Trent'anni, guerra dei
Conflitto svoltosi tra il 1618 e il 1648, scatenato dalle tensioni politico-religiose nell’Europa centrorientale, in cui intervennero contro l’impero asburgico e la Spagna i diversi Stati protestanti (Palatinato, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi) e infine anche la Francia di Richelieu, tesa a spezzare l’accerchiamento da parte asburgica. Il conflitto esplose con la ribellione dei calvinisti boemi a Ferdinando d’Asburgo, eletto re di Boemia (defenestrazione di Praga, 1618); i boemi gli contrapposero (1619) il calvinista Federico V, elettore del Palatinato e capo dell’Unione evangelica. Divenuto imperatore (1619), Ferdinando sconfisse i rivoltosi nella battaglia della Montagna Bianca (1620), grazie all’appoggio della Lega santa (unione dei principi cattolici tedeschi guidata da Massimiliano I di Wittelsbach e sostenuta dalla Spagna). I principi protestanti chiesero allora l’intervento del re di Danimarca Cristiano IV. Questi, sostenuto da Paesi Bassi e Francia, fu però sconfitto dalle truppe imperiali (1626-27) e subì l’invasione del regno; con la Pace di Lubecca (1629) rinunciò all’offensiva. Intervenne poi contro l’impero il re di Svezia Gustavo II Adolfo, sostenuto da Francia, Brandeburgo e Sassonia; dopo gli iniziali successi (1631-32), il re morì in battaglia (Lützen, 1632) e la Svezia subì la sconfitta a Nördlingen (1634). Nel 1635 la Francia, alleata con Svezia e Paesi Bassi, entrò direttamente nel conflitto dichiarando guerra alla Spagna e invadendo la Valtellina. Gli ispano-imperiali dapprima prevalsero (1636-37), ma dal 1640 in poi i franco-svedesi ebbero la meglio. Nel 1648 la Pace di Vestfalia (➔ Vestfalia, Paci di) pose fine alla guerra tra Francia e impero, mentre il conflitto tra Francia e Spagna durò fino al 1659 (Pace dei Pirenei).