Poeta (Lilla 1135 circa - Amiens 1201). Studiò a Parigi e a Reims, fu poi maestro a Laon, ebbe un canonicato a Reims, e fece quindi parte della cancelleria di Enrico II, dal quale si staccò per avvicinarsi a Th. Becket, e passò come maestro a Châtillon. Si recò quindi a Bologna per studiarvi il diritto canonico, e a Roma dove attinse materia per le sue satire contro la curia. Ebbe da ultimo il canonicato di Amiens. La sua Alexandreis (1178-82), grande poema eroico latino in esametri (10 libri) sulle gesta di Alessandro Magno, classicamente condotto sulla scorta dello storico Q. Curzio Rufo, è il più felice tentativo dell'epica latina medievale. Originali sono pure le sue poesie liriche e satiriche, in versi ritmici, trasmesse in due principali raccolte, alcune di contenuto amoroso, o religioso, le più estese di carattere riprensivo, come la Apocalypsis Goliae episcopi contro gli ecclesiastici (di di scussa attribuzione). Le poesie di G. ebbero notevole successo e alcune furono accolte o imitate nei Carmina Burana. Compose anche un poema georgico, di cui ci è conservato in un florilegio un ampio frammento, e, in prosa, un Tractatus contra Iudaeos.