Grenada
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(XVII, p. 945; App.IV, ii, p. 118; V, ii, p. 527)
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Popolazione e condizioni economiche
Al censimento del 1991 questo piccolo Stato caribico contava 95.343 ab., divenuti 93.000 secondo una stima del 1998. Tale decremento è dovuto al consistente flusso in uscita di manodopera, già da alcuni anni costretta a emigrare per le scarse possibilità di lavoro locali: attualmente vive all'estero un numero di Grenadiani quattro volte superiore a quello residente nel paese. Il calo demografico ha preso avvio nei primi anni Novanta (dopo un periodo in cui si era registrato invece un sensibile incremento), soprattutto a causa delle fluttuazioni dei prezzi dei prodotti esportati sui mercati internazionali: in particolare, nel 1990 la noce moscata ha avuto un decremento del 30% nella propria quotazione. Solo di recente il PIL è tornato a registrare un leggero aumento (+3,1% nel 1995 e +4,7% nel 1997), grazie soprattutto alla rapida e promettente espansione del settore turistico, le cui entrate tra il 1992 e il 1995 sono salite del 40%, dando un prezioso apporto all'economia dell'isola.
L'attività economica primaria più diffusa rimane quella agricola (cacao, banane, vaniglia e noce moscata); nell'ultimo decennio si è registrato un discreto sviluppo della pesca, che nel 1996 ha contribuito per poco meno del 17% al totale delle esportazioni, mentre il Giappone ha sottoscritto un accordo finanziario con G. per la costruzione di un moderno impianto per la lavorazione del pescato nei pressi della capitale, Saint George's.
In cronico passivo è la bilancia commerciale a causa delle importazioni di generi alimentari e di manufatti, ed elevato il livello del debito estero (105 milioni di dollari USA alla fine del 1997).
bibliografia
P. Pattullo, Last resort. The cost of tourism in the Caribbean, Kingston 1996.
Storia
di Claudio Novelli
I tratti fondamentali che avevano contraddistinto la vita politica del paese fin dall'introduzione del suffragio universale (1951), e poi con il raggiungimento dell'indipendenza nell'ambito del Commonwealth (1974), si riproposero dopo la crisi del 1983, quando si concluse dopo quattro anni l'esperienza del governo popolare rivoluzionario del New Jewel Movement (NJM) di M. Bishop e il paese fu occupato militarmente dagli Stati Uniti (il ritiro delle truppe straniere si concluse nel settembre 1985). Nonostante fosse stata ripristinata la Costituzione del 1974, il sistema politico continuò a essere caratterizzato, negli anni successivi, da una certa instabilità, con la presenza quasi esclusiva di partiti moderati, per lo più divisi dai contrasti fra i vari leader.
Dopo le elezioni politiche del marzo 1990, formò un nuovo esecutivo N. Brathwaite, leader della formazione politica centrista National Democratic Congress (NDC). Raggiunta la maggioranza parlamentare (8 seggi) grazie al passaggio nelle file del NDC di un deputato del Grenada United Labour Party (GULP), il governo Brathwaite moltiplicò, sul piano internazionale, i contatti con Dominica, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, al fine di raggiungere con questi paesi una maggiore integrazione economica e politica, e nel 1994 riallacciò le relazioni diplomatiche con Cuba. Sul piano interno il nuovo esecutivo confermò sostanzialmente la politica economica restrittiva della precedente amministrazione di H. Blaize, attivando, in particolare, tagli alle spese sociali e il congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Gli scioperi e le manifestazioni di protesta che videro protagonisti, tra il 1992 e il 1993, gli stessi dipendenti pubblici e i lavoratori portuali furono la prova evidente del crescente malcontento popolare nei confronti del governo.
Il progressivo indebolimento della posizione di Brathwaite fu alla base del suo avvicendamento sia ai vertici del partito sia a capo dell'esecutivo: G. Brizan gli subentrò nel settembre 1994 alla testa del NDC e nel febbraio 1995 come primo ministro. Questo cambiamento, però, non evitò al NDC la sconfitta nelle elezioni politiche del giugno successivo, nelle quali 8 dei 15 seggi in palio furono conquistati dai conservatori del New National Party (NNP) e solo 5 andarono al partito di Brizan (gli altri 2 furono appannaggio del GULP). La carica di primo ministro fu assunta da K. Mitchell, leader del NNP dal 1989. Tra le prime iniziative del nuovo governo ci fu l'annuncio dell'abolizione, per il 1996, dell'imposta sul reddito, provvedimento che si inserì comunque all'interno di una politica economica non dissimile da quella dei precedenti esecutivi. Le elezioni legislative del gennaio 1999, indette in seguito alla crisi di governo generata dalle dimissioni (novembre 1998) del ministro degli Esteri passato nelle file del GULP, sancirono la clamorosa vittoria del NNP che conquistò tutti i seggi; Mitchell fu riconfermato primo ministro.
bibliografia
R.J. Beck, The Grenada invasion. Politics, law and foreign policy decision making, Boulder (Colo.) 1993; P. Noguera, The imperatives of power. Political change and the social basis of regime support in Grenada from 1951-1991, New York 1997.