GUARNIZIONE (dall'antico alto tedesco warnôn "proteggere, premunire"; fr. garniture; sp. guarnición; ted. Besatz; ingl. trimming)
Presso i popoli primitivi l'idea dell'ornamentazione precede il bisogno stesso di coprirsi, e nella storia del costume la guarnizione sorge con le prime forme di abbigliamento: frange, ricami, fregi dipinti furono le prime guarnizioni che si ritrovano sia negl'indumenti primordiali, sia nelle vesti delle antiche civiltà (Persia, Egitto). Nel sec. XII il lusso di Bisanzio ebbe grande influenza sul costume europeo: guarnizioni d'oro e di seta, ricami finissimi, pietre preziose, strisce a colori splendenti furono i motivi suggeriti dall'Oriente dopo le prime crociate. Nel sec. XIII cominciarono le guarnizioni di stoffa intagliata e riapplicata, circondata da fili d'oro e d'argento e di perle che ne mascheravano in genere l'attaccatura. Nel sec. XIV si applicarono stemmi sui vestiti e, più tardi, furono di moda le vesti a divise e a simboli ricamati (divisate): galloni, cordoni messi a disegni e a nodi furono le guarnizioni più semplici, mentre gli orfrois (passamanterie, placche metalliche, frange e ricami d'oro) erano destinati a ornare il fondo delle gonne, le spalle, le cinture delle vesti di gran lusso; anche la pelliccia fu adoperata per guarnire e le fodere stesse di seta o di tela d'oro divennero magnifiche guarnizioni. Nel '300 si chiamò aurifrisia o aurifrixia una bordura ricamata d'oro o di seta e un secolo più tardi curtabixa era chiamato il fregio ricamato in fondo alle vesti. Secondo il motivo dei ricami, le vesti erano dette uccellate, istoriate, cerchiate, ecc. Nel '500 i vestiti trinciati (a taglietti) erano guarniti inoltre di merletti d'oro e d'argento; parve allora che il merletto di metallo o di filo dovesse sostituire il ricamo. Tanto nel sec. XVI quanto nel XVII i vestiti maschili e femminili erano sovraccarichi d'ornamenti e solo nel '700 la guarnizione divenne più leggiera e i ricami e i merletti meno pesanti. Fin dal '300, peraltro, le leggi suntuarie colpirono molte forme di guarnizione, di modo che si dovette ricorrere alle stoffe stesse per ornare le vesti: gale, crespe, fiori, nastri, sostituirono allora occasionalmente i ricami, i bordi d'oro, i merletti, le pellicce vietati. La Rivoluzione francese abolì ogni ornamentazione, ma l'Impero riportò in favore i bei ricami d'oro e le sobrie guarnizioni di pelliccia e di nastro nelle vesti femminili, mentre i vestiti degli uomini rimasero assai semplici. Questa sobrietà di guarnizioni continua fino al 1850; dopo, nastri, fiori e merletti tornano sugli abiti e sui cappelli con un crescendo ininterrotto fino al 1890, rendendo ogni abito un'accozzaglia di guarnizioni disparate. La moda attuale ha riportato al suo giusto valore ogni guarnizione, riducendola a una nota di colore, a una raffinatezza di forma e di linea.
Bibl.: Havard, Dictionnaire de l'ameublement et de la décoration, Parigi s. a., III, p. 1174; E. Viollet-le-Duc, Dictionnaire raisonné du mobilier franåais, Parigi 1873; L. A. Gandini, De arte textrina, Roma 1887, p. 19; id., Isabella Beatrice Alfonso d'Este infanti, Modena 1896, pp. 18-20; C. Merkel, Come vestivano gli uomini del Decamerone, Roma 1898, p. 88; V. Gay, Glossaire archéologique du moyen âge à la renaissance, II, Parigi 1928, p. 181.
Tecnologia. - Le guarnizioni sono elementi delle macchine destinate a mantenere il più perfettamente possibile la tenuta nei recipienti contenenti liquidi o fluidi sotto pressione.
Si applicano ad esempio nelle testate dei cilindri in corrispondenza del passaggio dello stelo e del controstelo dello stantuffo (premistoppa). La guarnizione dei premistoppa è fatta di canapa o cotone imbevuti di grasso o di amianto. Si adoperano anche guarnizioni metalliche, che sono più specialmente indicate per vapore ad alta pressione.
L'asta che esce dal cilindro attraversa il fondo del cilindro a cui è unita di fusione, o è riportata, una scatola portante la guarnizione che è compressa da un coperchio con la superficie premente tagliente o piana. La pressione si ottiene girando opportunamente le viti di collegamento.
Per mantenere la tenuta tra le due camere di un cilindro si applicano sullo stantuffo guarnizioni costituite da una serie di anelli elastici (in ghisa, in bronzo o in acciaio), in numero variabile da due (nel caso di macchine a vapore a piccola o a media pressione) fino a un numero maggiore di cinque o sei (nel caso di motori a combustione interna). Gli anelli si torniscono di un diametro esterno leggermente superiore al diametro interno del cilindro: poi si tagliano e se ne asporta una piccola quantità in modo che, applicati in una scanalatura disposta nello spessore dello stantuffo, per la loro elasticità tendono a riprendere il diametro primitivo e premono contro la parete del cilindro. Per assicurare l'ermeticità, i tagli dei diversi anelli che si applicano sullo stesso stantuffo si dispongono sfalsati.
Quando si vogliono applicare anelli più robusti, se ne produce l'espansione non più automaticamente ma con delle molle interne che possono essere ad anelli, a balestra o elicoidali. I collegamenti debbono essere solidissimi, altrimenti si sconnettono per effetto dell'inerzia. Per stantuffi di macchine idrauliche si adoperano pure comunemente guarnizioni in cuoio.
Caratteristica è la guarnizione di cuoio adoperata nei torchi idraulici in cui l'acqua si trova a fortissima pressione (guarnizione Bramah) costituita da un anello di cuoio con sezione ad u rovesciata, anello che si pone in una scanalatura anulare praticata nella parete interna del cilindro: è la stessa pressione dell'acqua che spinge fortemente una delle ali dell'anello contro la parete esterna dello stantuffo, assicurando la tenuta. Tipi di guarnizioni speciali sono quelli adottati nelle congiunzioni dei tubi per le condutture di fluidi: acqua, gas, ecc. (v. tubo).