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GROENLANDIA

di Claudio Cerreti, Emma Ansovini - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)
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GROENLANDIA

Claudio Cerreti
Emma Ansovini

(XVII, p. 978; App. II, I, p. 1094; III, I, p. 793)

Assetto istituzionale. - Dal 1979 la G. è costituita in contea autonoma danese. Tra i principali effetti dell'autogoverno (v. oltre: Storia) si segnalano l'assunzione ufficiale del bilinguismo (danese ed eschimese) e l'uscita dalla Comunità economica europea. Si è inoltre deciso di non ospitare sull'isola, neanche in periodo bellico, apparati nucleari, nonostante l'appartenenza alla NATO e la presenza di basi militari statunitensi (la principale delle quali a Søndre Srømfjord).

Popolazione. − La popolazione della G. conta 55.558 ab. (1990), distribuiti nelle aree costiere libere da ghiacci permanenti che, secondo le ultime valutazioni, sono estese circa 341.700 km2, pari al 15,7% della superficie dell'isola. Assai più popolata appare la G. occidentale, con oltre il 90% degli abitanti, mentre la popolazione della G. orientale (3425 ab.) è quasi tutta concentrata nel centro principale, Angmagssalik / Ammassalik (2889 ab. nel 1990). Appena 849 risultano essere i residenti permanenti nella G. settentrionale; si sono censiti, inoltre, un migliaio di nomadi. Sull'insieme della popolazione, circa 9500 sono gli stranieri residenti (in prevalenza danesi).

I centri più popolosi si trovano lungo la costa occidentale: Godthaab/Nuuk, capoluogo della G. (12.687 ab. nel 1990), Holsteinsborg/Sisimiut (5090 ab.), Jakobshavn/Ilulissat (4568 ab.), Sukkertoppen/Maniitsoq (4075 ab.).

La popolazione groenlandese ha registrato un notevole aumento negli anni Cinquanta e Sessanta, con incrementi annui anche oltre il 4%, stabilizzandosi poi su tassi di crescita intorno all'1% annuo: al censimento del 1951 furono registrati 24.118 ab.; nel 1960, 33.113; nel 1965, 39.600; nel 1970, 46.531; nel 1976, 49.630. Complessivamente, dunque, nell'ultimo quarantennio la popolazione è più che raddoppiata.

Condizioni economiche. − Ridotta a un ruolo marginale la tradizionale attività della caccia, e rimanendo stazionario l'allevamento di caribù e ovini, l'economia dell'isola tende a basarsi sempre più su pesca e attività minerarie. La pesca riguarda essenzialmente il merluzzo, il cui prodotto è in quasi costante aumento (circa 214.000 t sbarcate nel 1989) e alimenta le poche installazioni industriali della Groenlandia. Qualche rilievo ha poi la pesca di cetacei e gamberetti.

Quanto alle attività minerarie, arrestatasi l'estrazione di carbone nonché della criolite di Ivigtut/Ivittuut, rimangono ragguardevoli le produzioni di piombo (circa 35.500 t di metallo contenuto nel 1989) e zinco (130.500 t), estratto presso Mesters Vig. Di altri giacimenti noti (uranio, molibdeno, torio) non è stata ancora avviata la coltivazione, che sembra tuttavia promettente.

Grandissimo impulso ha ricevuto il commercio da e per la Danimarca, che ha raggiunto valori di circa 2,9 miliardi di corone all'importazione e circa 2,9 all'esportazione (1989).

Assai diminuita, invece, in conseguenza degli sviluppi tecnici recenti, è l'importanza che aveva la posizione geografica della G. sia dal punto di vista strategico, sia come scalo aereo intercontinentale e come base per rilevazioni meteorologiche.

Da segnalare, infine, l'istituzione (1974) nel Nord della G. del parco naturale più vasto del mondo, esteso su circa 700.000 km2.

Bibl.: H. O. Hansen, A survey of some recents population trends in Greenland, in Etudes Inuit Studies, 1985, 1, pp. 23-49; Danmarks Statistik, Statistik Årbog Danmark, Copenaghen, annuale (1988).

Storia. - Dal 1° maggio 1979 la G. ha ottenuto una larga autonomia sulla base di uno statuto approvato dal Parlamento danese nel 1978 e ratificato dai Groenlandesi attraverso un referendum nel gennaio 1979. Lo statuto prevede l'istituzione di un parlamento (Landsting) e di un governo (Landsstyre) locali, con competenza a legiferare su ogni materia, fatta eccezione per la difesa, gli esteri e la politica monetaria; la G. continua a essere rappresentata a Copenaghen da due delegati eletti al Parlamento danese. Le elezioni politiche per il Landsting, tenutesi nell'aprile 1979, segnarono la vittoria del Partito socialdemocratico (Siumut) nei confronti del Partito di centro (Atasut). Un governo monocolore, presieduto dal socialdemocratico J. Motzfeld, guidò il paese fino alle elezioni del 1983. Nel febbraio 1982 si svolse un referendum sulla permanenza o meno della G. nella CEE, in cui prevalsero di stretta misura i voti favorevoli al ritiro. Un successivo accordo (1984) sancì l'uscita dalla CEE a partire dal 1° gennaio 1985. Nel frattempo la consultazione elettorale del 1983 aveva registrato una flessione del Partito socialdemocratico che era comunque riuscito a formare un nuovo governo grazie all'appoggio del partito eschimese di sinistra, Inuit Ataqatigiit. Contrasti interni alla maggioranza condussero a elezioni anticipate che, tenutesi nel 1984, portarono alla ricostituzione della precedente coalizione. Una nuova consultazione nel 1987 registrò un incremento della sinistra rappresentata dall'Inuit Ataqatigiit e condusse alla conferma della coalizione. Una sostanziale instabilità politica continuò a caratterizzare la situazione del paese e portò nel dicembre 1990 alle dimissioni del governo e a nuove elezioni anticipate, che, tenutesi nel marzo 1991, registrarono una complessiva tenuta dei partiti di governo. Infatti il Siumut, pur perdendo consensi, mantenne inalterato il numero dei suoi rappresentanti e l'Inuit Ataqatigiit conquistò un ulteriore seggio. Il principale partito di opposizione subì una consistente perdita di voti a vantaggio del partito di centro, che entrò per la prima volta in Parlamento con due seggi. Nell'aprile del 1991 fu varato un nuovo governo di coalizione formato dal Siumut e dall'Inuit Ataqatigiit e presieduto da L.E. Johansen.

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