CARTOCETO, Gruppo di (v. vol. VI, p. 53, s. v. Pergola)
Il celebre complesso di statue-ritratto romane in bronzo dorato, rinvenute (1946) in uno stato molto frammentario, è stato ricomposto dopo i lunghi lavori di restauro eseguiti a Firenze da B. Bearzi, a partire dal 1948. In seguito, negli anni ‘60 e agli inizi del decennio successivo, furono esposte ad Ancona due teste di cavallo, un cavaliere e una statua muliebre, tutti appartenenti al gruppo. Dal 1975 le statue sono state oggetto di nuovi esami effettuati a Firenze, sotto la guida di P. R. Del Francia, nel laboratorio di restauro della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana. Nel corso dei lavori sono state modificate le integrazioni, difficilmente distinguibili, effettuate nel primo intervento di restauro sulla base dei frammenti originari e si è riusciti per la prima volta a ottenere un’apprezzabile ricostruzione dei corpi dei cavalli. I lavori si sono conclusi con la realizzazione di una copia ricostruttiva di una delle due statue equestri. Nel 1987 e nel 1988 le sculture sono state esposte in mostre allestite a Firenze e a Pergola.
Il gruppo scultoreo è costituito da due personaggi maschili a cavallo e da due figure femminili stanti, abbigliate con ricche vesti. Una delle due, conservatasi quasi integralmente, riproduce il tipo ellenistico della Pudicitia; l’altra, della quale rimane soltanto la parte inferiore del corpo, mostra uno schema affine, anche se con un panneggio meno sontuoso. Entrambe indossano tunica e mantello che, nella statua meglio conservata, copre anche il capo.
In base ai frammenti superstiti, anche le due statue equestri possono essere ricondotte a un medesimo schema, testimoniato da diverse rappresentazioni di epoca imperiale, ma reso particolarmente noto dalla statua di Marco Aurelio in Campidoglio.
I cavalli sono rappresentati in posizione statica, tuttavia ognuno di essi solleva una delle zampe anteriori. Le briglie sono decorate da phalerae con busti e figure di dèi; tra questi si riconoscono in maniera inconfondibile Marte e Minerva. I cavalieri siedono su drappi riccamente decorati alla maniera ellenistica, fissati con una cinghia attorno alla pancia del cavallo e con un balteus intorno al petto. I baltei sono decorati da figure marine armate. I cavalieri sollevano il braccio destro, mentre con la mano sinistra reggono le briglie; indossano tuniche e toghe e calzano calcei senatori.
In base alle caratteristiche tecniche, all’iconografia e allo stile, le quattro statue di C. sono da considerare appartenenti a un unico gruppo scultoreo.
La prima proposta (Stucchi, 1960-1988) riguardo alla identificazione dei ritratti conservati, secondo la quale una delle due figure maschili rappresenterebbe Nerone Cesare, uno dei fratelli di Caligola, e la statua femminile atteggiata nello schema della Pudicitia, Livia, non ha trovato consensi in ambiente scientifico. Recenti indagini stilistiche hanno invece dimostrato che si tratta delle rappresentazioni di due personaggi a noi ignoti, risalenti al periodo di transizione dalla Repubblica al Principato. Potrebbe trattarsi di un gruppo scultoreo che ritrae una famiglia senatoriale, come pure della rappresentazione dei membri della decuria di una città antica della regione.
Il rinvenimento delle statue al di fuori di un insediamento antico costituisce un problema. Secondo un’osservazione dei restauratori, alle statue di C. mancavano i tasselli atti a permettere il loro fissaggio su una base; ne consegue che le statue non furono mai erette. E probabile che esse siano andate distrutte durante il trasporto dalla fonderia al luogo di destinazione e siano rimaste nei pressi del sito medesimo di Cartoceto.
Una delle scoperte più interessanti effettuate dai tecnici della lavorazione del bronzo durante i restauri compiuti negli anni ‘80, è che le statue erano state fuse indirettamente, usando modelli che potevano essere utilizzati più volte impiegando una matrice ausiliaria multipla. Grazie a questa tecnica era possibile scegliere liberamente motivi diversi, p.es. per la decorazione di phalerae e baltei, e inserirli singolarmente.
Bibl.: S. Stucchi, Gruppo bronzeo di Cartoceto, in BdA, XLV, 1960, p. 7 ss.; K. Fittschen, p. Zanker, Katalog der römischen Porträts in den Capitolinischen Museen und den anderen kommunalen Sammlungen der Stadt Rom, III, Magonza 1983, p. 39, n. 41, 2; AA. VV., Bronzi dorati da Cartoceto (cat.), Firenze 1987; J. Bergemann, Die Pferde von S. Marco. Zeitstellung und Funktion, in RM, XCV, 1988, p. 125 ss., tavv. liv, lv.i; S. Stucchi, Il gruppo bronzeo tiberiano da Cartoceto, Roma 1988 (rec. J. Bergemann, in Gnomon, LXII, 1990, p. 544 ss.); J. Bergemann, Römische Reiterstatuen. Ehrendenkmäler in öffentlichen Bereich, Magonza 1990, p. 50 ss., tavv viii-х.