GUAMI
Famiglia di musicisti, originaria di Guamo di Capannori, in Lucchesia: il capostipite fu Giuseppe (Gioseffo), figlio di Domenico, nato a Lucca, ove venne battezzato il 27 genn. 1542.
Si ignora da chi abbia ricevuto la prima educazione musicale; si sa solo che, a Venezia dal 1561, si perfezionò sotto la guida di Adriano Willaert, così come lascia intendere Massimo Troiano nei suoi Dialoghi (Venezia 1569), ove riferendosi a "Gioseppe da Lucca, giovane degno di molta laude per le sue infinite virtù, & honorati costumi", aggiunge di averlo conosciuto "in Venetia, quando che sotto la disciplina di Messere Adriano ivi era" (in Mischiati, prefaz. Canzoni da sonare, p. V).
Determinante dovette essere per la formazione artistica di Giuseppe la protezione dei mecenati lucchesi Giuseppe Buonvisi e Ludovico Penitesi, come si può desumere dalla dedica della sua prima opera a stampa, Il primo libro di madrigali a cinque voci, edito a Venezia presso A. Gardano nel 1565. Nel centro lagunare Giuseppe conquistò in breve tempo ampia notorietà, il che si può facilmente arguire dal cospicuo numero di sue composizioni apparse fin dal 1561 in antologie miscellanee di diversi autori, alcuni dei quali di chiara fama: Andrea Gabrieli, Claudio Merulo, Annibale Padovano.
Nel 1568, a dimostrazione della discreta notorietà raggiunta presso i contemporanei, fu nominato primo organista presso la cappella del duca Alberto V di Baviera, con l'elevato stipendio di 180 fiorini annui: nulla di più probabile che tale incarico gli fosse stato personalmente affidato da Orlando di Lasso, in viaggio da Monaco a Venezia nel 1567. Il servizio presso la cappella musicale bavarese perdurò ininterrotto fino al 1570 e, dopo un intervallo di tre anni, dal 1574 al 1579.
In quest'ultimo anno Giuseppe fece ritorno nella città natale, assumendovi, con la retribuzione annua di 24 scudi, le mansioni di organista presso la chiesa di S. Michele in Foro, incarico già assegnatogli nel 1574 e ricoperto, in sua assenza, da Alessandro Carpani.
Al 6 luglio dello stesso 1579 risale anche il suo matrimonio con Ortensia Bedini, dalla quale ebbe sei figli: quattro maschi, Nicolao, Domenico, Vincenzo e Valerio, e due femmine, Emilia ed Elisabetta (Arrighi, p. 250). A Lucca risiedeva ancora nel 1582, poiché in questo stesso anno ottenne dal governo una sovvenzione di 4 fiorini mensili per tre anni, purché avesse prestato servizio, ogniqualvolta fosse stato richiesto, tra i musici palatini. Successivamente, intorno al 1585, testimonianze posteriori riportate dal Nerici (p. 160) lo dicono impegnato come maestro di cappella al servizio di Giovanni Andrea Doria a Genova.
Ormai musicista di notevole fama, il 30 ott. 1588 fu eletto primo organista in S. Marco, succedendo nell'incarico a Vincenzo Bell'haver.
Ottenne la nomina per interessamento del sacerdote trevisano Francesco Sugana, come risulta da una supplica inviata da quest'ultimo ai procuratori il 1° giugno 1588: "Non ho trovato già mai soggetto più valoroso et meritevole del sig. Giosef Guammi Lucchese […] nella professione del sonare l'ho trovato così intelligente, et profondo, che con pace de tutti stimo, che egli non debba ceder a niun altro d'Europa" (in Benvenuti, p. LXXII). Che fosse tenuto in grande considerazione nell'ambiente veneziano si può desumere dalla proposta dello stesso Sugana di esentarlo da un pubblico concorso, richiesta che i procuratori accolsero nominandolo direttamente e con lo stipendio annuo di 120 ducati. Risulta priva di fondamento l'ipotesi riportata dal Fétis (sulla scia del Caffi) che Giuseppe avesse ottenuto tale incarico per influenza della famiglia Bell'haver, cui per riconoscenza si sarebbe impegnato a pagare annualmente una certa somma di denaro.
Giuseppe fu quindi nella prestigiosa sede lagunare alle dipendenze di G. Zarlino, maestro di cappella, mantenendo tale incarico fino al 1591, anno in cui nel mese di agosto abbandonò definitivamente il posto. Rimangono oscure le ragioni di tale decisione: come riporta il Caffi (p. 198), Giuseppe "all'improvviso e senza alcuna licenza si tolse di Venezia", onde i procuratori, con decreto del 15 sett. 1595, lo dichiararono decaduto dal posto.
Frattanto, il 5 apr. 1591, era stato nominato organista nella chiesa di S. Martino a Lucca, come successore di Jacopo Corfini. Mantenne tale ufficio fino alla morte, avvenuta a Lucca sul finire del 1611 o i primissimi giorni del 1612.
Musicista versatile, come appare dalla varietà dei generi da lui trattati (canzoni, mottetti, madrigali, messe ecc.), fu assai celebrato nel suo tempo, meritando gli elogi di Zarlino, che nei Sopplimenti musicali del 1588 lo definì "eccellente compositore et sonator d'organi suavissimo"; non meno importanti le testimonianze di A. Banchieri, che nei suoi Concerti ecclesiastici a otto voci (Venezia 1609) si vantò di essere "discepolo del Signor Gioseffo Guami".
Seguendo le tendenze più avanzate del tempo, Giuseppe rivelò in ambito strumentale una crescente autonomia dai modelli vocali, in favore di un linguaggio gradualmente orientatosi verso i caratteri dello stile "concertato". Indubbie qualità si ritrovano nelle canzoni strumentali, il cui principale nucleo è costituito dall'edizione di Venezia del 1601, ristampata ad Anversa nel 1612. Strutturalmente tradizionali nella suddivisione in più sezioni imitative, le canzoni rivelano originali spunti creativi nella condotta delle voci, laddove, a detta del Mischiati (pp. IX s.), l'esigenza di un periodare musicale di più ampio respiro si traduce nell'impiego di progressioni quale elemento organizzatore di brevi idee strumentali. Qualche indicazione sulle intenzioni compositive si può evincere dai titoli apposti dall'autore alle singole canzoni, secondo la diffusa abitudine del tempo di dare denominazioni che fossero esplicative dello stile adottato o che rendessero omaggio a famiglie amiche e nobili.
Quanto alla musica sacra, è evidente, secondo D. Arnold (in Die Musik in Gesch. und Gegenwart), l'influenza di Orlando di Lasso: spesso differenziati dal lato armonico e ritmico, i mottetti di Giuseppe si discostano, nella forma a 8 o più voci, dal modello a doppio coro veneziano, manifestando nella scrittura compatta a cappella l'impronta del maestro fiammingo.
In ambito profano, l'originale pluralità delle scelte stilistiche attesta l'interesse per una moderna ed efficace interpretazione del testo poetico. Il frequente impiego del declamato, l'alternarsi di contrappunto e omoritmia, l'uso dei madrigalismi e una accresciuta varietà ritmica si legano nei madrigali a un graduale arricchimento dei rapporti armonici. In tal senso nell'ultima produzione si può scorgere un'accentuata presenza di false relazioni, di modulazioni insolite e una più frequente alternanza di maggiore e minore.
Riguardo la sua musica per organo, di cui non molto è stato tramandato, essa denota l'influenza dell'arte virtuosistica di Andrea Gabrieli, senza raggiungere l'ampiezza formale delle opere di Claudio Merulo.
Tra le sue opere, gran parte delle quali conservate presso la Biblioteca del Civico Museo bibliografico musicale di Bologna, si ricordano ancora le seguenti: Il terzo libro de madrigali a cinque voci, con alcuni a sei, et un dialogo a diece (Venezia, A. Gardano, 1584); Sacrae cantiones quae vulgo motecta appellantur, quinque, sex, septem, octo et decem vocibus. Liber primus (ibid., G. Vincenti e R. Amadino, 1585); Lamentationes Hieremiae prophetae, una cum Benedictus, et Miserere, sex vocum (ibid., G. Vincenti, 1588); Il quarto libro de madrigali a cinque & a sei voci, con alcuni dialoghi a otto & dieci (ibid., A. Gardano, 1591); Partitura per sonare delle canzonette alla francese (ibid. 1601); Sacrarum cantionum variis, et choris, et instrumentorum generibus concinendarum, liber alter (Milano 1608); Canzonette francesi a quattro, cinque e otto voci per concertare con più sorte strumenti, con un madrigale passeggiato (Anversa 1612). Tra le composizioni incluse in raccolte dell'epoca si ricordano inoltre: otto madrigali a 5, uno a 6, due a 3 voci; una greghesca a 5 voci, due canzonette a 3 voci, un dialogo a 10 voci, la messa In me transierunt a 5 voci, un Magnificat, un bicinium, due mottetti, due parti di messa; una toccata e varie canzoni strumentali, oltre a diverse fonti manoscritte.
Francesco, fratello di Giuseppe, nacque a Lucca ove fu battezzato il 10 febbr. 1543. Nulla si sa della sua formazione musicale che probabilmente maturò in ambito veneziano, al seguito di Giuseppe. Le prime notizie concernenti la sua attività artistica lo dicono a Monaco, ove dal 1568 alla fine del 1580 prestò servizio come trombonista presso la cappella del duca di Baviera Alberto V.
Nello stesso 1580, a detta del Nedden, sarebbe passato come maestro di cappella alla corte del margravio Filippo II a Baden-Baden, ma la sua presenza nel centro tedesco è documentata soltanto a partire dal 1587; vi rimase fino al 1588, allorché fu sciolta la cappella di corte.
A quest'ultimo anno risalgono le sue prime opere a stampa, entrambe edite a Venezia da A. Gardano: Il primo libro de' madrigali a quattro et cinque voci, con due à otto, e i Ricercari a 2 voci. Rientrato in Italia, nel 1593 fu nominato maestro di cappella di S. Marcilliano (S. Marziale) a Venezia. Della sua produzione di questo periodo resta Il secondo libro de' madrigali a 4, 5 et 6 voci, con un dialogo à otto, edito a Venezia da A. Gardano nello stesso 1593.
In seguito, dati certi concernenti la sua attività lo dicono a Lucca ove, proveniente da Genova, avrebbe partecipato nel 1594 alle musiche per S. Croce, quindi dal 22 sett. 1596 a Udine come maestro di cappella della cattedrale. Ricoprì quest'incarico fino al 5 ag. 1598, allorché fu nominato "capo della musica" nella Cappella Palatina di Lucca, con lo stipendio di 10 scudi mensili.
Egli mantenne tale incarico fino alla morte, avvenuta a Lucca il 30 genn. 1602.
Apprezzato sia come strumentista, sia come compositore, diede il meglio di sé nella produzione di carattere profano. A questo proposito basterebbe ricordare la preziosa interpretazione della parola nei madrigali su testo di T. Tasso e G.B. Guarini, laddove caratteri di modernità si possono individuare nella novità della struttura armonica e melodica. Soluzioni originali si scorgono nell'impiego del declamato, nel prevalere dell'omoritmia sul contrappunto, nonché, dal punto di vista armonico, nel nuovo senso tonale e nell'uso del cromatismo.
Tra i suoi lavori figurano ancora: Il terzo libro de' madrigali à quattro et cinque voci, con un dialogo à dieci (Venezia, A. Gardano, 1598) e, contenuti in raccolte dell'epoca, nove madrigali a 4, 5 e 6 voci, un salmo a 10, il mottetto Laudate Dominum a 10 voci (1585), una fantasia per liuto.
Domenico nacque a Lucca da Giuseppe e Ortensia Bedini, e qui venne battezzato l'8 dic. 1583. Presumibilmente allievo del padre, dal 1600 risulta impegnato come organista presso la cattedrale di Lucca. Scarsi i restanti dati biografici. Il Nerici lo dice "sacerdote, compositore di musica, eccellente cantore, e bravo sonatore di organo" (p. 161), attività quest'ultima che spesso gli avrebbe consentito di sostituire il padre Giuseppe e i fratelli Vincenzo e Valerio.
Morì a Lucca il 2 giugno 1631.
Di Domenico, così come di Vincenzo, parla con ammirazione il Banchieri nelle sue Conclusioni nel suono dell'organo (Bologna 1609), allorché, riferendosi a Giuseppe, si esprime nei seguenti termini: "il colmo di suprema reputazione sono dui figli suoi, Domenico et Vincenzo, gli quali in giovenile età rendono stupore à chi gli gusta; piaccia à Iddio conservare così honorata famiglia, acciò il mondo sentì giovamento delle fatiche di così ellevati ingegni" (p. 13).
Nella Biblioteca nazionale di Torino si trova un suo mottetto a 6 voci dal titolo Positis autem, contenuto nella raccolta Sacrarum cantionum del padre Giuseppe; mentre, presso la Biblioteca del Civico Museo bibliografico musicale di Bologna, si conserva il mottetto Tristis est anima mea, incluso in Responsoria Hebdomadae Sanctae… in octo vocum concentum redacta, di Argilliano Ruggero di Garfagnana (Venezia 1612).
Vincenzo, fratello del precedente, nacque a Lucca, ove venne battezzato il 5 luglio 1585. La prima testimonianza della sua attività artistica risale al 1608, anno in cui un suo mottetto a 8 voci, dal titolo Congratulamini mihi, trova ospitalità nelle citate Sacrarum cantionum del padre Giuseppe. Sue notizie si perdono fino al 20 genn. 1612, giorno in cui fu chiamato a succedere al padre, come organista, presso la chiesa di S. Martino. Non essendo presente nella città natale, fu sostituito tuttavia dal fratello Domenico. Si ignora quando abbia realmente assunto tale incarico; secondo alcune fonti, nel 1613 sarebbe stato organista presso la corte dell'arciduca Alberto, sovrano dei Paesi Bassi meridionali, ad Anversa (Hoppe, p. 114); del resto, la sua presenza a Lucca non viene indicata prima del 1614.
Secondo il Riemann, precedentemente alla nomina del 1612, Vincenzo avrebbe svolto mansioni di organista presso la corte dello stesso Alberto a Bruxelles, notizia riportata anche dal Frotscher, il quale, riferendosi a Girolamo Frescobaldi, che vi soggiornò nel 1607-08, nota che certamente nella città belga quest'ultimo conobbe il musicista lucchese.
Vincenzo morì a Lucca nel 1615.
Valerio, fratello dei precedenti, nacque a Lucca, ove venne battezzato il 14 apr. 1587. Le prime notizie concernenti la sua attività risalgono al 16 genn. 1615, giorno in cui sostituì il fratello Vincenzo al posto di organista presso il duomo della città natale. In seguito, il 15 sett. 1635, fu eletto sovrintendente nella cappella della Signoria di Lucca, carica che mantenne fino alla morte, avvenuta il 4 sett. 1649.
Della sua produzione sono pervenuti a noi i seguenti brani: Iubilate Deo ed Ecce vidimus eum, mottetti editi rispettivamente nelle già citate raccolte Sacrarum cantionum del padre Giuseppe, e Responsoria Hebdomadae Sanctae di Argilliano Ruggero di Garfagnana; Virgo gloriosa, per quattro tenori, in Sacri affetti contesti da diversi eccelentissimi autori, di Francesco Sammaruco Romano (Roma 1625).
Tuttavia, la sua importanza rimane soprattutto affidata a due lavori realizzati nel 1636, e oggi dispersi, che avrebbero segnato a Lucca l'inizio di due importanti generi musicali: l'oratorio Cristo alla colonna, per la chiesa di S. Maria Corteorlandini, e la musica per le "tasche", ossia composizioni da eseguirsi per le elezioni dei magistrati della Repubblica lucchese.
Fonti e Bibl.: G. Zarlino, Sopplimenti musicali, Venezia 1588, p. 18; A. Banchieri, Conclusioni nel suono dell'organo, Bologna 1609, p. 12; G. Fantoni, Storia universale del canto, I, Milano 1873, p. 103; L. Nerici, Storia della musica in Lucca, Lucca 1879, ad ind.; A.W. Ambros, Geschichte der Musiker, Leipzig 1881, III, p. 538; IV, p. 433; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale G.B. Martini di Bologna, Bologna 1890-1905, I, pp. 4 s.; II, pp. 161 s.; III, pp. 30 s.; A. Sandberger, Beiträge zur Geschichte der bayerischen Hofkapelle unter Orlando di Lasso, Leipzig 1895, p. 16; H. Riemann, Handbuch der Musikgeschichte, II, Leipzig 1920, p. 331; O. zur Nedden, Die Kantorei am Hofe des Markgrafen Philipp II. von Baden-Baden(1580-1588), in Zeitschrift für Musikwissenschaft, XII (1929-30), pp. 89 s.; F. Caffi, Storia della musica sacra nella già cappella ducale di S. Marco in Venezia, I, Milano 1931, p. 198; G. Benvenuti, A. e G. Gabrieli e la musica strumentale in S. Marco, Milano 1931, pp. LXXII s.; G. Frotscher, Geschichte des Orgelspiels, Berlin 1935, p. 277; A. Bonaccorsi, Musicisti del Cinque-Seicento. I G. da Lucca, in Note d'archivio per la storia musicale, XV (1938), pp. 15-25, 65-67, 113-120; A. Einstein, The Italian madrigal, Princeton 1949, II, pp. 597-802; H.R. Hoppe, John Bull in the archduke Albert's service, in Music and letters, XXXV (1954), p. 114; G. Arrighi, I G. organisti lucchesi (precisazioni e appunti per la loro biografia), in La Rass. musicale, XXX (1960), pp. 248-253; S. Dalla Libera, Cronologia musicale della basilica di S. Marco in Venezia, in Musica sacra, LXXXV (1961), p. 53; W. Frei, Die bayerische Hofkapelle unter Orlando di Lasso, in Die Musikforschung, XV (1962), p. 359; W. Boetticher, Aus Orlando di Lassos Wirkungskreis, Kassel 1963, pp. 56 s.; O. Mischiati - I. Fuser, in G. Guami, Canzoni da sonare, Firenze 1968; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens aus den Jahren 1500-1700, I, Berlin 1892, pp. 314-316; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, IV, pp. 127 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IV, pp. 399-401; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 671 s.; Riemann Musik-Lexikon, I, p. 691; Répertoire international des sources musicales. Einzeldrucke vor 1800, III, Kassel 1972, pp. 391 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, V, coll. 998-1001; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, pp. 346 s.; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), X, pp. 473-475.