GUADALAJARA (A. T., 39-40)
Capoluogo della provincia spagnola omonima (Nuova Castiglia). Sorge all'estremità O. di questa sulla sponda sinistra del Río Henares, quasi al termine dell'ondulata campiña che dalla città prende nome (40° 38′ 4″ N., 3° 12′ 46″ O.; 640 m. s. m.).
Un centro abitato esisteva fin dall'epoca preromana (Arriaca, città dei Carpetani); fiorì sotto Cesare, e più tardi sotto i Goti, e venne occupata nel 712 dagli Arabi, che la chiamarono, dal fiume ond'è lambita, Wàdê 'l-higiàrah "fiume delle pietre", donde il nome attuale. Passata con Alfonso VI alla corona di Castiglia nel 1085, fu, per qualche tempo (sec. XIII), sede dei sovrani di questa casa, ma decadde rapidamente col dilagare verso S. della reconquista.
Oggi Guadalajara conserva notorietà soprattutto per il suo passato, come centro amministrativo e per le opere d'arte che l'adornano. La popolazione, che si occupa quasi esclusivamente d'agricoltura e di allevamento, è da un pezzo stazionaria (11 mila abitanti alla fine del secolo scorso, 14 mila nel 1930). Nonostante il recente impianto di un notevole Servicio de Aerostación, il primo di tutta la Spagna, lo sviluppo urbano è stato insignificante. Guadalajara dista poco più di 50 km. da Madrid, ed è sulla grande linea di comunicazione che dalla capitale adduce all'alta valle dell'Ebro, ma lo scalo ferroviario è un po' lontano dal centro abitato e sull'altra sponda del fiume.
Monumenti. - Contrastano con l'aspetto povero e triste della città attuale i ricordi del lontano passato rappresentati dal perimetro delle vecchie mura, oggi in gran parte abbattute, e da numerosi edifici. La chiesa di S. Genesio, principiata nel 1557, è notevole per quattro tombe "plateresche". Degli edifici civili più importanti ricordiamo l'Istituto generale e tecnico, già convento delle suore di pietà, fondato nel 1530 da Brianda de Mendoza y Luna, nipote di Alvaro de Luna, con un bel portale del Rinascimento italiano; la "Maestranza", già convento di S. Francesco e il palazzo dei duchi dell'Infantado (fine del secolo XV), ancora pieno d'elementi d'arte musulmana.
Bibl.: Prats y Jimeno, Guadalajara y el palacio del Infantado, Madrid 1892; V. Lampérez y Romea, Los Mendoza del siglo XV, Madrid 1916; A. Aguilar y Cuadrado, Guadalajar, Alcalá, Barcellona s. a.
La provincia di Guadalajara. - È posta tra le provincie di Soria, Saragozza, Teruel, Cuenca, Madrid e Segovia, e ha 12.192 kmq. di superficie e 213.000 ab. (1930). È formata dalla sezione NE. della Nuova Castiglia: la parte meridionale e sud-occidentale della provincia è compresa nella "meseta" castigliana; a N. e a E. s'innalzano invece Sierre superiori talora a 1500 m., le quali fanno parte delle barriere montuose che dividono la Nuova Castiglia da una parte dall'altipiano della Vecchia Castiglia (Sierra de Guadarrama), dall'altra dal bacino dell'Ebro: la massima altezza è segnata dal P. Ocejón, a N., che tocca i 2069 m. Idrograficamente la provincia, salvo una piccola zona a NE. che fa parte del bacino dell'Ebro, è compresa nel bacino del Tago: l'attraversano il fiume principale e alcuni dei suoi affluenti di destra, Gallo, Tajuna, Henares, Jarama. Il clima è continentale, con forti escursioni annue di temperatura. L'agricoltura dà cereali (specialmente frumento), vino, olio, zafferano, canapa; si alleva il baco da seta e le zone montuose offrono pascoli sfruttati dagli ovini; il mantello boschivo, un tempo molto esteso, è ora ridotto a pochi lembi (soprattutto querce e sugheri). La provincia è attraversata dalla ferrovia Madrid-Calatayud, che unisce la Nuova Castiglia col bacino dell'Ebro.