Gubbio (anticamente Agobbio O Agubbio)
Città dell'Umbria, situata alle pendici del monte Ingino, presso il torrente Camignano. Per comprensibile amore verso la loro città, gli Eugubini hanno sempre sostenuto che D. dimorasse in G. e che vi scrivesse parte della Commedia, ma di tale dimora non si hanno notizie sicure. D. nomina G. quando incontra tra i superbi il miniatore Oderisi (Pg XI 80), da lui, forse, personalmente conosciuto, non a G., ma a Bologna, dove l'artista eugubino lavorò fino al 1295, e dove D. sembra abbia studiato da giovane. Sebbene dai versi della Commedia non si possa ricavare nulla atto a dimostrare il soggiorno di D. nella città umbra, è tradizione che egli vi fosse ospitato da un Bosone forse della famiglia Raffaelli. Come prova, si porta un sonetto, che si vuole scritto da D. al nobile eugubino per informarlo sugli studi del figliuolo, di cui il poeta sarebbe stato il precettore. Ma il sonetto è così goffo che non può essere assolutamente attribuito a Dante. Lo Zingarelli parla anche di un codice dell'anno 1432, che riporta un commento, attribuito a Bosone, di alcuni canti della Commedia, nella cui intestazione si legge: " Expositio domini Busonis de Eugubio super tribus libris Dantis, qui fuit tempore suo, imo receptavit eum in proprio domo ". Ma il documento è del secolo XV e l'amanuense che ha scritto il titolo si limita a riferire una tradizione, senza averne accertata la veridicità.
Un altro eugubino, Ubaldo di Sebastiano, in una sua opera latina intitolata De Theleutelogio, afferma anch'egli di aver avuto D. come precettore. La notizia è però poco attendibile e non dimostra una permanenza di D. in G., perché sembra che Ubaldo abbia sempre studiato a Bologna e qui potrebbe avere ascoltato l'insegnamento del poeta (Zingarelli, Dante 209). Tuttavia D. conosceva G. e i luoghi intorno. Una perfetta descrizione del fiume Chiascio che scende dal vicino monte sul quale è posto il monastero fondato da s. Ubaldo, patrono della città, si ha nel canto di s. Francesco (Pd XI 43-44). La sicurezza della rappresentazione presuppone una conoscenza diretta.
Bibl. - F.M. Raffaelli, Trattato della famiglia, della persona... di messer Bosone da Gubbio, in G. Lami, Deliciae eruditorum, XIII, Firenze 1775, 113 ss.; C. Balbo, Vita di D., Napoli 1853, 432-433; G.G. Ampère, Viaggio dantesco, Firenze 1855, 67; P. Fraticelli, Storia della vita di D.A., ibid. 1861, 217-218, 249-250; A. Bartoli, Storia della letter. ital., V, Firenze 1884, 267-268; Scartazzini, Enciclopedia 45, 1358; Bassermann, Orme 252-254; Zingarelli, Dante 209, 230-231.