PRAXIAS, Gruppo di
Il nome di Praxias appare in un anfora del Cabinet des Médailles databile circa il 480-460 a. C., dipinta nella nota tecnica etrusca a colore rosso sovrapposto sul fondo nero. Non è affatto sicura la lettura Ε???SIM-41???PΑΦ???SIM-40???Ε proposta di nuovo da A. Rumpf e di conseguenza non è possibile dire se P. sia pittore o vasaio. J. D. Beazley gli attribuisce altre tre anfore estremamente simili per forma e per il gusto abbastanza puramente ellenico delle pitture. Lo stesso studioso rileva con sorpresa la singolarità di iscrizioni greche nonostante la tecnica tipicamente etrusca. In margine ai pochi pezzi assegnati alla mano di P., J. D. Beazley costituisce un Gruppo di P. la cui attività si può seguire sin verso la metà del secolo e i cui legami sono principalmente di carettere tecnico.
Nel Gruppo di P. il Beazley include un gran numero di vasi della prima metà del V sec., tra cui il cratere a colonne da Glusium e la pelìke Amsterdam 4584, che il Dohrn considera opera tarda del Pittore di Praxias, in quanto imitazione dei vasi attici del 430-425. Il Rumpf, basandosi sull'alfabeto, considera i vasi prodotti di una colonia calcidese in Italia e li data alla metà del V sec.; certo devono essere più vicini alla metà che all'inizio del secolo per il fatto che ai vasi che imitano lo stile di Epiktetos se ne aggiungono altri che imitano vasi attici del secondo venticinquennio del secolo.
Bibl.: A. Rumpf, Praxias, in Ath. Mitt., XLVIII, 1923, p. 24; H. Dragendorff, Amphora Strengen Styls in Freiburg im Breisgau, in Jahrbuch, XLIII, 1928, pp. 331-359; J. D. Beazley, Etruscan Vase-Paint, p. 195; A. D. Trendall, Vasi italioti ed etruschi a figure rosse, II, Città del Vaticano 1955, p. 258.