiali e vaglia, fallimento, diritto marittimo e delle assicurazioni) quattro leggi del 191c con sostituzione completa del secondo libro del Code de commerce. Nel 1911 furono emanate la legge sull'interesse convenzionale e sull'usura e quella sui testamenti. La legislazione greca fu introdotta anche nelle nuove provincie (Macedonia, Epiro, isole dell'Egeo, Creta) in virtù della legge del 1914, restando tuttavia in vigore il codice civile di Samo del 1899 e quello cretese del 1904 (nel quale manca il diritto di famiglia e delle successioni), quali diritti locali. Delle leggi emanate nel 1914 è d'imitazione svizzera la legge sull'assenza, d'imitazione tedesca quella sulla concorrenza illecita, d'imitazione francese quella sulle associazioni e sugl'infortunî sul lavoro, d'imitazione austriaca quella sulle cooperative. La legge sul ritrovamento di cose smarrite (1918) si fonda sulla legge tedesca; la legge sulla vendita d'immobili dotali (1918) imita il diritto italiano e francese. Nel 1920 sì pubblicarono molte leggi importanti, specie quella sul divorzio sulla base del diritto svizzero, quella sulla successione ab intestato sulla base della legge tedesca, quella sulla denunzia obbligatoria di convenzione di lavoro, sulla base del diritto italiano e tedesco, quella, fondamentale, sulle società anonime, quella sulla proprietà letteraria e quella sui brevetti.
Eccezionale importanza, per quanto riguarda l'evoluzione del diritto, presenta l'istituzione e il funzionamento, dall'anno 1928, del Consiglio di stato (Ευμβούλιον τῆς 'Επικρατείας), che, con l'annullamento degli atti amministrativi anticostituzionali o illegali, contribuisce alla realizzazione dello "stato di diritto". La legislazione sui figli naturali (1926-1927) crea controversie per quanto riguarda la sua applicazione. Sono pure da ricordare le leggi sulla proprietà per piani (1929) e sull'ipoteca su macchinarî e altre istallazioni (1929), la recente legislazione per la Protezione della moneta nazionale, le leggi che introducono le convenzioni di Ginevra sulle cambiali e i vaglia cambiarî (1932) e sugli assegni bancarî (1933), la legge sulla riabilitazione del fallito (1934) e la legge sulla modificazione delle sentenze concernenti prestazioni periodiche e sulla punizione della violazione dell'obbligo alimentare (1935). La legislazione sociale continua a occupare il legislatore greco, e ultima espressione di questa costituiscono la legge sulle assicurazioni sociali (1934) e le leggi sui contratti collettivi di lavoro e sui conflitti collettivi di lavoro (1935).
Dal 1930 venne inoltre ripresa con maggiore zelo l'iniziativa risalente già al 1911 per una generale riforma legislativa, specie per la codificazione del diritto civile. Una commissione di cinque membri (K. Demertzis, K. Triantafyllópoulos, G. Balis, G. Maridákis e P. Thebaìos) ha elaborato il progetto del codice civile (1933-36), sulla base principale del diritto vigente oggi in Grecia, modificato e completato secondo legislazioni moderne straniere, non contrastanti con le condizioni sociali della Grecia. Oltre a questa, però furono costituite e stanno lavorando anche altre commissioni per la nuova codificazione del diritto commerciale e penale e della procedura civile e penale. Il progetto del codice penale e quello della procedura penale sono in revisione definitiva.
Diritto vigente. - Il diritto penale si basa sul principio nulla poena sine lege. I reati si distinguono secondo la loro gravità in crimini, delitti e contravvenzioni. La pena capitale è conservata, con esecuzione mediante fucilazione. In caso di tentativo oppure di imputabilità diminuita, in luogo della pena di morte o dell'ergastolo si applica la pena del carcere (10-20 anni) e, trattandosi di altra pena, questa viene ridotta da un terzo del limite massimo fino a un quarto del minimo. Sui delitti o crimini commessi da Greci all'estero, oppure da stranieri contro Greci o contro lo stato o contro la moneta nazionale, si applicano le leggi penali greche.
La procedura penale si basa sul principio della pubblicità dell'istruzione. I crimini, i reati politici e i reati di stampa non riguardanti la vita privata sono giudicati dai giurati. Relativamente all'esecuzione vigono, per le pene contro la libertà, l'istituto della liberazione condizionale e per le pene di corta durata, gl'istituti della sospensione e della commutazione pecuniaria. Funziona felicemente l'istituto delle carceri agricole.
La procedura civile si fonda sul sistema della oralità. I tribunali si distinguono in preture (εἰρηνοδικεῖα, cfr. il fr. juge de paix; competenza fino a 5000 dracme), tribunali di 1ª istanza (πρωτοδικεῖα, oltre le 5000 dracme) e Corti d'appello (ἐϕετεῖα). La corte suprema è la Cassazione (῎Αρειος Πάγος). I gradi di giurisdizione sono due: la Cassazione non costituisce terzo grado, perché non giudica del fatto, ma soltanto del diritto. La competenza locale è determinata principalmente dal domicilio del convenuto, la competenza internazionale dei tribunali greci è determinata invece principalmente dalla nazionalità delle parti. La prova testimoniale, oltre le duemila dracme, non è ammessa salvo eccezioni (specie in materia commerciale). Le prove si valutano liberamente dal giudice. L'esecuzione della sentenza ha luogo mediante pignoramento ed espropriazione di mobili o immobili e con arresto personale. Per l'exequatur le sentenze straniere contro Greci sono sottoposte a determinato contratto.
Quale diritto civile (eccezion fatta per le Isole Ionie, Creta e Samo ove vigono ancora i menzionati codici civili locali) vige il diritto bizantino. Nella prassi si applica principalmente il Corpus iuris civilis giustinianeo, completato dalle leggi bizantine posteriori, specie dai Basilici di Leone; perciò s'incontrano ancora in Grecia la maggior parte degl'istituti di diritto romano, se questi non sono stati modificati da leggi o consuetudini posteriori.
La cittadinanza greca si acquista sulla base dello ius sanguinis e in alcuni casi secondo lo ius soli. La donna greca, sposata a uno straniero, non perde la cittadinanza greca, se mediante il matrimonio non acquista la cittadinanza del marito. Gli stranieri sono uguali ai cittadini dinnanzi alla legge. La maggiore età comincia a ventun anno. L'istituzione di associazioni è libera, ma per l'acquisto della personalità giuridica si richiede il loro riconoscimento da parte dello stato. La prescrizione è normalmente trentennale, in alcuni casi biennale o quinquennale.
Il matrimonio valido è solo quello religioso. La capacità matrimoniale per gli uomini incomincia a 14 anni, per le donne a 12; dopo la maggiore età non si richiede il consenso dei genitori. Impedimenti esistono per parentela, per legame spirituale di battesimo, per tutela, per adulterio, per diversità di religione, per preesistenza di altro matrimonio, ecc. Il matrimonio non modifica l'indipendenza patrimoniale dei coniugi; il marito non ha diritto di chiedere dote, per quanto questa sia abituale; è proibita la donazione tra coniugi. Il divorzio è pronunziato dal tribunale per legittima causa. È permessa la legittimazione di figli per susseguente matrimonio, oppure mediante decreto. È ammessa anche la ricerca della paternità (riconoscimento giudiziale e riconoscimento volontario del figlio naturale). Il padre amministra il patrimonio dei figli minorenni e ne ha l'usufrutto. Nella tutela dei minorenni il tutore ha bisogno per ogni atto amministrativo importante del parere del consiglio di famiglia e, anche, dell'autorizzazione del tribunale.
Nella successione vige la regola nemo pro parte testatus, pro parte intestatus decedere potest. Relativamente alla forma, i testamenti si distinguono in autografi, pubblici e segreti. Gli ascendenti e i discendenti e, sotto condizioni, anche i fratelli hanno diritto alla quota legittima. Nella successione ab intestato sono chiamati i parenti fino al quarto grado, con concorrenza del coniuge, che in mancanza di altri parenti resta unico erede, con concorrenza, fino alla metà, dello stato per i patrimonî superiori alle 500 mila dracme; in mancanza di eredi, succede lo stato.
La proprietà si acquista sui mobili mediante consegna, sugl'immobili mediante trascrizione in libri pubblici. Il semplice accordo non opera il trasferimento della proprietà. Vigono gl'istituti romani dell'enfiteusi e della superficie. L'ipoteca sugl'immobili si acquista mediante iscrizione nei libri pubblici; per i mobili, oltre il pegno ordinario, vige anche il pegno apparente su determinati beni mobili con pe manenza della cosa presso il debitore.
Il diritto delle obbligazioni si basa sul principio della libertà dei negozî e della non formalità delle convenzioni. Solo per le convenzioni aventi per oggetto donazione, costituzione di dote o di diritti reali su immobili si richiede ad substantiam un atto notarile. La misura dell'interesse si stabilisce sulla base del tasso di sconto della Banca di Grecia, e può essere superiore a questo del 2% se si tratti d'interessi legali e di mora, e fino al 3% se si tratti d'interessi convenzionali. Nella compravendita il rischio della cosa comperata riguarda il compratore; la compravendita scioglie la locazione. La proprietà intellettuale è protetta per 50 anni dopo la morte dell'autore. Quali delitti civili si riconoscono solo quelli menzionati espressamente dalla legge (specie lex Aquilia); l'actio Pauliana protegge i creditori.
Il lavoro gode, secondo la costituzione, della protezione dello stato. È proibito in linea di principio il sequestro delle paghe giornaliere degli operai e degli stipendî degl'impiegati privati. La denuncia del contratto di lavoro deve essere fatta entro determinati limiti, secondo la durata del rapporto d'impiego. Il lavoro dei minorenni e delle donne sottostà a limitazioni protettive. L'igiene e l'assicurazione degli operai sono protette con speciali disposizioni secondo le categorie degli operai. Vigono le otto ore della convenzione di Washington, alcune altre limitazioni di lavoro e il riposo domenicale. L'applicazione della legislazione sul lavoro è controllata dal sottosegretariato del lavoro presso il Ministero dell'economia nazionale. L'organizzazione dei lavoratori ha luogo mediante i sindacati professionali e le cooperative civili e agricole. Le controversie del lavoro si risolvono mediante procedura speciale. I datori di lavoro sono tenuti al risarcimento degl'infortunî sul lavoro. Ultimamente è stata stabilita l'assicurazione obbligatoria di tutti gli operai e impiegati presso l'Ente assicurazioni sociali e sono applicati i contratti collettivi di lavoro.
Il diritto commerciale si applica agli atti di commercio espressamente determinati. È commerciante chi compie per professione atti di commercio; sono per legge commercianti tutte le società anonime. Il diritto delle cambiali, dei vaglia cambiarî e degli assegni bancarî riproduce le convenzioni internazionali di Ginevra del 1930 e 1931. Sono riconosciute le società in nome collettivo, in accomandita, non apparenti e anonime. Le società anonime sottostanno a un determinato controllo da parte dello stato. Disposizioni protettrici del commercio sono quelle sul divieto della concorrenza illecita, sulle insegne industriali e sui brevetti. Imprese private di assicurazione possono essere esercitate solo da società anonime. Nel diritto marittimo i privilegi che sono preferiti all'ipoteca marittima sono stati limitati nel termine minimo possibile. Dopo la dichiarazione del fallimento da parte del tribunale, la liquidazione viene affidata a un curatore sotto la sorveglianza del giudice relatore (sistema privato). Organo principale del fallimento è l'assemblea dei creditori.
Il diritto internazionale privato greco si basa sul principio della nazionalità. La capacità si giudica secondo la lex patriae; tuttavia nelle obbligazioni contratte in Grecia tra stranieri e Greci, gli stranieri non capaci sono considerati come capaci, se tali sono secondo la legge greca. Secondo la lex patriae è regolato il diritto familiare. I diritti reali sono regolati dalla lex rei sitae. La successione mobiliare è regolata dalla lex patriae del de cuius, mentre la successione immobiliare è soggetta alla lex rei sitae. Nei contratti vige l'autonomia delle parti contraenti e in caso di non indicazione della legge si applica la lex loci solutionis. Le obbligazioni ex delicto sono soggette alla legge greca. La forma degli atti può essere regolata sia dalla lex loci actus sia dalla lex patriae sia dalla lex causae. Tuttavia il matrimonio del Greco anche all'estero deve essere sempre quello religioso. Infine l'applicazione della legge straniera è proibita, quando essa si trovi in contrasto con l'ordine pubblico greco.
Bibl.: Le leggi e i decreti sono pubblicati nella 'Εϕημερὶς τῆς Κυβερνήσεως. Di facile uso è la collezione privata A. Malagardis, Γενική κωδικοποίησις τής ‛Ελληνικῆς νομοϑεσίας 1921-133 (Atene 1931 segg.). Le sentenze sono pubblicate nelle riviste giuridiche: 'Εϕημερὶς ‛Ελληνικῆς καὶ Γαλλικῆς Νομολογίας (dal 1881), Θέμις (dal 1890), Δικαιοσύνη (dal 1923), Δικασική (dal 1929), 'Εϕημερίς τῶν ‛Ελλήνων Νομικῶν (dal 1934), 'Αρχεῖον ἰδιωτικοῦ δικαίου (dal 1934) ed 'Αρχεῖον ποινικῶν ἔπιστημῶν (dal 1937). Repertorî della giurisprudenza: Γενικὸν εὑρετήριον νομολογίας, I segg., 1936 segg.; Θέμις, Γενικὰ εὑρετήρια, I segg., 1936 segg. Le sentenze del Consiglio di stato sono pubblicate in edizione ufficiale.
Per il periodo del dominio turco: G. Geib, Darstellung des Rechtszustandes in Griechenland während der türkischen Herrieschaft und bis zur Ankunft des Königs Otto I., Heidelberg 1935; G. L. v. Maurer, Das griechische Volk in öffentlicher, kirchlicher und privatrechtlicher Beziehung vor und nach dem Freiheitskampfe bis zum 31 Juli 1834, ivi 1935; C. W. E. Heimbach, Griechisch-Römisches Recht im Mittelalter und in der Neuzeit, in Ersch e Gruber, Allgem. Enzykl., VIII, articolo Griechenland (anche in ediz. separata, Lipsia 1870); G. Petropoulos, ‛Ιστορία τοῦ ἑλληνικοῦ δικαίου μέχρι τοῦ 1821, Atene 1934; P. Zepos, Συνταγμάτιον νομικὸν 'Αλεξάδρου 'Ιωάννου ‛Υψηλάντη, ivi 1936.
Per la storia e le fonti del diritto greco moderno: K. Triantafyllópoulos, Τὸ ‛Ελληνικὸν ἰδιωτικὸν δίκαιον κατὰ τὸν δέκατον ἔννατον αἰῶνα, Atene 1924; P. Bisoukidis, Griechisches Recht, in Handwörterbuch der Rechtswissenschaft, III, 1928; K. Papapanos, Griechenland, in Rechtsvergl. Handwörterbuch f. d. Zivil und Handelsrecht, I, Berlino 1929; Anastassiadis-Logothetis, Le fonti del diritto privato greco, in Ann. di dir. comparato, Roma 1930; P. Zepos, Τὸ νεώτερον ἑλληνικόν δίκαιον, Atene 1934. - Per i lavori preparatorî del progetto di codice civile: P. Vallindas, Vorbereitungsarbeiten u. Bedeutung d. zivilrechtl. Kodifikation Griechenlands, in Zeitschrift f. ausländ u. intern. Privatrecht, 1933, p. 161 segg.; T. Macris, Die Grundgedanken für die Ausarbeitung des Entwurfs eines griechischen Zivilgesetzbuches, ivi 1935, p. 586 segg.
Diritto costituzionale: N. N. Saripolos, Σύστημα συνταγματικοῦ δικαίου τῆς ‛Ελλάδος, I-III, Atene 1923; A. Svolos, Τὸ νέον Σύνταγμα καί αἱ βάσεις τοῦ πολιτεύματος, ivi 1928; E. Kyriakopoulos, ‛Ελληνικὸν ουνταγματικὸν δίκαιον, I, Salonicco 1932; A. Svolos, Συνταγματικὸν δίκαιον, I-II fasc. i, Atene 1934 segg.
Diritto e procedura penale: N. Kostis, ‛Ερμηνεία ποινικοῦ νόμου, I-III, 4ª ed., Atene 1926 segg.; K. Konstantopoulos, Ποινικὴ δικονομία, I-II, 3ª ed., ivi 1925 segg.; T. Eliopulos, Συητθμα Ελλθνικου πονικου δικαιου, 4ª ed., ivi 1927 segg. K. Tsoukalas, Ποινικὴ δικονομία, ivi 1936 segg.; Ch. Tzortzopoulos, 'Εγχειρίδιον τοῦ οὐσιαστικοῦ ποινικοῦ δικαίου, I, ivi 1935; K. Gardikas, 'Εγκληματολογία, I, 2ª ed., ivi 1937.
Diritto processuale civile: Oekonomidis-Livadas-Gidopoulos, ‛Εγχειρίδιον πολιτικῆς δικονομίας, I-III, 7ª ed., Atene 1924 segg.; Euklidis-K.G. Papadopoulos, ‛Ερμηνεία τῆς πολιτικῆς δικονομίας, I-II, 3ª ed., ivi 1932.
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