VALENCIA, Gregorio de
Teologo spagnolo della seconda metà del sec. XVI, nato a Medina del Campo nel marzo 1549. Si fece gesuita nel 1565 in Salamanca, e S. Francesco Borgia lo chiamò a Roma, non ancora sacerdote, a insegnare filosofia nel Collegio Romano. La fama del suo straordinario sapere in età così giovanile lo fece desiderare in Germania, Polonia e Francia: fu concesso alla prima di queste nazioni e per quasi un quarto di secolo insegnò teologia prima a Dillingen, poi a Ingolstadt, finché Clemente VIII nel 1598 lo richiese per la cattedra della stessa materia nel Collegio Romano. Quivi fu anche prefetto degli studî e per ordine del papa divenne quasi il protagonista delle celebri dispute della Congregazione de Auxi liis. La difesa delle proposizioni del Molina (v.) lo affaticò talmente, che sul cadere del 1602 si ammalò gravemente e il 25 aprile 1603 morì in Napoli, dove quello stesso anno si era recato per tentare di rimettersi in forze.
Molti e pregevoli per sicurezza di dottrina, profondità, chiarezza ed eleganza d'esposizione sono i volumi e gli opuscoli nei quali il V. trattò da insigne maestro la teologia scolastica positiva e polemica. Primeggiano tra le sue opere i Commentarii theologici alla Summa di S. Tommaso in quattro tomi, venuti in luce dapprima nel 1591 e ristampati più volte appresso, sino al 1792, in Germania, Italia e Francia.
Bibl.: Per l'elenco dell'opere del V. e in parte anche per gli scritti inediti, vedi Ch. Sommervogel, Bibl. de la Comp. de Jésus, VIII, coll. 388-400; per la critica, H. Hurter, Nomenclator Literarius, I, p. 151 seg.; per la biografia, S. Santagata, Istoria della Comp. di Gesù, III, Napoli 1756, pp. 112-119; J. Juvencius, Hist. Soc. Iesu, parte 5ª, Roma 1710, p. 832 seg. Si veda anche la recente monografia di W. Hentrich, G. von Valencia, Innsbruck 1928, che studiò le specie sotto il rispetto del molinismo, la figura dell'eminente teologo.