RASPUTIN, Grigorij Efimovič
Mistico russo, in origine contadino di Pokrokovskoe presso Tobolsk. Diventato famoso come taumaturgo, fu chiamato a Pietroburgo nel 1907 e vi divenne rapidamente il beniamino di una parte dell'aristocrazia e della corte, dove si conquistò le simpatie e la protezione dell'imperatrice Alessandra Feodorovna per avere, forse per suggestione, date delle speranze di guarigione dello zarevič ammalato. L'influenza morale di lui si allargò a influenza politica, disponendo egli a suo talento della chiamata e del rinvio dei ministri. Durante la guerra mondiale, come risulta dall'epistolario dello zar Nicola II con l'imperatrice, influì anche sul corso delle operazioni militari. Riusciti vani i tentativi di allontanare R. dalla corte, negli ambienti vicini al sovrano nacque l'idea di assassinare il "santone". Il 16 dicembre 1916 il granduca Dmitrij Pavlovič, il principe Jusupov e il deputato Puriškevič misero in atto questo proposito. L'imperatrice volle che R. fosse seppellito solennemente a Carskoe Selo, dove, dopo la rivoluzione di febbraio, il cadavere fu dissepolto dalla folla e bruciato.
Bibl.: M. Slovev-Rasputina, Mon père Grigory Raspoutine, Parigi 1926; Iliodor (Sergej Trufaov), Svjatoj cort (Il diavolo santo), Mosca 1917; S. Beleckij, R., Pietrogrado 1923; M. Paléologue, La Russie des Tsars pendant la Grande guerre, Parigi 1921, III; O. von Traube, R., Monaco 1925; G. Füllöp-Miller, R. (trad. it.), Milano 1926.