Guglielmo (Guiglielmo) conte d'Orange
Il G. citato da D. in Pd XVIII 46 Poscia trasse Guiglielmo e Rinoardo, non è stato sempre individuato dai commentatori. Se infatti dall'Ottimo, da Pietro e da Benvenuto è indicato come G. conte d'Orange, figlio di Amerigo conte di Narbona (cioè come il personaggio principale del ciclo d'Orange), il Lana, l'Anonimo, il Buti e il Landino non riescono a identificarlo e, parafrasando il testo, dicono che G. è un grande principe cristiano che combatté per la fede. Il Vellutello, seguito da qualche moderno, lo riconosce in un figlio del conte di Narbona, che, recatosi alla prima crociata, si comportò valorosamente e, ritornato in patria, si chiuse in un monastero.
Oggi, senza ombra di dubbio, si può affermare che l'Ottimo, Pietro e Benvenuto hanno colto nel segno: G. e Renoardo sono, infatti, i protagonisti di una serie di canzoni di gesta (il ciclo d'Orange) che molta fortuna ebbero nel Medioevo, specialmente in Italia. D., quindi, come conobbe la Chanson de Roland, conobbe anche almeno una canzone del ciclo di Guglielmo.
Il poema più importante del ciclo è la Chançun de Villanie del XII secolo, che, riecheggiando alcuni motivi della Chanson de Roland, " esprime un'umanità fieramente e quasi selvaggiamente eroica " (Viscardi). Il ciclo è composto all'incirca di altri 25 poemi, che, sviluppatisi intorno alla figura di G., si estesero ai suoi ascendenti e discendenti.
G. nacque verso la metà dell'VIII secolo, nella Francia del nord, da illustri genitori (Teodorico e Alda), che, molto probabilmente, appartenevano alla famiglia reale. Vicino a Carlo Magno fin dai primi tempi del suo regno, ebbe un posto importante e fu tra i principali consiglieri del monarca e tra i suoi più valorosi soldati. Non si hanno notizie sicure sul suo conto prima del 789, anno in cui fu nominato da Carlo duca di Settimania e di Tolosa al posto di Chorso che aveva subito dei rovesci militari. G. batté i Vasconi e li fece rientrare nell'ordine, ristabilendo la pace in quella parte del regno. Nel 793, tuttavia, si pongono le imprese più valorose e famose di G.: in quell'anno, infatti, Hescham, successore di Abdal-Rahman II, proclamò l'Algihad, o guerra santa, e riuniti due corpi d'armata, l'uno fece marciare contro i cristiani delle Asturie, l'altro contro la Francia. Quest'ultimo esercito si scontrò con G. presso le rive dell'Orbieu a Villedaigne; G. fu sconfitto, ma costrinse i Saraceni alla ritirata. Nell'801 (o 803) prese parte con Luigi re d'Aquitania alla presa di Barcellona. Giunto al sommo della gloria e degli onori, fondò il monastero di Gellona (l'atto di fondazione, del dicembre 804, rimane ancora, e in esso è citata la moglie di G., Witburgia) e vi si ritirò il 29 giugno 806. Qui visse dando esempio di tutte le virtù e qui morì in concetto di santità il 28 maggio 812.
Bibl. - L. Gautier, Les épopées françaises, IV, Parigi 1882²; N. Nyrop, Storia dell'epopea francese, trad. ital. Torino 1888; A. Becker, Die altfranzösische Wilhemsage und ihre Beziehung zu Wilhelm dem Heiligen, Halle 1896; P. Rajna, Una rivoluzione negli studi intorno alle " Chansons de geste ", in " Studi Medievali " III (1910) 331 ss.; L.M. Gay, La Chanson de Roland et la Chanson de Willame, Madison 1924; H. Hauvette, La France et la Provence dans l'oeuvre de D., Parigi 1929; B. Valtorta, La Chanson de Willelme, in " Studi Romanzi " XXVIII (1939) 19 ss.; A. Viscardi, Storia delle letterature d'oc e d'oil, Milano 1952 (con ampia bibl.); J. Frappier, Les chansons de geste du cycle de Guillaume d'Orange, Parigi 1955-1965; G. Bàrberi Squarotti, Il canto XVIII del Paradiso, in Metodo, stile, storia, Milano 1962; G. Marcovaldi, Il canto XVIII del Paradiso, Torino 1964; Il carriaggio di Nïmes, Canzone di gesta del XII secolo, a c. di G.E. Sansone, Bari 1969 (con la completa bibl.).