GUGLIELMITI
. Una tal Guglielmina, ritenuta boema e di stirpe regia, stabilitasi a Milano verso il 1271, vi morì nel 1281 o 1282; sepolta con gran pompa nell'abbazia di Chiaravalle Milanese, la sua tomba divenne centro d'un culto acceso. Questo, e le dottrine dei nuovi settarî - fra i quali il sacerdote Andrea Saramita e alcune monache umiliate, come. suor Manfreda da Pirovano - attrassero l'attenzione degl'inquisitori milanesi, che, dapprima benigni, finirono per condannare al rogo, nel 1300, il Saramita, la Pirovano, suor Iacopa de' Bassani ed altri.
La piccola setta guglielmita presenta un notevole interesse per le possibili (nonostante i dinieghi del Tocco) inframmettenze politiche di Matteo Visconti, più tardi accusato di aver inceppato l'azione degl'inquisitori per salvare la sua parente Manfreda e altri cospicui personaggi, e più ancora per le idee attribuite ai guglielmiti (Guglielmina incarnazione dello Spirito Santo, e inauguratrice d'una nuova era e d'una nuova economia religiosa, in cui avrebbero avuto parte prevalente le donne, e con nuovi Vangeli in luogo dei canonici) in cui si coglie una risonanza della predicazione di Gioacchino da Fiore, e forse l'eco lontana di qualcuno degli apocrifi antichi in cui "Spirito Santo", per influsso delle lingue semitiche, è di genere femminile.
F. Tocco, in Rendic. R. Accad. Lincei, sc. mor., VIII (1899); id., in Memorie R. Accad Lincei, sc. mor., s. 5ª, VIII (1900); C. Molinier, Revue historique, LXXXV (1904), p. 388.