Beccari, Gualberta Alaide
Femminista e patriota (Padova 1842 - Bologna 1906). Cresciuta in una famiglia di idee repubblicane, maturò sin da giovane un forte impegno civile ereditando dai suoi genitori la passione per la politica. A Modena, dove la famiglia si trasferì nel 1859, fu di aiuto al padre nello svolgere mansioni amministrative al servizio dell’esercito piemontese. Venuta in contatto con numerosi esponenti repubblicani e radicali e influenzata dal pensiero di Mazzini, fu protagonista di un’intensa stagione di dibattito emancipazionista, rivendicando la necessità di un rinnovamento morale della figura femminile, condizione indispensabile per il rinnovamento culturale della nazione. Strumento della sua battaglia fu la rivista «La donna», pubblicata a Padova dall’aprile del 1868 e diretta dalla stessa Beccari, un coraggioso esempio di giornalismo tutto femminile che affrontò temi spinosi e molto controversi: la parità salariale, la prostituzione, il divorzio, i diritti politici delle donne. L’arretratezza della società italiana la spinse a dare alla rivista un’impronta pedagogica e di formazione delle giovani, al fine di aiutare queste ultime anche a esprimersi in campo letterario e lasciando spazio alla pubblicazione di primi esperimenti poetici e in prosa. Nel 1891 la rivista chiuse dopo aver ospitato i contributi di importanti scrittrici e pubbliciste del tempo: tra queste Giorgina Saffi, Erminia Fuà Fusinato, Anna Maria Mozzoni. Protagonista della vita civile del suo tempo, Gualberta Beccari intervenne anche nel dibattito politico condannando la scelta imperialista di Crispi e attirandosi la diffidenza e l’ostilità degli ambienti reazionari e clericali. Vittima di un rapido deteriorarsi delle condizioni di salute, morì in solitudine a Bologna dopo aver lasciato anche alcune opere teatrali.