ANDITO, Guglielmo de (de Lando, de Lande, de Laudo, Lando, Laudi)
Nato a Piacenza, visse tra la fine del sec. XII e la metà del XIII; della vita di questo uomo politico e condottiero possiamo attingere solo frammentarie e saltuarie notizie dalle cronache medievali e rinascimentali. Fu podestà di Vicenza e legato dell'imperatore Ottone IV nel novembre del 1209; nel giugno dell'anno seguente venne rimosso dallo stesso imperatore, che lo sostituì con Ezelino da Romano. Non molto tempo dopo lo troviamo podestà di Milano (carica questa che gli consentì di adottare importanti provvedimenti a favore dei popolo e dei contadini) e successivamente alla testa delle truppe piacentine inviate contro Monferrato e Pavia, ad onta dell'interdetto pontificio. E a Piacenza egli dové definitivamente stabilirsi dal momento che venne eletto podestà per il partito del popolo una prima volta nel 1221, in seguito alla rimozione di Ottone da Mondello che aveva forse commesso qualche parzialità in favore del partito dei nobili, e una seconda volta il 31 dic. 1234, nonostante che in quegli ultimi anni l'A. si fosse distinto in alcune imprese che lo ponevano decisamente in cattiva luce: nel 1224, in seguito all'uccisione di Giovanni da Pradello, suo fiero avversario, era riuscito, con l'aiuto dei figli e di numeroso seguito di popolo, a liberare gli uccisori che erano stati condannati a morte, reato dal quale fu assolto nel marzo 1226; alcuni anni più tardi aveva scacciato dalla città Goffredo da Pirovano, che aveva tentato di imprigionarlo quale perturbatore della pubblica quiete; nel 1233, conclusa un'alleanza con Cremona, aveva obbligato i nobili a ritirarsi in Rivergaro: il tener viva la discordia tra il popolo e la nobiltà sembra essere stato, infatti, il motivo dominante dell'azione politica dell'Andito. Nel luglio 1236, però, egli venne scacciato da Pìacenza, due mesi dopo definitivamente bandito e non riammesso nel 1237allorché Federico II aveva preteso la sua riabilitazione come clausola per una pace. Di lui non si hanno altre notizie.
Fonti e Bibl.: B. Corio, L'Historia di Milano, Venezia 1554, pp. 78v-79; L. Cavitellii patritii Cremonensis Annales, Cremonae 1587, pp. 75r-v; I. De Mussis, Chronicon Piacentinum, in L. A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, XVI ,Mediolani 1730, col. 460; Chronica civitatis Placentiae I, Agazzari et A. F. Villa, in Monumenta historica ad provincias Parmensem et Placentinam pertinentia, III, 7, Parmae 1862, pp. 24-6; I. Codagnelli, Annales Placentini, in Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum, Hannoverae Lipsiae 1901, pp. 111 s., 116; G. Maurisii Cronica Dominorum Ecelini et Alberici fratrum de Romano (aa. 1183-1237), in Rer. Italic. Script., 2 ediz., VIII, 4, a cura di G. Soranzo, p. 16; N. Smeregli, Annales civitatis Vicentiae, ibid., VIII, 5, a cura di G. Soranzo, p. 4; C. Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza, V, Piacenza 1759, pp. 86, 92, 94, 139, 144 s., 167, 173, 179, 182 s.; G. V. Boselli, Delle storie piacentine..., I, Piacenza 1793, pp. 138-47, 158, 163; S. Castellani, Storia della città di Vicenza, XIII, Vicenza 1882, Appendice, p. 18; F. Lampertico, I podestà di Vicenza, in Scritti storici e letterari, Firenze 1883, p. 362.