TORNIELLI, Gregorio (in religione Agostino). – Nacque a Barengo (Novara)
il 10 giugno 1543 da Gerolamo, di professione medico, di nobilissima famiglia novarese del ramo dei conti di Barengo.
Superato il rischio di una morte precoce compì gli studi di grammatica e humanae litterae a Milano, dove ebbe come compagno Girolamo Piatti, poi gesuita e autore del De bono status religiosi. Come suo padre, il giovane Gregorio intraprese lo studio della medicina all’Università di Pavia, dove conobbe Francesco Aldighiero (lo avrebbe accompagnato nell’inquietudine religiosa fino alla conversione dal calvinismo al cattolicesimo).
Sentitosi sempre più chiamato alla vita religiosa, cominciò a studiare teologia, vestendo l’abito ecclesiastico, finché, nel 1569, attratto dal nuovo Ordine religioso stabilitosi a Milano, quello dei chierici regolari di S. Paolo, detti barnabiti, presentò al proposto generale, Alessandro Sauli, la domanda di esservi ammesso. Ricevuto l’abito religioso il 24 giugno 1569, e cambiato il nome in Agostino, emise la professione solenne il 27 agosto 1570, nelle mani del proposto generale Paolo Omodei, e subito dopo ricevette il suddiaconato il 23 settembre, il diaconato il 1° ottobre, e venne ordinato sacerdote il 23 dicembre sempre del 1570.
Destinato a Cremona si diede alla predicazione, fino a quando non venne richiamato a Milano, per insegnare la scolastica in S. Barnaba, svolgere l’importante ufficio di discreto, e collaborare con il nuovo proposto generale Timoteo Facciardi (1576-79). Di animo sempre generoso, ascoltando il sermone di Carlo Borromeo che invitava i religiosi a coadiuvarlo nel soccorrere gli appestati, inutilmente Tornielli si offerse per recarsi nei lazzaretti assieme ai padri Giacomo Berna e Cristoforo Croce (che, di fatto, morirono di peste rispettivamente nel 1576 e nel 1630).
Nel capitolo generale del 1578 venne nominato proposto di Pavia, e in quello dell’anno successivo, a soli trentasei anni di età, divenne il nono proposto generale; per il comune apprezzamento fu chiamato a governare la Congregazione per undici anni, benché non in modo continuativo: 1579-85, 1593-96, 1600-02.
Dallo stile di vita discreto e sobrio, sostenitore di una perfetta osservanza regolare, tra i suoi provvedimenti più importanti, che portava a conoscenza attraverso ‘Lettere circolari’, ci fu l’attenta attuazione delle nuove costituzioni promulgate dal capitolo generale del 1579, cui presiedette Borromeo. Da qui tutta una serie di richiami e moniti che andavano dal canto alla vita comunitaria, dalla disciplina del coro alle regole per le lettere tra religiosi (Formularium) – da inviarsi solo se necessarie e «con quella parsimonia di carta che si può» (10 maggio 1600) –, dai temi da trattare nelle ore della ricreazione (Tabella de collocutionum materia) al fermo richiamo, per far fronte a quelle liti domestiche che apportavano «gravissimi disturbi, discrediti et danni nel temporale et nello spirituale ancora», alla preghiera le cui ali, scriveva, erano la «limosina et il digiuno o altra afflittione corporale» (30 agosto 1593; Milano, Archivio storico dei barnabiti, Cartella gialla, V, f. III).
Tra le sue importanti decisioni quella di permettere al padre Carlo Bascapè di coadiuvare Borromeo (da quest’ultimo fu nel 1580 inviato alla corte di Spagna per trattare negozi attinenti all’arcivescovado di Milano), e di affidare al padre Domenico Boerio le missioni fra gli eretici nel cantone dei Grigioni in Svizzera, assieme al compito di riscattare presso papa Boncompagni la condotta del vescovo di Vercelli monsignor Gian Francesco Bonomi (si veda la corrispondenza Bonomi-Boerio nell’Archivio storico dei barnabiti a Roma); per primo poi nei collegi dell’Ordine aprì le scuole di belle lettere e introdusse in tutte le chiese affidate ai barnabiti l’uso della pubblica esposizione del SS. Sacramento nell’ultimo triduo di carnevale.
Alieno agli onori, rifiutò il vescovado di Mantova, per il quale insistentemente il duca della città lo proponeva a Clemente VIII, e pure quello di Casalmonferrato, che i Gonzaga, duchi di Mantova, gli offrivano.
Divenuto Bascapè vescovo di Novara nell’anno 1593, ne raccolse l’eredità e, da lui stesso sollecitato, interessatosi alla disciplina architettonica si dedicò agli studi biblici e della storia antica sacra e profana, dando alle stampe nel 1610 – dopo diciotto anni di ricerche – la parte riguardante l’Antico Testamento, dalla creazione alla redenzione, dal titolo: Annales sacri ad orbe condito ad ipsum Christi passione reparatum cum praecipuis ethnicorum temporibus apte ordinateque dispositi, Mediolani 1609 (seguirono varie edizioni: Francoforte 1611, Anversa 1620, Colonia 1622, Francoforte e Anversa 1640 e di nuovo nel 1649, e, in edizione aggiornata e commentata dal barnabita Agostino M. Negri, a Lucca nel 1756-1757).
Si trattava di una particolarmente accurata cronotassi – ad annum – corredata da tabelle di calcolo e corrispondenze, con la più verosimile definizione della topografia e delle architetture descritte nella Bibbia, dall’arca di Noè al tempio di Salomone; particolare attenzione critica e filologica veniva prestata alle fonti rabbiniche e patristiche, come alle opere più recenti provenienti soprattutto dall’ambiente culturale e religioso spagnolo promosso dal re Filippo II (dall’Exemplar sive de Sacris Fabricis Liber, 1572, di Benito Arias Montano al De Templo del gesuita Francisco de Ribera, 1591), che lo stesso Bascapè gli aveva messo a disposizione. A giudizio di Gerolamo Tiraboschi (Storia della letteratura italiana, VIII, Modena 1793, p. 127), l’opera di Tornielli si doveva considerare come un’introduzione agli Annales di Cesare Baronio, al quale effettivamente Tornielli inviò la parte relativa al Nuovo Testamento.
Sempre di Tornielli, e custodite nell’Archivio storico dei barnabiti di Roma, lo Speculum visitatorum pro faciliore et utiliore praxi Superiorum in actuali Collegiorum visitatione, 1622, e altre opere rimaste manoscritte: Apologia Primatus Adm. Rev. Patris Nostri Antonii M. Zachariae in Congregatione Clericorum Regularium S. Pauli; Breve ristretto della Vita della Paula Antonia de Neri raccolta fedelmente et quasi ad verbum dalle scritture de’ nostri Padri antichi le quali si trovano nel nostro Archivio di S. Barnaba, dal quale apparci quanto sia lontanamente dal vero quello che di lei ha scritto et stampato il Fontana; Oratio habita in Capitulo Generali anni MDLXXIX. Kal. Jun. de Praepositi Generalis electione; De Principij della Congregatione de’ Chierici Regolari di S. Paolo Decollato (30 novembre 1595); Augustini Tornielli de Origine Congregationis Clericorum Regularium S. Pauli Commentarius (1620); Quaestiones liturgicae in Breviarum Romanum.
Morì il 9 giugno 1622 a Milano (S. Barnaba).
Fonti e Bibl.: Le carte di Tornielli sono conservate presso l’Archivio storico dei barnabiti di Roma; sul suo generalato si vedano le lettere conservate nell’Archivio storico dei barnabiti di Milano, Cartella gialla, V, f. III.
F.L. Barelli, Memorie dell’origine, fondazione, avanzamenti, successi ed uomini illustri in lettere e in santità della Congregazione de’ Chierici Regolari di S. Paolo, chiamati volgarmente Barnabiti, I, Bologna 1703, pp. 615-662; Augustin Torniel, in L. Ellies Dupin, Nouvelle bibliothèque des auteurs ecclésiastiques, XVII, Amsterdam 1711, p. 58; scheda bibliografica di Tornielli in apertura dell’ed. degli Annales sacri, a cura di A.M. Negri, I-IV, Lucae 1756-1757; A.M. Ungarelli, Bibliotheca scriptorum e congregatione clerr. regg. S. Paulli, I, Romae 1836, pp. 107-126; I.A. Gabuzio, Historia Congregationis Clericorum Regularium Sancti Pauli ab eius primordiis ad initium saeculi XVII, Romae 1852, pp. 204-207, 257-263; G. Colombo, Profili biografici di insigni barnabiti effigiati sotto i portici del Collegio S. Francesco di Lodi, I, Crema 1870, pp. 67 s.; O. Premoli, Storia dei barnabiti nel Cinquecento, Roma 1913, pp. 296-320; Menologio dei barnabiti, a cura di L. Levati - E. Gatti, VI, Giugno, Genova 1934, pp. 55-60; G. Boffito, Scrittori barnabiti o della Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo. Biografia, bibliografia, iconografia, IV, Firenze 1937, pp. 59-64; M.L. Gatti Perer, Un ciclo inedito di disegni per la beatificazione di Alessandro Sauli, in Arte lombarda, XL (1974), p. 71; F. Repishti, «[...] Ma il meno che porti l’arte». Norma e prassi nell’architettura dei Chierici Regolari di San Paolo, in L’architettura del collegio tra XVI e XVIII secolo in area lombarda, a cura di G. Colmuto Zanella, Milano 1996, pp. 37-45; A. Rovetta, Gli Annales di Agostino Tornielli e il dibattito sui modelli architettonici biblici tra Cinque e Seicento, in Barnabiti Studi, XIX (2002), pp. 79-89; Id., Il tema della pianta centrale in Lorenzo Binago, in Arte lombarda, CXXXIV (2002), pp. 136-141.