ARRIGHI, Gregorio
Di nobile famiglia, nacque a Lucca da Arrigo di Francesco e da Chiara di ser Gregorio Ronghi verso la fine del XIV secolo. La notizia più antica che lo riguardi è contenuta in un atto del 10 ott. 1412, nel quale egli, essendo studente, nomina suo procuratore lo zio paterno Nicolò, che fu rettore di S. Maria Filicorbi, cappellano del papa e canonico dei capitolo di S. Martino.
Nel marzo del 1427 iniziò, recandosi a Venezia come oratore di Paolo Guinigi signore di Lucca, una brillante attività diplomatica al servizio della Repubblica lucchese. Fu a Milano nel maggio dei 1430 come procuratore del Guinigi, ma continuò a prestare i suoi servigi al Comune anche dopo la deposizione di quel signore (15 ag. 1430); in quello stesso anno, infatti, era creato provveditore delle fortezze dello stato e nel 1433 (13 aprile) veniva eletto procuratore della Repubblica per trattare con Firenze quella pace le cui trattative erano già state avviate nel febbraio di quell'anno. Il 28 apr. 1433, però, l'A. era non già a Firenze, ma a Milano, ove illustrava al duca Filippo Maria Visconti e a Francesco Sforza la necessità di salvare Lucca dalla pressione fiorentina, che, altrimenti, sarebbe giunta a diretto contatto con i confini dello stato visconteo. Da Milano era già di ritorno a Lucca il 27 maggio, latore dei capitoli della pace stipulata a Ferrara che gli Anziani restituivano, dopo averli ratificati. Nel settembre, con Mariotto da Viterbo, è inviato a Ferrara al marchese Niccolò III per la restituzione di alcune terre della Garfagnana, tra le quali Castelnuovo, Gallicano e Trassilico. Di ritorno a Lucca, nell'ottobre è di nuovo a Ferrara per lo stesso motivo, mentre nel dicembre è inviato a dom Guido Gonzaga, abate commendatario del monastero di S. Benedetto di Polirone, per informarlo delle deplorevoli condizioni in cui era caduto il monastero di S. Ponziano; mentre nel febbraio del successivo anno risulta essere stato inviato dagli Anziani a Venezia, nell'ottobre è in Firenze presso Eugenio IV, per ottenere, oltre tutto, di poter collettizzare il clero, essendo il governo rimasto esausto per le spese incontrate. Nell'aprile del 1435 è di nuove oratore in Milano, quindi al papa, una prima volta nell'aprile-maggio per trattare, fra l'altro, della riforma di S. Ponziano, una seconda nel settembre-ottobre con credenziali che lo accreditavano anche presso il card. Lodovico Scarampi, vescovo di Traù. Nell'occasione trattò anche la nomina a vescovo di Lucca di Lodovico de' Maulini, già segretario di Carlo VII in Francia. Il 7 genn. 1436 è annoverato fra i Conservatori della Repubblica. Nel gennaio, giugno e dicembre del 1442 compare di nuovo in Firenze, oratore al papa ed alla Signoria, per sollecitare da quest'ultima la restituzione delle terre lucchesi che erano ancora in mani sue ed invitare Eugenio IV ad intervenire presso il marchese Lionello, successo al padre, per quelle della Garfagnana. Nell'agosto del successivo anno, con Antonio Tegrimi, è inviato ancora una volta al papa, allora soggiornante in Siena; nel febbraio del 1444, con Giovanni Iacopi e Paolo Trenta, torna a Firenze allo scopo di trattare i capitoli della lega con Venezia e Firenze senza pregiudicare quella già stipulata con quest'ultima; a trattare in Firenze il ritorno a Lucca della Vicaria di Camporgiano si trova ancora nel novembre di quell'anno. Tranne la missione presso Eugenio IV nell'aprile del 1446, durante la quale ebbe, tra l'altro, l'incarico di chiedere la conferma del perdono o indulgenza plenaria, di cui si era perduta la bolla al tempo della dominazione pisana (1347-1364), quando "furono arsi molti libri e scripture e privilegi e bolle in loro dispecto e danno", e quella a Venezia, dove fu inviato nel luglio del 1454, per sollecitare, una volta ancora, la restituzione dei Comuni della Garfagnana, tutta l'attività dell'A. si svolge in questi anni presso la Signoria di Firenze dove lo troviamo, successivamente, nel settembre del 1446, nel marzo e nell'ottobre del '47, nel dicembre del 1450 e gennaio del successivo anno, avendo, però, nel 1448 partecipato, con Leonardo da Pescia fiorentino, alla risoluzione delle controversie che, per ragioni di confine, esistevano tra S. Quirico di Valleriana in territorio lucchese e Castelvecchio, in territorio fiorentino.
Questa intensa attività diplomatica gli procurò, naturalmente, amicizie molto potenti, fra le quali quella del lucchese Cesare di ser Iacopo de' Nobili, marito (5 marzo 1440) di Caterina Calandrini, sorefiastra del cardinale Filippo che fu poi (1447) pontefice col nome di Niccolò V; amicizia, quest'ultima, divenuta addirittura consanguineità, avendo sua figlia Chiara sposato Giovanni Matteo di ser Pietro Calandrini, nipote del pontefice; Filippo, loro figlio, con atto di ser Benedetto Franciotti del 31 ott. 1503, era nominato erede universale dallo zio Gherardo del fu Gregorio Arrighi.
Il 26 giugno del 1462 dettò le sue ultime volontà (Arch. dei Notai, Atti di ser Antonio Nuccorini, n. 501, c. 310 v.). Risulta morto in un documento del 23 nov. 1464.
Fonti e Bibl.: Le notizie relative all'attività pubblica dell'A. sono state ricavate dai carteggi e dai documenti ufficiali della Repubblica di Lucca conservati nell'Archivio di Stato di quella città: cfr. Consiglio generale, n. 14, cc. 14, 24 v. 74v-75 v, 80r-v; n. 15, c. 10v; Governo di Paolo Guinigi,n. 5, c. 211 v; Anziani al tempo della libertà,nn. 53; 532, passim;cfr. anche Gli atti cancellereschi Viscontei,a cura di C. Manaresi, II, Milano 1929, p. 156, n. 837; Regesti del R. Archivio di Stato in Lucca, Carteggio degli anziani, IV,Lucca 1907, pp. 62 s. e passim; Carteggio di Paolo Guinigi, III, 1,Lucca 1925. pp. 140-142; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca, in Arch. stor. ital., X (1847), pp. 302-334; F. Acton, La morte di Pietro Cenami e la congiura di Tommaso Lupardi, Lucca 1882, pp. 7 e passim;G. Sforza, La Patria, la famiglia e la giovinezza di Papa Nicolò V,Lucca 1884, pp. 100 s. e passim;L. Volpicella, La questione di Pietrasanta nell'anno 1496 da documenti genovesi e lucchesi, in Atti d. Soc. ligure di storia Patria,LIV (1926), pp. 161-182.