Vedi GRUMENTO dell'anno: 1960 - 1994
GRUMENTO (v. vol. III, p. 1064)
Ricerche sistematiche ancora in corso, oltre alla raccolta di nuovi dati, hanno evidenziato l'importante ruolo che G. può avere negli studi sulle trasformazioni politiche, economiche e insediative determinate dalla presenza di Roma nella Lucania interna.
L'abitato viene creato ex novo nel corso del secondo o terzo decennio del III sec. a.C., e a questo stesso periodo risale probabilmente la progettazione di un impianto urbanistico regolare, basato su due, o forse tre, assi longitudinali NE-SO intersecati da numerosi assi trasversali minori secondo un ritmo costante di c.a 35 m. Caratterizzato subito da un'estensione piuttosto consistente (15 ha c.a), nel corso del III e II sec. a.C. G. si presenta come un abitato economicamente molto attivo, sul quale gli episodi della guerra annibalica non sembrano lasciare conseguenze apprezzabili. Questa fase iniziale del centro è documentata archeologicamente da una ricca attestazione di ceramica figulina dipinta, di produzione sicuramente lucana, e da resti dell'impianto urbano, tra i quali un tratto di via glareata e le tracce di un impianto artigianale destinato alla produzione di statuine fittili. Il ricorrere di livelli di bruciato e la quasi totale mancanza di documentazione archeologica relativa a tutta la prima metà del I sec. a.C. attestano un momento di evidente rottura, probabilmente attribuibile alla guerra sociale, seguito da un lungo periodo di crisi. Solo a partire dagli anni 60-50 a.C. si avvertono i primi segni di una ripresa lenta ma graduale, caratterizzata da numerosi interventi costruttivi e dall'inserimento di nuove aree a destinazione pubblica nel tessuto urbanistico precedente, senza nessuna alterazione delle sue caratteristiche di base. Nell'arco di pochi decenni si susseguono il restauro di due tratti delle mura di cinta (57 e 51 a.C.), la costruzione di un portico (43 a.C.), di un impianto termale pubblico (età augustea), dell'anfiteatro (seconda metà del I sec. a.C.) e del teatro (inizi dell'età imperiale); quest'ultimo, situato nella parte meridionale della città, viene a occupare l'area dell'impianto artigianale di età ellenistica. Anche l'area forense, ubicata nella parte centrale dell'abitato e con il Capitolium sul lato settentrionale, risulta interessata dal precedente dinamismo edilizio. Allo stato attuale della ricerca, tuttavia, non è possibile definire con chiarezza se questi ultimi interventi, databili nei decenni iniziali del I sec. d.C., vadano attribuiti a un progetto di monumentalizzazione di un'area già esistente, oppure siano connessi con l'impianto ex novo del foro, e quindi con l'introduzione dello statuto coloniario.
Nel corso dell'età imperiale G. rappresenta uno dei pochi centri urbani della Basilicata. Nonostante la sua ubicazione in un'area montuosa interna, la viabilità pubblica le consente rapidi collegamenti verso Ν (Venosa e la Via Appia) e verso S (costa tirrenica e Via Popilia; costa ionica). Nell'area situata immediatamente a Ν del teatro è stato riportato alla luce un breve tratto del tessuto urbano di età imperiale, comprendente, tra l'altro, un tempietto di tipo italico racchiuso entro un recinto porticato (età severiana), e una grande domus ad atrio e peristilio con numerosi pavimenti a mosaico, probabilmente identificabile con una domus Augustalium (I-IV sec. d.C.). Al II sec. d.C. va attribuito un altro importante intervento pubblico, che comporta la pavimentazione a basoli dei tre assi longitudinali NE-SO e di alcune delle strade trasversali. Nel territorio che circonda l'area urbana sono stati individuati alcuni tracciati della viabilità extraurbana, visibili sulla foto aerea e documentati sul terreno dai resti di un ponte sull'Agri e da alcune tombe monumentali a dado e a tamburo di prima età imperiale. Numerose iscrizioni funerarie (II-III sec. d.C.) sono state rinvenute nelle necropoli presenti a E e a S della città.
La prosperità economica di G. sembra continuare inalterata fino a età tarda, quando, secondo le fonti (An. Rav., IV, 35, 3-5; Guido, XLIX, 12-13), il suo territorio confina con quello di Taranto. La fine, rapida e improvvisa, dell'abitato sembra collocarsi già nella prima metà del V sec. d.C., ed è probabilmente seguita da una diversa organizzazione della popolazione residua in piccoli nuclei, sparsi nell'area urbana e nel territorio.
Per ciò che riguarda il periodo preromano, risulta ormai evidente che il santuario arcaico, da cui provengono verosimilmente i due cavalieri in bronzo del British Museum di Londra e del museo di Boston, non sia ubicabile nell'area della città ellenistico-romana, ma vada piuttosto ricercato nel territorio immediatamente circostante. Un altro documento di recente acquisizione è dato da un piccolo deposito votivo a carattere rurale, della seconda metà IV-inizi III sec. a.C., rinvenuto a S dell'abitato, in un'area successivamente occupata dal tracciato dell'acquedotto e dalla necropoli urbana.
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