ACTON, Guglielmo
Nacque a Castellammare di Stabia il 25 marzo 1825, da Carlo e dalla contessa Zoè Guique d'Alba. Guardiamarina nel 1841, partecipò, quale alfiere di vascello, alle operazioni che vennero svolte nell'Adriatico (1848) dalla squadra napoletana al comando di R. De Cosa.
Raggiunto il grado di capitano di fregata, nel 1860, come comandante della pirocorvetta "Stromboli", catturò, dopo lo sbarco dei Mille, il "Piemonte" e lo rimorchiò a Napoli. Fu poco dopo nominato comandante in seconda del "Monarca", vascello a due ponti in allestimento nel cantiere di Castellammare di Stabia. Contro di esso, nella notte sul 14 ag. 1860, il piroscafo garibaldino a ruote "Tuckery" (ex "Veloce" della marina borbonica), comandato dal tenente di vascello G. Piola Caselli, tentò l'arrembaggio. L'A., che, in assenza del comandante, aveva assunta la responsabilità della nave, si difese con risolutezza e l'attacco fu respinto; ferito da un colpo al ventre, fu promosso da Francesco II capitano di vascello ed ottenne la croce al merito di guerra.
Entrato nella marina sarda, l'A. nell'assedio di Gaeta e nell'attacco alla cittadella di Messina (1860-61) comandò la fregata "Maria Adelaide", su cui aveva insegna l'ammiraglio Persano. Ebbe poi il comando della fregata "Principe Umberto", con la quale, dal novembre 1864 al giugno 1866, fece una crociera lungo le coste del Sud America e nel Pacifico assumendo anche, nel maggio-giugno 1865, il comando della stazione marittima del Rio de la Plata. Tornato in patria, partecipò alla guerra del 1866 nella squadra sussidiaria comandata da G.B. Albini.
Nella battaglia di Lissa la "Principe Umberto" e la "Governolo" furono le uniche due navi di quella squadra che, per iniziativa dell'A., presero contatto con le unità austriache, ma la loro azione fu fermata dall'ammiraglio Albini. L'A. salvò in quella giornata con la sua nave centocinquanta naufraghi della "Re d'Italia".
Segretario generale del ministero della Marina nel 1866-67 e promosso contrammiraglio nel 1868, l'A. fu il primo direttore generale dell'arsenale di La Spezia.
Dal 15 genn. 1870 al 31 ag. 1871 fu ministro della Marina nel gabinetto Lanza mantenendo, nella crisi della questione romana, un atteggiamento moderato.
Deputato di Belluno nella X legislatura (1867-70) e di Bovino nella seguente, fu durante questa nominato senatore (15 nov. 1871). Promosso vice-ammiraglio nel 1879, fu capo di Stato Maggiore della Marina e presidente del Consiglio superiore di Marina. Comandò i dipartimenti marittimi di Napoli e di La Spezia, e fu collocato a riposo nel 1888.
Morì a Napoli il 29 nov. 1896.
Fonti e Bibl.: Esposizione sommaria dei provvedimenti più importanti fatti durante l'anno 1869 nell'amministrazione militare marittima, in Riv. marittima, III (1870), pp. 925-1033; C. Randaccio, Storia delle marine militari italiane ..., I, Roma 1886, pp. 243-245 e passim; A. V. Vecchi, Storia generale della marina militare, III, Livorno 1895, pp. 349-350 e passim; S. Castagnola, Da Firenze a Roma. Diario storico politico del 1870-71, Torino 1896, pp. 30-31; R. De Cesare, La fine di un Regno, II, Città di Castello 1909, pp. 233 e passim; G. De Maio, La crociera borbonica dinanzi a Marsala, Città di Castello 1913, passim; F. Leva, Storia delle campagne oceaniche della R. Marina, I, Roma 1936, pp. 23, 26-27; T. Battaglini, Il crollo militare del Regno delle Due Sicilie, Modena 1938, p. 80; Id., L'organizzazione militare del Regno delle Due Sicilie, Modena 1940, pp. 182, 191.