GREGORIO da Montelongo
Patriarca di Aquileia. Figlio di Lando da Montelongo, nacque sul finire del sec. XII nel castello di Montelongo (Ferentino). Entrato nella carriera ecclesiastica, fu da Gregorio IX nominato il 6 agosto 1238 legato papale in Lombardia, e divenne l'anima della resistenza contro Federico II. I disastri dei guelfi non fiaccarono il legato, che riuscì a riprendere il sopravvento col principio del 1243. Nel 1247 sostenne Parma nell'assedio contro Federico II, e il 18 febbraio 1248 partecipò alla vittoria sull'imperatore, conservando sempre i suoi poteri, sebbene sino dal marzo 1247 legato in Lombardia fosse il cardinale Ottaviano degli Ubaldini. Morto il 23 maggio 1251 Bertoldo di Andech, patriarca d'Aquileia, il papa nominò il 24 ottobre nuovo patriarca il G., che fu consacrato nell'agosto 1256.
Egli trovò il patriarcato in condizioni pietose. Ma poiché la signoria temporale del patriarcato stesso aveva il suo maggior nerbo nei paesi al di qua delle Alpi, fu merito di G. di aprirli più largamente alla cultura italiana e meglio collegarli con la regione veneta (v. aquileia: Patriarcato). G. portò il titolo di marchese d'Istria in tutti gli atti pubblici che riguardavano quella penisola; e s'adoperò strenuamente a farvi valere la sua autorità. Rinnovò nel 1254 i patti dei suoi antecessori con Venezia per il commercio nel Friuli; cooperò nel 1256 alla guerra contro Ezzelino da Romano e poi, nel 1259, alla completa rovina di lui e della sua famiglia: sicché anche gli ultimi sostegni del partito ghibellino nel Friuli dovettero piegarsi. Il 23 novembre 1261, G. regolò le contese che la sua chiesa aveva con Ulrico III duca di Carinzia. Negli anni seguenti, attese a restaurare le finanze del patriarcato e a risolvere vecchie controversie. Ma profittando di una questione che il patriarca aveva col comune di Capodistria, Alberto conte di Gorizia s'impadronì del patriarca, lo trascinò nel suo castello di Gorizia (20 hglio 1267), e gli sollevò contro i signori friulani e istriani. Clemente IV scomunicò Alberto di Gorizia; Ottocaro re di Boemia e Ladislao arcivescovo di Salisburgo s'intromisero, e G. il 25 agosto fece un compromesso con Alberto, assicurando impunità a lui e a Capodistria. Ma la pace durò poco, ché il 3 luglio 1268 fu ucciso Alberto, vescovo di Concordia e vicedomino patriarcale, dai fautori del conte; e il patriarca allora riprese la guerra. G. morì a Cividale l'8 settembre 1269.
Bibl.: B. M. De Rubeis, Monum. Eccles. Aquileiens., Strasburgo 1740, col. 737 segg.; G. Marchetti-Longhi, La legazione in Lombardia di G. da M., in Archivio della R. Società di storia patria, XXXVI (1931), p. 231 segg.; id., La famiglia di G. da M., in Mem. stor. forogiuliesi, XIX, pp. 105-130; XX, pp. 91-124; P. Paschini, G. D. M. patriarca d'Aquileia, in Memor. stor. forogiuliesi, XII-XIV, pp. 25-84; XVII, pp. 1-82.