gru
Ricorre due volte, col doppio genere del latino: E come i gru van cantando lor lai... (If V 46); Poi, come grue ch'a le montagne Rife / volasser parte, e parte inver' l'arene, / queste del gel, quelle del sole schife... (Pg XXVI 43). Grue è plurale di ‛ grua ', forma comune nel '200: " Grue sono una generazione d'uccelli che vanno a schiera, come i cavalieri che vanno a battaglia, e sempre vanno l'uno dopo l'altro " (Volgarizzamento del Tresor di B. Latini, V 27; ediz. Chabaille, Bologna 1877, p. 185). Le g. sono indicate per perifrasi in Pg XXIV 62 Come li augei che vernan lungo 'l Nilo, / alcuna volta in aere fanno schiera, / poi volan più a fretta e vanno in filo; ricordandole ogni volta per similitudine, accanto ad altre particolarità, il poeta segnala la disposizione del volo in riga o in fila di questi uccelli.
Il paragone con le g. nell'episodio dell'Inferno ha una doppia ragion d'essere, i lamenti e la disposizione delle anime, onde Benvenuto commentava: " grus... volat gregatim sicut et isti, et in linea et cum clamore magno "; per l'occorrenza del Purgatorio, v. il Lombardi: " paragona quest'anime alle gru non per altro se non perché, a guisa appunto di grue, ‛ van cantando lor lai ' (Inf., V°, 46), loro magagne; e come di quest'anime parte va con una direzione e parte con direzione del tutto contraria, però pone per ipotesi ciò che manca alla perfetta somiglianza... ".