guadagnare
Ha in D. il valore di " lucrare ", sia nel campo pratico, sia in quello morale.
D. l'adopera in If XXX 43 per guadagnar la donna de la torma (" ut lucraretur equam ", Guido da Pisa), alludendo alla cavalla o mula, di cui Gianni Schicchi si nominò erede, falsificando in sé Buoso Donati che ne era il padrone. Per altro non è escluso che il verbo abbia qui il valore legale di " ereditare " che doveva essere consueto nel linguaggio notarile degli atti testamentari e che si riscontra ad es. in un testamento fiorentino del 1273: " tutti choloro / che guadangnaro questo avere che quie si scriverà " (Castellani, Nuovi testi 284). La parola così intesa s'intona bene con le espressioni da formulario giuridico contenute nel v. 45 testando e dando al testamento norma.
Nel senso di " trar guadagno ", con costrutto assoluto, in Fiore CX 12 nessun dia limosina a uom sano / che truovi a guadagnare, e CLVII 7. Il significato più generico di " procurarsi ", " procacciarsi ", in Cv I IX 3 non si deono chiamare litterati, però che non acquistano la lettera per lo suo uso, ma in quanto per quella guadagnano denari o dignitate, e Pg XX 77, dove si parla di Carlo di Valois, che dalla sua venuta in Italia trarrà frutto solo di colpa e d'infamia: Quindi non terra, ma peccato e onta / guadagnerà. Così anche in Fiore LXXII 3 così l'amor di lor guadagneria, CXIII 3, CLV 8.
Bibl. - Barbi, Problemi II 100.