SKOVORODA, Grigorij Savič
Filosofo russo, nato il 3 dicembre 1722 a Cernuchì nel governatorato di Poltava, morto a Ivanovka presso Charkov il 9 novembre 1794. Oriundo da una famiglia cosacca studiò all'Accademia teologica di Kiev, ma più da sé che in scuola acquistò un'eccezionale cultura filosofica e filologica (conosceva perfettamente non soltanto le lingue moderne, ma anche il latino, il greco e l'ebraico). Tornato in patria dalle varie peregrinazioni all'estero, S. non volle abbracciare la carriera ecclesiastica e dopo avere insegnato per un po' di tempo cominciò nel 1766 a vagare per tutta l'Ucraina. E per circa trent'anni, francescanamente povero, passando da un amico all'altro, svolse il suo originale apostolato filosofico, che ebbe una profonda e durevole risonanza nell'anima del popolo.
Nel centro della speculazione mistico-filosofica dello S. sta il problema dell'uomo. L'uomo presenta per lui un piccolo mondo a sé, il "microcosmo" che contiene gli stessi principî e le stesse determinazioni dell'Universo intero, del "macrocosmo", e la cui misteriosa essenza non si traduce se non in un sistema di simboli, che forma, accanto ai primi due, un terzo mondo, un mondo simbolico, il quale si realizza e vive nella Bibbia. Di conseguenza anche la vera conoscenza è possibile solo come un'autoconoscenza dell'uomo, che conoscendo sé, la sua natura e la sua vita, conosce tutto. Ma l'autoconoscenza non è un processo puramente logico; essa segna una ricostruzione della vita, una sempre più profonda spiritualizzazione di essa. Il conoscere teorico si sottopone quindi necessariamente a quello morale e le scienze sono subordinate alla vita e alla filosofia.
Bibl.: V. Ern, G. S. Sk., žizn i učenie (G. S. Sk., vita e dottrina), Mosca 1912; D. Cyževskij, Filozofija G. S. Sk., Varsavia 1934.