green
Termine inglese («verde») usato, nella sua accezione più ampia, per fare riferimento ai temi legati alla salvaguardia dell’ambiente naturale e per attribuire a un’azione, a un’attività o a uno status una connotazione che richiami i principi della sostenibilità ambientale. Un’iniziativa è g. qualora promuova i principi del rispetto dell’ecosistema o la diffusione di pratiche sostenibili. Per es., la Comunità europea organizza ogni anno la Green week, una conferenza internazionale sul tema delle politiche ambientali, che rappresenta un’opportunità di scambio di esperienze e best practice (➔ migliore pratica, tecnica della) tra le istituzioni, il settore privato, le organizzazioni non governative e il mondo accademico.
Il termine g., nel significato di «pulito», «non inquinato», «sostenibile», «rispettoso dell’ambiente», è spesso impiegato, con riferimento all’attività economica, nell’espressione g. economy, o economia verde, quando ci si riferisce a «quel sistema [economico] che garantisce un miglioramento del benessere degli esseri umani ed equità sociale e riduce allo stesso tempo i rischi ambientali e di scarsità delle risorse ecologiche», a garanzia dell’integrità e della disponibilità nel tempo delle risorse utilizzate (Programma Ambiente delle Nazioni Unite, UNEP, http://www.unep.org/greeneconomy/). Questa espressione è stata usata per la prima volta alla fine degli anni 1980 nel libro intitolato Blueprint for a green economy (E.B. Barbier, A. Markandya, D. Pearce, 1989), che contiene una rassegna della teoria economica neoclassica applicata alle risorse naturali e all’ambiente e approfondimenti su temi quali, per es., la valutazione ambientale e la contabilità (nazionale) verde. Alla base di questa definizione vi è l’importanza di integrare le politiche economiche con quelle ambientali al fine di intraprendere percorsi di crescita sostenibile e dotare i sistemi economici di strumenti regolatori quali tasse, schemi di scambio di permessi di emissione e altri di tipo volontario.
Consiste nell’attività di promozione commerciale di beni di consumo ‘verdi’, intrapresa su base volontaria dalle imprese. Secondo questo approccio, per es., vengono pubblicizzati prodotti il cui imballaggio è ridotto al minimo o addirittura scompare, come nel caso di beni che possono essere venduti sfusi o a peso – detersivi, latte, succhi di frutta ecc. – presso punti vendita dotati di erogatori dove i consumatori si recano con contenitori propri. Le imprese che aderiscono a queste pratiche lanciano sul mercato nuovi marchi e linee di prodotto per sottolineare l’impegno dell’azienda nel perseguimento di obiettivi ambientali e, allo stesso tempo, per informare i consumatori di nuove opportunità di risparmio e di consumo sostenibile.
È un altro esempio di promozione di iniziative verdi intraprese su base volontaria e consiste in una procedura di acquisto di beni e servizi scandita, in tutte le fasi, da chiare indicazioni che indirizzano la scelta verso prodotti realizzati secondo criteri di sostenibilità.
L’importanza di questa procedura è riconosciuta anche dalla Comunità Europea nella comunicazione 400/2008, in cui si fa riferimento agli acquisti nella pubblica amministrazione, che in Europa pesano per circa il 10% del PIL europeo (dato aggiornato al 2011). La procedura degli acquisti verdi nella pubblica amministrazione, o Green Public Procurement (GPP), rappresenta uno strumento «che permette di scegliere i prodotti e i servizi che hanno un minore, oppure un ridotto, effetto sulla salute umana e sull’ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo».
Il termine g. non è diffuso dunque solo nel settore privato, ma anche in quello pubblico e delle istituzioni internazionali. Non sempre, però, la Comunità Europea usa questo termine con l’accezione sopra definita. Un esempio è rappresentato dai documenti di consultazione che la Comunità pubblica periodicamente su temi specifici di interesse generale – i ‘g. papers’ – con lo scopo di raccogliere osservazioni da parte di tutti gli interessati in previsione dell’elaborazione di una politica di intervento. La fase di consultazione si conclude con la pubblicazione dei cosiddetti ‘white papers’, dove è formalizzata la proposta della Comunità (➔ anche regolamento europeo). Qualora l’iniziativa fosse recepita favorevolmente dal Consiglio europeo, potrebbe trasformarsi un un’azione programmatica dell’Unione, in una direttiva o regolamento. In questo caso, pertanto, il termine g. non fa specifico riferimento ai temi ambientali, ma costituisce solo una convenzione adottata dalla Comunità per distinguere diverse tipologie di documenti (sul sito della Comunità Europea sono scaricabili tutti i libri verdi pubblicati dal 1984: http://europa.eu/documentation/official-docs/green-papers/index_it.htm).