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GREGORI

di Sandranna Ciccariello - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 59 (2002)
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GREGORI

Sandranna Ciccariello

Famiglia di musicisti originari di Siena. Alberto, il primo di cui si ha notizia, nacque a Siena forse nei primi decenni della seconda metà del sec. XVI. Egregio suonatore di trombone - a detta di R. Morrocchi forse il primo d'Italia -, fu maestro di cappella dello spedale di S. Maria della Scala a Siena; nel 1621 risulta a capo della cappella e del Concerto del palazzo della Signoria di Siena. In qualità di maestro di cappella aveva non solo l'onere principale d'insegnare il canto, ma anche il compito di provvedere all'istruzione elementare e superiore, comprendente le discipline dell'armonia, del contrappunto e della composizione. Sappiamo che seguì con scrupolo la carriera del figlio Annibale, di cui pubblicò postumi gli Ariosi concenti (1635).

Si ignora l'anno della morte, avvenuta probabilmente a Siena poco dopo questa data.

Il figlio Annibale nacque a Siena presumibilmente nell'ultimo ventennio del sec. XVI. Avviato alla musica dal padre, studiò probabilmente nella cappella del Palazzo pubblico, ove questi insegnava, divenendo primo suonatore di cornetto.

I cornettisti della cappella, oltre a sostenervi il doppio ruolo di suonatori e cantori, generalmente divenivano musicisti del Concerto, ed è presumibile che anche Annibale abbia fatto parte di questo corpo musicale di cui in seguito divenne direttore. I suoi maestri non sono noti, ma è indubbio che appartenessero a tale istituzione; infatti, agli inizi del sec. XVI, il Concerto assunse le caratteristiche di un istituto musicale in cui erano i concertisti in carica a insegnare lo strumento agli allievi.

Diffusasi dalla Germania in Italia agli albori del sec. XIV, l'istituzione del Concerto nacque dalla consuetudine di valenti suonatori di strumenti a fiato (zufoli, cornetti, bombarde e tromboni) di concertare insieme. Tali suonatori, definiti originariamente "pifferi", furono attivi soprattutto nel XV secolo presso le corti e le repubbliche d'Italia in occasione di tornei e nelle principali feste. Al tempo di Annibale il Concerto senese era formato da quattro cornetti nasardi di legno di diverso registro (due soprani o mezzosoprani e due contralti), con due tromboni di basso. I musicisti, oltre all'obbligo di cantare e suonare nelle funzioni religiose, partecipavano anche alle varie manifestazioni cui presenziava la Signoria, cioè principalmente nelle mense e cappelle pubbliche.

Oltre a essere eccellente cornettista, Annibale fu organista e maestro di cappella della metropolitana senese dal luglio 1612 fino al dicembre 1618, quindi presso la chiesa di S. Maria di Provenzano, e nuovamente al duomo dall'agosto 1623 fino alla morte. Fu inoltre membro della prestigiosa Accademia degli Intronati. Le sue opere a stampa (canzonette, madrigali, salmi e mottetti) e i manoscritti testimoniano della sua maestria come contrappuntista, che gli permetteva di realizzare in tempi brevissimi i soggetti che gli venivano proposti. Forse proprio questa abilità nel comporre procurò ad Annibale l'invidia di musicisti di cui più volte si lamenta nelle sue opere.

Significativa, a tal proposito, è la dedica premessa alla raccolta Sacrarum cantionum quae binis, ternis, quaternisque vocibus concinuntur liber secundus, op. 7 (Roma 1625; conservata a Siena, Biblioteca comunale degli Intronati). In quest'opera, dedicata a Nicolao e Samuele Felici, Annibale si augura che il tiepido soffio del favonio e le dolcezze primaverili possano liberarlo dal gelo e dalle malignità degli invidiosi e dei maldicenti. Anche la dedica al conte Virgilio Malvezzi premessa a Il primo libro de madrigali a cinque voci (Venezia 1617; conservato a Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, a parti separate) rivela che questi suoi primi lavori non furono accolti favorevolmente. Annibale confessa di essersi quasi pentito di averli pubblicati: "dovevo […] far sentire il suono dei miei Madrigali più tosto all'orecchie de gl'Amici, che dei Censori […] per non soffrire la lingua malevola, onde fossero queste Note, solamente note nelle private mie scuole, non già nelle pubbliche radunanze, se non lodate, almeno non dispregiate". I censori cui fa riferimento sono evidentemente i sei membri dell'Accademia degli Intronati nominati annualmente per esaminare le opere composte dagli accademici.

Tra le composizioni di Annibale si ricordano inoltre: Cantiones ac sacraelamentationes singulis vocibus concinendae cum b. ad clavicymbalum, op. 5 (Siena 1620); Sacrarum cantionum quae binis, ternis, quaternisque vocibus concinunturliber tertius, op. 8 (Venezia 1635); Ariosi concenti, cioè La ciaccona, RuggieriRomanesca, più arie a una et a 2 voci da cantarsi nel gravicembalo o tiorba, op. 9 (ibid. 1635; dedicati a Lelio Zuccantini e Nicolò Amati); altri quattro libri di madrigali a cinque voci e la mascherata Imeneo d'amor conservati, secondo Morrocchi, nell'Archivio del Duomo di Siena.

Annibale morì nell'aprile 1633 a Siena.

La sua produzione musicale sacra e profana presenta sia lo stile polifonico, sia lo stile monodico (opere 5, 7 e 9). Negli Ariosi concenti emergono per il loro particolare interesse la ciaccona, scritta sopra un lungo basso ostinato, alcuni pezzi composti sul Ruggero e le arie strofiche, che rivelano la grande vena melodica di Annibale; la frequente azione imitativa delle voci e la cospicua presenza di fioriture ne testimoniano il virtuosismo.

Alla famiglia G. appartenne anche Donato, valente musicista e maestro di cappella, che successe al cugino Annibale nella direzione del concerto del palazzo, rimanendo in carica fino al 1644, quando fu eletto Pietro Bambagini.

Fonti e Bibl.: I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi, II, Pistoia 1649, p. 11; L. De Angelis, Bibliografia degli scrittori sanesi, I, Siena 1824-26, p. 348; R. Morrocchi, La musica in Siena, a cura di L. Banchi, Siena 1886, pp. 92, 96 s.; L. Cellesi, Storia della più antica banda musicale senese, Siena 1906, p. 36; Id., L'organo della cappella interna del palazzo comunale di Siena, Siena 1931, pp. 8 s.; S.A. Luciani, La musica in Siena. Saggi su antichi musicisti senesi, Siena 1942, pp. 25 s., 74; Italian secular song, 1606-1636, a cura di G. Tomlinson, II, Pisa and Siena, New York-London 1986, pp. XIII ss.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 661; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, V, coll. 783 s.; The New GroveDict. of music and musicians (ed. 2001), X, pp. 372 s.; XXIII, p. 362 (s.v. Siena).

Vedi anche
melodia Successione lineare di suoni, scelti nel sistema musicale di riferimento e organizzati ritmicamente, così da acquisire in chi ascolta contorni, fisionomia e un senso compiuti. A seconda del sistema musicale in cui è prodotta, si possono distinguere due tipi principali: la melodia strofica (o chiusa), ... contrappunto L’arte di combinare più melodie contemporaneamente, nata nel Medioevo con la pratica polifonica, dalla sovrapposizione nota contro nota (punctum contra punctum) di una seconda linea melodica, detta discanto, al canto dato, detto tenor. Quando le melodie combinate in contrappunto siano tali da consentire ... mùsica sacra mùsica sacra Nella comune classificazione dei generi musicali, insieme delle composizioni musicali attinenti alla vita religiosa. Il regolamento di Pio X (1903), raccogliendo le prescrizioni della Chiesa cattolica sulla materia, riserva il termine di musica sacras. alla musica destinata alle funzioni ... trombone Strumento musicale a fiato del genere degli ottoni, simile a una tromba ma più grande, costituito da un tubo cilindrico piegato in due parallele, che si allarga progressivamente a cono o a padiglione; è caratterizzato da una speciale meccanica, per la quale i suoni sono variati dal maneggio di tubi mobili ...
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gregoriano¹
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gregòrio
gregorio gregòrio s. m. – Moneta d’argento, del valore di 1 paolo, coniata nella zecca di Bologna nel 1574 per ordine del papa Gregorio XIII, con il busto del papa e la figura di s. Petronio.
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