GRUBICY DE DRAGON, Vittore
Pittore e critico d'arte nato a Milano il 15 ottobre 1851, morto ivi il 4 agosto 1920. Fu uno degli artisti più noti a Milano tra il 1890 e il 1920: la sua aria profetica, la sua parola persuasiva e la sua penna polemica, la sua delicata pittura divisionista lo fecero considerare come un maestro. Non pochi artisti di quel periodo subirono la sua influenza e ascoltarono la sua predicazione. Fu l'apostolo del "divisionismo". È sua la frase: "Se la pittura dell'Ottocento ha uno stile lo si deve alla ricerca della vibrante intensità luminosa del colore )". Egli fu il primo a intuire il genio di Giovanni Segantini e a indirizzarlo intelligentemente mostrandogli pitture dell'olandese Mauve e additandogli a esempio l'opera di François Millet. Questa solidarietà spirituale col Segantini si svolse e si completò fra il 1880 e il 1890. Nel primo tentativo privato di far conoscere l'arte italiana all'estero (soprattutto quella di Segantini) alle esposizioni internazionali (Londra 1887, Parigi 1888) ebbe finanziatore il fratello Alberto.
Dal Segantini e dal fratello Alberto, Vittore si staccò nel 1890 e la sua attività pittorica s'inizia propriamente con tale data. Opere di lui si trovano alla Galleria d'arte di Milano (Perle d'amour, Primavera, Poema invernale), nella Galleria d'arte moderna dell'Aia, nella Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, nella collezione Toscanini a Milano. Scritti e cronache d'arte dispersi in giornali, riviste, cataloghi del tempo.
Bibl.: P. levi, Il fenomeno G. nella vita e nell'arte, Livorno 1910; U. Bernasconi, V. G. de D., in Emporium, XIL (1915), pp. 244-72; C. Carrà, V. G., in Primato artistico, II (1920), n. 6; H. V., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XV, Lipsia 1922 (con bibl.); E. Somaré, Storia dei pittori italiani dell'800, I, Milano 1928, pp. 210-16.