Figlio (m. 671) di Gisulfo II, duca del Friuli. Rapito con i fratelli dagli Avari in giovane età, dopo essere rientrato fortunosamente in patria fu poi costretto a lasciare il Friuli a causa dell'usurpazione dello zio e si rifugiò a Benevento con l'unico fratello superstite di tre che ebbe, Radoaldo. Eletto duca di Benevento alla morte di questi (647), dopo quattordici anni per mezzo di Garibaldo, duca di Torino, fu chiamato in aiuto da Godeperto, in lite col fratello Pertarito per la successione al trono, già occupato dal loro padre Ariperto II: G. accolse l'invito e, lasciato a Benevento il figlio Romualdo, mosse verso l'Italia settentr. con un esercito, che nel tragitto verso nord si venne via via ingrossando di nuove forze. Giunto a Pavia, uccise Godeperto e si fece eleggere re, sposando inoltre la sorella della sua vittima (662). Liberatosi poi anche di Pertarito, poté dedicarsi all'opera di difesa e riordinamento dei suoi possessi. G. continuò comunque a esercitare le funzioni ducali a Benevento, dove accorse in aiuto del figlio Romualdo, reggente del ducato, per combattere i Bizantini che avevano attaccato la città agli ordini di Costante II, e li vinse, dopo numerose scaramucce, a Forino presso Salerno (663). Tornato nel nord, G. vi riportò energicamente l'ordine, turbato da alcuni ribelli, specialmente nel Friuli, ove fu aiutato dal khan degli Avari. Attaccò poi i Bizantini in Romagna e ancora una volta vinse. Ormai sicuro dei suoi dominî, attese a riordinare le leggi in senso sempre più vicino al diritto romano, aggiungendo nove capitoli all'editto di Rotari.