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GRIPOCERI

di Emilio Turati - Enciclopedia Italiana (1933)
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GRIPOCERI (dal gr. γρύψ "adunco" e κέρας "corno", per la forma delle antenne adunche, carattere delle farfalle di questo gruppo)

Emilio Turati

Famiglia di Farfalle (v.) diurne all. ni ai Ropaloceri (v.), che si avvicinano ai Noctuidi (v.) nell'aspetto e talora nel modo di vivere. Sono caratterizzate dal corpo stretto, compatto, dalla fronte larghissima, dai palpi corti ma larghi, dalle antenne con l'estremità rivolta all'infuori. Bruchi sempre totalmente nudi o con rarissime setole, senza scabrosità né appendici sul capo e sulla coda, privi di verruche. Il colore degli adulti è per lo più bruno scuro o ocraceo, con ali a macchie e punti ialini disposti in modo consimile tanto da rendere difficile la loro determinazione. Le ali sono per lo più di forma triangolare con apice piuttosto stretto. La statura media dei Gripoceri è di 2 a 3 cm.; solo poche serie raggiungono quella di 6 a 7 cm.

Amano il sole e i fiori; volano velocemente. Nessuna specie abita le regioni artiche e nessuna specie sverna come insetto perfetto; con la pioggia si nascondono e paiono del tutto scomparsi; in Italia volano nelle stagioni più calde, specialmente dal giugno alla metà d'agosto. Nella fauna paleartica il gruppo è rappresentato secondo Mabille da 47 generi che si dividono in 3 sottofamiglie: Hesperiinae, Ismeniinae, Pamphilinae. Le Hesperiinae e le Pamphilinae si suddividono ciascuna in due sezioni a seconda della forma più o meno adunca della clava delle loro antenne. La maggior parte delle specie di questa numerosa famiglia, cui è stato dato anche il nome di Esperidi, vive nelle Americhe: circa 1000 specie si contano nell'America tropicale; 200 nella fauna paleartica, 350 nella fauna etiopica e più di 800 nella indo-australiana. Nell'America tropicale e meridionale i Gripoceri sono tanto numerosi da sorpassare del doppio tutte le altre farfalle diurne colà esistenti.

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