Schneider, Gregor
Schneider, Gregor. – Artista tedesco (n. Rheydt 1969). Ha compiuto gli studi all’Akademie der Bildenden Künste di Monaco di Baviera (1989-92) e alla Hochschule für bildende Künste di Amburgo. La sua opera più nota, iniziata sin dal 1985 e poi ininterrottamente ampliata e rielaborata fino al 2007 (premiata con il Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2001), è la Totes Haus Ur, riproduzione della casa di Unterheydener Straße a Rheydt (da cui il titolo) ereditata dal padre in età giovanissima: a cominciare da una replica fedele degli ambienti all’interno delle stanze originali, S. nel corso del tempo è andato sempre più complicando la trama degli spazi, fino a renderla un percorso claustrofobico in cui alcune parti sono state via via nascoste alla vista da nuovi muri, nuovi soffitti, nuove stanze, e di cui si lascia però intuire l’esistenza, creando una sensazione terrificante simile a quella – è stato notato – che si prova tornando dopo molti anni nella propria casa d’infanzia, in una sorta di contrasto tra immaginazione e percezione attuale. L’uso dello spazio come luogo della coscienza è il tema centrale in tutte le opere di S., come Die Familie Schneider (Londra, 2007), in cui le stanze della Haus Ur sono animate dalla presenza di attori che simulano a ripetizione gesti quotidiani (il lavaggio dei piatti, il farsi la doccia), o End (2008), un’enorme scultura posta in un ingresso del Museum Abteiberg di Mönchengladbach, entrando nella quale il visitatore si trova immerso in corridoi completamente bui in cui può orientarsi solo tastando le pareti e che lo conducono fino ad alcune stanze della Haus Ur. Ancora importanti, con significati più esplicitamente politici, sono Cube Venice, rievocazione della al-Ka’ba di La Mecca, ideata originariamente come installazione a piazza San Marco a Venezia per la Biennale del 2005 ma rifiutata per opportunità politica ed esposta quindi nel 2007 ad Amburgo, e Bondi Beach (Australia, 2007), un’installazione composta da 21 grandi gabbie contenenti oggetti da spiaggia (un ombrello, un materassino), contrastante rievocazione delle celle di Guantanamo.