grifo
L'unica occorrenza è in If XXXI 126 però ti china e non torcer lo grifo. G. è propriamente " muso di animale ", " grugno "; ma torcer lo grifo, a parte la convenienza dell'espressione al personaggio (Anteo), è modo di dire, e ha qui il senso di " sdegnare ", " disprezzare ", anche senza supporre un effettivo disdegno del gigante per la richiesta di Virgilio.
Per altro nella lingua di D. ‛ torcere il g. ' è modo metaforico e non letterale, come l'altro, ‛ avere a schifo ', che lo precede in rima, com'è confermato dal ricorrere delle medesime espressioni in Brunetto Latini: " o s'hai tenuto a schifo / la gente, o torto 'l grifo " (Tesoretto 2592). Per lo stesso concetto cfr. Pg XIV 48 [la riviera, l'Arno] da lor disdegnosa torce il muso. Alcuni interpreti (Tommaseo) sentono qualcosa di troppo brusco nella parola di Virgilio: " Dopo lodatolo e promessogli fama, acciocché non sia adulazione gli dà della bestia; ed è perorazione infernale ". Altri (Momigliano) avvertono un certo appiattimento stilistico; altri ancora sentono una finissima ironia in tutto il discorso di Virgilio. Più probabilmente le parole di Virgilio si giustificano in un tratto di accostante lusinga della vanità di Anteo; il tono di cattivante condiscendenza ammette espressioni di tipo mediocre come quelle indicate.