GRECIA (XVII, p. 784; App. I, p. 690; II, 1, p. 1080)
Popolazione. - Il censimento dell'aprile 1951 ha attribuito alla G. una popolazione di 7.632.801 ab. con una densità di 57,6 ab. per km2; l'aumento verificatosi dal censimento del 1940 (7.335.675 ab.) appare molto modesto. Per la distribuzione nelle singole regioni e la popolazione delle principali città, v. tabella a pag. seguente. Le cifre ufficiali non sono ancora sempre concordi nell'indicare la percentuale degli alloglotti (4% circa) in quanto buona parte dei 57.000 Aromuni che vivono nelle montagne del nord, degli 82.000 Bulgari, dei 70.000 Albanesi e dei gruppi minori sono bilingui. Vi sono in Grecia circa 150.000 musulmani, che vivono in maggioranza in centri della parte settentrionale.
Condizioni economiche. - Dopo il periodo di necessario assestamento nell'immediato dopoguerra la produzione agricola è notevolmente aumentata e tra il 1956 ed il 1957 ha registrato un aumento complessivo del 13% sostenuto soprattutto dalla elevata produzione granaria. Il grano infatti da 14 milioni di q nel 1953 è passato a 17,5 milioni di q nel 1958; nonostante l'aumento del raccolto, il grano è sempre inferiore al fabbisogno locale. Dal tabacco, dall'olio di oliva, dal cotone si ricavano prodotti superiori alle richieste del mercato locale, benché i raccolti del 1958 (come può vedersi nella tabella alla pag. precedente) siano stati sensibilmente inferiori a quelli deglì anni precedenti.
Il patrimonio zootecnico fortemente decimato durante l'ultima guerra si è andato ricostituendo con rapidità e nel 1957 constava (in migliaia di capi) di 9275 ovini, 4894 caprini, 981 bovini, 392 cavalli, 511 asini, 215 muli, 641 suini. In conseguenza del sensibile aumento dell'allevamento, è notevolmente aumentata negli ultimi tempi la produzione di latte e di prodotti casearî. L'espansione industriale è in evoluzione dopo la seconda guerra mondiale e negli ultimi anni ha registrato un aumento, specie nelle industrie estrattive, segnatamente nell'estrazione della lignite dalla miniera di Ptolemaís (in Macedonia) e nell'inizio di utilizzazione di una miniera di nichel. I minerali di ferro estratti nel 1957 sono stati pari a 165.000 t, la bauxite 833.000 t.
Comunicazioni. - Nel 1957 erano in attività 2600 km di ferrovie, delle quali 1516 km statali, mentre nel 1938 le strade ferrate erano di 2976 km. Il miglioramento delle comunicazioni si nota specie nel settore stradale dove ai 13.500 km di strade rotabili del 1938 fanno riscontro i 47.164 km del 1957, di cui 5724 km asfaltati, e 14.500 a fondo artificiale. Gli autoveicoli nel 1958 ammontavano a 72.100 di cui 39.000 autovetture. I collegamenti aerei nell'interno dello stato (Atene, Salonicco, Creta) sono mantenuti da una compagnia aerea nazionale, mentre i collegamenti internazionali fanno quasi tutti scalo all'aeroporto di Atene.
Le comunicazioni e il traffico commerciale con l'estero sono mantenuti dalla marina mercantile che ha colmato i paurosi vuoti prodotti dalla guerra; nel settembre 1959 contava 1.005 navi con 5.132.232 t di stazza; e raggiungeva il sesto posto nella classifica mondiale; considerando il naviglio appartenente ad armatori greci ma che batte altre bandiere il numero delle navi sale a 1550 con 12.500.000 t di stazza.
Commercio. - Lo squilibrio verificatosi dopo la guerra tra le importazioni e le esportazioni è andato lentamente diminuendo senza peraltro annullarsi; tra le importazioni quelle di prodotti alimentari tendono a diminuire in conseguenza dello sviluppo della produzione nazionale, ma è ancora molto forte la richiesta di materie prime necessarie alle industrie. Le esportazioni che nel 1957 hanno avuto in milioni di dracme il valore di 4287 per la frutta e i legumi, di 492 per i tessili, 583 per i minerali greggi, 437 per gli olî e i frutti oleosi, ha avuto una lieve contrazione per il tabacco. Il commercio ha registrato dal 1954 al 1958 i seguenti valori (in milioni di dracme):
Finanze. - Il progresso economico del paese ha cominciato a consolidarsi solo in questi ultimi anni in un regime di importazioni virtualmente libero. La lenta accumulazione dei risparmî, dovuta alla sfiducia nella moneta, se per le banche ha significato il maggior problema in quest'ultimo decennio, per lo stato e le attività produttive ha costituito una remora di notevole peso. Gran parte della spesa pubblica è stata bilanciata dall'aiuto americano, con il quale è stato inoltre provveduto al finanziamento di uno speciale istituto di sviluppo (fin dal 1954) per la concessione di prestiti ad imprese private (industriali e turistiche).
Negli ultimi tre anni la situazione finanziaria è notevolmente migliorata, in concomitanza con la stabilizzazione dei prezzi e dei livelli delle riserve valutarie, grazie alla ripresa turistica e agli apporti di contributi NATO per lavori di infrastruttura nel territorio greco. Ma i problemi di fondo (disoccupazione ed equilibrio durevole nella bilancia dei pagamenti) attendono ancora una soluzione che richiede l'impegno in un massiccio programma di industrializzazione e di sviluppo agricolo. Il cambio ufficiale è di 30 dracme per un dollaro U.S.A. A partire dal 25 maggio 1959, con l'instaurazione della convertibilità della dracma per i non residenti, i cambî di acquisto e vendita per dollaro oscillano da 25,85 a 30,15 dracme rispettivamente.
Storia. - La guerra civile in G., grazie agli aiuti anglo-americani e al mancato appoggio iugoslavo ai guerriglieri comunisti in conseguenza della rottura con Mosca, tra la fine del 1948 e l'autunno del 1949 entrò in una fase decisiva. Nell'ottobre 1949, a seguito della offensiva del maresciallo A. Papagos che aveva ragione della resistenza comunista, poteva dirsi conclusa, dopo avere recato al paese gravi lutti e distruzioni ed acuito la divisione degli animi.
Uscita pressoché stremata da una crisi simile, la G. non riuscì subito a darsi una stabilità politica che fosse espressione delle mutate condizioni di politica interna. Le elezioni del 5 marzo 1950 non diedero vita a una maggioranza omogenea, ma polarizzarono le forze politiche, da una parte intorno al maresciallo Papagos e al suo "Raggruppamento ellenico", essenzialmente di destra, sostenuto dagli Stati Uniti, dall'altra intorno al gruppo dei liberali di E. Venizelos e di N. Plastiras, appoggiati dalla Corona e dalla Gran Bretagna. Da questo secondo gruppo, dopo le elezioni del marzo 1950 uscì la serie di governi Plastiras-Venizelos (marzo 1950-ottobre 1952) il cui alternarsi al potere, con ben sei formazioni in due anni e mezzo, denunziava una situazione politica estremamente instabile dominata dal marasma economico e minacciata fra l'altro da una ripresa dei comunisti nonostante che nell'aprile 1952 si fosse avviata un'ampia opera di pacificazione. Si giunse così, il 16 novembre 1952, a nuove elezioni politiche, che videro il trionfo del "Raggruppamento" Papagos. I tre anni di governo del maresciallo (m. 4 ottobre 1955) segnarono l'avvio alla ricostruzione del paese, con una attiva politica di elevazione dei ceti umili e più provati dalle varie guerre e di rinnovamento della classe politica, mentre in politica estera non si mancò di indulgere ad atteggiamenti di estremo nazionalismo, come nella questione di Cipro (v.). Tuttavia l'instabilità della vita politica ellenica non ha avuto alcuna influenza, grazie anche all'azione di re Paolo I e per necessità organiche derivanti dalla situazione internazionale, sugli orientamenti di politica estera. Dopo aver avuto ragione dell'insurrezione comunista, era naturale che la Grecia - aiutata in modo cospicuo dagli Stati Uniti e che nel 1950 tenne a inviare proprie truppe in Corea - il 15 febbraio 1952 entrasse a far parte dell'Alleanza atlantica, insieme alla Turchia. La questione di Cipro (v.) ha pesato non poco sull'Alleanza, come pure sul Patto balcanico, concluso con Iugoslavia e Turchia il 28 febbraio 1953 e divenuto il 3 agosto 1954 una alleanza militare. Questa rimase puramente formale e sulla carta e neppure la soluzione della vertenza cipriota (febbraio 1959) è riuscita a renderla effettivamente operante. Soprattutto un punto fermo per la G. sono i vincoli di collaborazione economica e militare con gli S.U.A. e la Gran Bretagna, iniziatisi durante la guerra civile e continuati sino ai nostri giorni. Con l'Italia, tolte di mezzo le residue questioni derivanti dal trattato di pace, i rapporti si sono sviluppati con reciproca fiducia, specie nel campo economico e culturale: riaperti l'Istituto di cultura ad Atene e la Scuola archeologica italiana (che ha condotto scavi a Gortina), un istituto di cultura greco-bizantino è stato inaugurato a Venezia, nel quadro dell'accordo culturale dell'11 settembre 1954.
Le preoccupazioni, anzi l'assillo dei problemi economici - aggravati fra l'altro dalla catastrofe tellurica della regione di Volos (aprile 1955) - è stato determinante per tutta la vita ellenica, nonostante i generosi aiuti degli Stati Uniti (313 milioni di dollari dal 1951 al 1955). Il successore di Papagos, Costantino Karamanlís (al potere con varie formazioni dal 6 ottobre 1955) nel 1956 sciolse il "Raggruppamento ellenico" e fondò l'Unione Nazionale Radicale vincendo le elezioni del 19 febbraio 1956. Ottenuti 172 seggi su 300 nelle nuove elezioni del 29 marzo 1958, Karamanlís fu confermato al governo, ma - intanto - proprio in queste elezioni emerse, al secondo posto con 79 seggi, l'Unione Democratica delle Sinistre (EDA: Ènosis Dimokratikìs Aristeràs), espressione di gran parte dell'elettorato comunista e socialista, impossibilitato a far convergere i proprî voti sul partito comunista, dichiarato illegale nel dicembre 1947 e diretto, da oltre cortina, da Apostolos Grozos. Suo programma è l'uscita della Grecia dalla NATO, amnistia generale per i comunisti e riconoscimento legale del partito comunista. Particolarmente cocente fu la sconfitta dei liberali di Venizelos-Papandreu. La vittoria di Karamanlís e la sua larga base parlamentare gli hanno consentito di avviare un piano equilibrato di rinnovamento del paese con la soluzione dei più urgenti problemi economici, politica di sviluppo degli investimenti produttivi e di equilibrio del bilancio.
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