GUGLIELMO da Trino (Anima Mia)
Non si conosce la sua data di nascita, situabile forse intorno alla metà del XV secolo, mentre è nota la sua provenienza: G. fu il terzo trinese che giunse a Venezia negli anni '80 del Quattrocento per lavorare nel campo della stampa. Si può pensare che avesse seguito le orme del primo compaesano, Bartolomeo di Carlo da Vercelli, presente già nel 1474, o del ben più conosciuto Bernardino Giolito de' Ferrari, detto Stagnino.
Il primo testo che G. produsse fu in associazione con il tipografo milanese Antonello de' Barnasconi e uscì nell'ultimo giorno di maggio del 1485: si tratta dei Commentaria super libros Aristotelis De anima di Tommaso d'Aquino (Hain, *1520), la cui sottoscrizione è riportata nel colophon: "impressum Venetijs per Antonellum de barnasconibus mediolanensem et Gulielmum de plano cereto tridinensem". È da notare che, a questo momento, G. si firmava indicando come luogo di provenienza Piano Cerreto di Trino; Cerreto è località prossima a Casale Monferrato, a una quindicina di chilometri da Trino.
Due stampe sono attribuite a G. per il 1485: un volumetto di astrologia giudiziaria del bolognese Eustachius Candidus, Iudicium anni 1486 (Indice generale degli incunaboli [da ora in poi IGI], 2402; Gesamtkatalog der Wiegendrucke [da ora in poi GW], 5970) e l'Isolario del veneziano Bartolomeo da li Sonetti (Catalogue of books printed in the fifteenth century now in the British Museum [da ora in poi BMC], V, p. 410), un'interessante e curiosa opera geografica in rima illustrata da mappe e carte del mar Egeo. L'edizione è priva di colophon (e forse le spese furono sostenute dall'autore) ed è dedicata al doge Giovanni Mocenigo morto il 4 nov. 1485; tale indicazione di tempo e il carattere utilizzato hanno permesso di attribuirle a Guglielmo da Trino.
Dopo quella data G. iniziò a produrre una media di tre edizioni all'anno sino al 1491, per la maggior parte opere di contenute dimensioni e di materie pertinenti a filosofia, grammatica e geografia, che sembrano suggerire una committenza collegata agli studi superiori, forse in relazione alla Scuola di Rialto, data la stampa di trattati di autori che avevano legato il loro nome e l'insegnamento alla Scuola, come Paolo della Pergola, discepolo di Paolo Nicoletti (Paolo Veneto). Nel 1486 uscirono l'Expositio in Analytica posteriora Aristotelis (BMC, V, p. 410; Hain, 12512) di Paolo Veneto, dell'11 agosto, poi, il 13 novembre, la Clavis sanationis di Simone Cordo da Genova (BMC, V, p. 410; Hain, 14749), entrambe sottoscritte nel colophon nella forma di "Guilielmo de Tridino ex Monteferrato". L'anno successivo G. produsse altre due edizioni: il 5 aprile le Novellae (GW, 7760) di Giustiniano e il 20 novembre il Rationale di Guillaume Durand (GW, 9133), diffuso trattato di spiegazione dei riti ecclesiastici che G. firmava specificando "arte et impensis Guiellelmi Tridinensis de Monteferrato". Nel 1488 uscirono, rispettivamente a febbraio e a giugno, due opere legate al primo insegnamento grammaticale, il Doctrinale di Alexandre de Villedieu (GW, 1009) e il Vocabularium di Dionigi Nestore da Novara (BMC, V, pp. 410 s.), seguite da due testi di carattere filosofico, le Summulae logicae di Paolo Veneto, del 3 settembre, e il trattatello di Giacomo Rizzi d'Arezzo Obiectiones super Logica Pauli Veneti (BMC, V, p. 411), del mese successivo. La produzione del 1489 si inaugurò con il Compendium logices di Paolo della Pergola (ibid.), del 20 giugno, cui seguì, il 22 agosto, il Manipulus curatorum di Guido de Monte Rochen (ibid.) e l'Expositio super libris di Tommaso d'Aquino (Hain, 1493a) del 16 novembre. Un'operetta di astrologia giudiziaria, il Lunarium ab anno 1490 usque ad annum 1550 di Bernard de Granollachs (IGI, 4368; Reichling, 1533; Sander, 3223), è attribuita a G. per il tipo di carattere romano utilizzato.
Il 23 maggio 1490 G. pubblicò le Epistolae Plinii del bergamasco Raffaele Regio (Hain, *13810; BMC, V, pp. 411 s.), proprio in quegli stessi anni professore di eloquenza presso lo Studio patavino, specificando nel colophon: "rogat Gulielmus Tridinensis, cognomento Anima mia cuius hoc opusculum". La specificazione del nome compare in questa stampa per la prima volta e diventa d'ora in poi parte integrante dell'identità dello stampatore. Forse G. sentì il bisogno di distinguersi in maniera più chiara dal folto gruppo di tipografi del Monferrato che lavorava a Venezia e tale specificazione del nome potrebbe riguardare il ricordo della prima opera stampata da G., il trattato De anima di Aristotele.
L'esigenza di una maggiore riconoscibilità spiega la comparsa, nella stampa del 1° settembre dello stesso anno - la Rhetorica ad Herennium (BMC, V, p. 412) col commento di Girolamo Capidura - della ricca marca tipografica che rendeva chiari tutti i riferimenti dello stampatore: si tratta infatti di una quercia (cerreto, albero della famiglia della quercia), inserita in una testa di cavallo, cui è avviluppato un panno con le iniziali P e C (Piano Cerreto) mentre a fianco del tronco sono presenti le lettere G e T (Guglielmo Tridinese). Uccelli e cerbiatti completano la raffigurazione.
Hain descrive per il 1490, forse basandosi sul computo more veneto, un'edizione della più antica opera di astronomia, Sphaera mundi dell'inglese Giovanni di Sacrobosco (Hain, 14103), che secondo gli altri repertori tuttavia inaugurò la produzione del 1491 (BMC, V, p. 412; IGI, 5347; Essling, 262; Sander, 6665; Hain, *14114), uscendo il 14 gennaio. Nell'agosto del 1491 G. pubblicò i Facta et dicta memorabilia di Valerio Massimo (BMC, V, p. 412), altro testo usato negli studi classici, seguito in novembre dalle Grammaticales regulae di Guarino Guarini (BMC, V, p. 412). Hain inoltre attribuisce a G. per quest'anno un'edizione del Libellus ysagogicus (Hain, 619) dello scienziato Abd al-Azīz ibn Othmān al-Qabīṣī.
La marca tipografica di G. con le sue iniziali compare in un foglio a stampa contenente l'Orazione dell'angelo Raffaele (Sander, 6086), senza note tipografiche e risalente probabilmente al 1491 o all'anno seguente, in cui campeggia una xilografia il cui disegno è stato attribuito a Bartolomeo Vivarini (Essling, 1299). Essling, come altri, riconosce nella quercia con le iniziali P. C. G. T. la marca tipografica di Giovanni Tacuino da Cerreto di Trino, parente di Guglielmo. Scholderer ipotizza infatti che dalla fine del 1491 G. sia entrato in affari con Giovanni Tacuino, la cui attività è documentata dal 1492 sino al 1541, e che risulta in possesso sia dei caratteri tipografici usati da G. sia della marca tipografica di G. alterata nelle iniziali. Questa rete di parentela e affari comprendeva anche i fratelli Rinaldo e Antonio da Trino, che il 2 maggio del 1494 fecero uscire la diffusa opera di devozione intitolata Miracoli della Madonna (IGI, 6514; Sander, 4313), a loro firma ma con i caratteri romani usati da Guglielmo da Trino.
Di stampe che riportino la sottoscrizione di G. dopo il 1491 sono documentate una Bibbia nella versione italiana di N. Manerbi del 23 apr. 1493 (BMC, V, pp. 412 s.), il popolarissimo volumetto Epistole Evangelii, in volgare e illustrato, del 15 marzo 1494 (BMC, V, p. 413), il trattato Dell'immortalità dell'anima del genovese Giacomo Campora del 12 apr. 1494 (GW, 5952), i Rudimenta di Niccolò Perotti (Hain, 12687; Reichling, f. III, p. 139) usciti nel settembre dello stesso anno, i Rudimenta gramatices di Elio Donato del 20 febbr. 1495 (GW, 9007).
Gli sono invece attribuite per quegli ultimi anni di attività alcune stampe: l'opera del geografo Solino, De mirabilibus mundi, del 13 genn. 1493 (BMC, V, p. 412), un'altra edizione delle Epistole Evangelii del 1494 (Hain, 6642), le Meditationes vitae Christi, in volgare, di s. Bonaventura (GW, 4776) uscite tra il 1493 e il 1494, le Constitutiones cleri Veneti di Nicolò Franco, stampate intorno al 1494 (IGI, 4096) e infine una Leggenda di s. Caterina in ottave, intorno al 1495 (IGI, 2582). Il Mattaire attribuisce a G. anche l'edizione della Theoricae novae planetarum di Georg von Peuerbach del 1499 (Hain, 13597).
Non si conoscono la data e il luogo di morte di G., ma ormai si esclude che il Guglielmo da Fontaneto di Monferrato che pubblicava a Venezia tra il 1514 e il 1534 varie operette di consumo sia, come si è creduto, Guglielmo da Trino.
Fonti e Bibl.: N. Mattaire, Annales typographici, V, Hagae 1741, p. 89; G. Clerico, Prefazione al catalogo delle edizioni dei tipografi di Trino dei secoli XV e XVI, in Giorn. delle biblioteche, 1° sett. 1869, pp. 124 s.; 15 sett. 1869, p. 131; 5 ott. 1869, pp. 139-141; S. Bongi, Annali di Gabriel Giolito de' Ferrari, Roma 1890, p. VII; [V. Massena d'] Essling, Bibliographie des livres à figures vénitiens de la fin du 15e siècle et du commencement du 16e, 1469-1525, Paris 1892, nn. 187, 262, 439, 604, 1299; C. Sincero, Trino. I suoi tipografi e l'abazia di Lucedio. Memorie storiche con documenti inediti, Torino 1897, pp. 191-193; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Firenze 1905, pp. 437, 467; G. Deabate, I tipografi trinesi nei secoli XV, XVI e XVII, Torino 1914, s.v.; G. Giorcelli, Tipografi di Alessandria e di Valenza del secolo XV e tipografi monferrini dei secoli XV e XVI che stamparono in Venezia, in Riv. di storia, arte, archeologia per la provincia di Alessandria, XXIV (1915), pp. 37-84; V. Scholderer, Introduction, in Catalogue of books printed in the fifteenth century now in the British Museum, V, London 1924, pp. XXXVI s.; M. Sander, Le livre à figures italien depuis 1467 jusqu'à 1530. Essai de sa bibliographie et de son histoire, Milan 1942, nn. 2470, 2515, 2567, 3223, 4313, 5475, 6086, 6665; R. Ordano, Gli incunabuli del Museo Leone di Vercelli, Vercelli 1962, p. 11 nn. 99 s.; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1465-1600, Aureliae Aquensis 1980, I, p. 46; M. Donattini, Bartolomeo da li Sonetti, il suo Isolario e un viaggio di Giovanni Bembo (1525-1530), in Geographia antiqua, III-IV (1994-95), p. 217; P. Needham, Venetian printers and publishers in the fifteenth century, in La Bibliofilia, C (1998), p. 178 n. 135; L. Hain, Repertorium bibliographicum, nn. 619, 664.1, 664.2, 1493a, *1520, 2578, 5081, *6253, 6493, 8116, 9630, 12501, 12512, 12624, 12687, 13597, *13810, 13909, 14103, *14114, 14749, *14885, *15791; D. Reichling, Appendices ad Hainii-Copingeri Repertorium bibliographicum, nn. 918, 997, 1325, 1533, 1820; f. III, p. 139; Catalogue of books printed in the fifteenth century now in the British Museum, V, cit., pp. 409-413; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, nn. 328, 1278, 1706, 1923, 2396, 2402, 2582, 2971, 3557, 3638, 3701, 4096, 4368, 4583, *5081, 5347, 5532, 6514, 6642, 6780, 7320, 7336, 7356, 7485, 8315, 8356, 8999, 9090, 9610, 9614, 10071, 7015a; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, nn. 1009, 4319, 4776, 5952, 5970, 6729, 7760, 9007, 9133.