gromma
In Pd XII 114 è la muffa dov'era la gromma. In senso proprio g. è il " tartaro " o " gruma ", sedimento del vino che s'incrosta nelle botti ed è ritenuto prova della buona qualità del contenuto.
Uguccione da Pisa nelle sue Derivationes spiega: " Gruma est crusta, quae fit in lateribus dolii propter vinum ". Benvenuto specifica: " Gromma est solida, sapida, odoripera et bona, ita quod conservat vinum ". L'idea della g. che dà buon odore al vino è ripresa anche dal Landino: " Dove solea essere la gromma che rende ottimo odore del vino, che è stato nel vaso: ora v'è la muffa che getta cattivo odore ".
Nel contesto del luogo dantesco la g. vuoi significare metaforicamente la sostanza dei buoni principi informatori della regola francescana e la loro retta osservanza. Tutta l'espressione ha sapore proverbiale: " buon vin fa gruma, e tristo vin fa muffa ".