BEAUMONT, Guglielmo de
Entrato al servizio in data imprecisata, come i tre fratelli Goffredo, Drogone e Pietro, del giovane conte d'Angiò e di Provenza, Carlo, più tardi re, di Sicilia, il B. ne divenne uno dei più intimi consiglieri e più fedeli collaboratori.
Della provenienza dei B. e dei suoi fratelli che, come lui, fondarono la loro fortuna sulla discesa di Carlo d'Angiò in Italia, non si sa però niente di preciso. Pare tuttavia appartenessero ad una nobile famiglia francese, forse di origine normanna.
Se il Guglielmo de Beaumont, maresciallo di Francia e nipote del consigliere di re Luigi IX di Francia, Giovanni de Beaumont, menzionato dal Joinville (Histoire de Saint Louis..., p. 255) fra i cavalieri che accompagnarono Luigi nella sesta crociata, alla quale partecipò il fratello del re, Carlo d'Angiò, possa identificarsi con il nostro B., non può accertarsi con sicurezza. Tale identificazione spiegherebbe in che modo egli sia entrato in contatto con la corte del conte d'Angiò e di Provenza.
È tuttavia fuori dubbio che il B. a partire dal 1251 si trovò quasi ininterrottamente al seguito di Carlo d'Angiò che aiutò nella conquista della Provenza (ereditata da Carlo con il suo matrimonio con la figlia del conte Raimondo Berengario V di Provenza), come viene attestato dai trattati che Carlo concluse con le città e i baroni provenziali sottomessi (con Avignone il 10 maggio 1251; con Marsiglia il 6 giugno 1257; con Guido, delfino di Albona e di Vienne, il 17 luglio 1257; con Apt il 28 ag. 1257; e con Hyères il 19 luglio 1259), nei quali il B. funse da testimone.
Il B. nel 1254 accompagnò Carlo anche durante la sfortunata spedizione nei Paesi Bassi che il conte aveva intrapreso in aiuto della contessa Margherita di Fiandra contro il re dei Romani Guglielmo di Olanda, sperando invano di conquistame la contea di Hainaut. Fra gli otto uomini che, dalla parte di Margherita di Fiandra e del suo alleato, dovevano giurare il patto di alleanza con l'arcivescovo di Colonia contro Guglielmo di Olanda, era anche il Beaumont.
Pare che il B. abbia anche avuto una parte importante nelle prime trattative fra la curia e la corte francese, svoltesi nel 1253, per trasferire a Carlo d'Angiò il Regno di Sicilia. L'11 giugno 1253 papa Innocenzo IV in una lettera espresse al B., "praecipuo promotori negotii super collatione regni Siciliae", la sua riconoscenza per i servizi resigli, e lo invitò a venire a Roma insieme con Carlo d'Angiò per realizzare il piano concordato.
Il piano di conquista del Regno di Sicilia fu rinviato però al 1265, e fu allora che il B., insieme ad alcuni cavalieri francesi e provenzali, fra i quali suo fratello Pietro, fu incaricato da Carlo d'Angiò di condurre dalla Provenza in Italia l'esercito angioino. È da supporre, benché i cronisti non ricordino il suo nome, che il B. partecipasse anche alle successive operazioni militari per la definitiva conquista del Regno di Sicilia.
In compenso dei suoi servizi il B. fu nominato dal re - non si sa quando, ma probabilmente già all'inizio del 1266 - ammiraglio del Regno di Sicilia, divenendo così il primo funzionario angioino che coprisse questa carica. Il 26 marzo 1269 Carlo d'Angiò gli mandò le istruzioni o "capitoli" relativi all'ufficio di ammiraglio che costituiscono un'importante fonte per la nostra conoscenza dell'amministrazione angioina di questo primo periodo.
Quest'attività del B. fu però interrotta nel 1267, quando re Carlo, il 15 gennaio, lo nominò insieme con suo fratello Pietro, il camerario del Regno, e con alcuni altri, suo procuratore generale per raccogliere in Francia la decima ecclesiastica concessa a Carlo da papa Clemente IV.
Nel 1268 il B. risulta di nuovo in Italia, e il re, nel corso della nuova distribuzione dei feudi del Regno, dopo la vittoria su Corradino di Hohenstaufen, concesse a lui ed ai suoi eredi, il 19 dic. 12681 da Bari, la contea di Caserta confiscata a Corrado di Caserta per l'appoggio dato a Corradino.
Sembra però che il B. non abbia mai messo piede nella sua contea, dato che già agli inizi dell'anno successivo, nel febbraio o nel marzo del 1269, fu nominato vicario e capitano generale per l'isola di Sicilia che Carlo, dopo l'insurrezione del 1267 in favore di Corradino, non era più riuscito a sottomettere completamente.
Il B. vi agì con fermezza, per non dire con durezza, senza esitare a violare le leggi del Regno, come dimostrano alcune lettere di protesta, indirizzate al re dopo la morte del capitano generale.
A quanto pare il B. tra altro diresse l'assedio di Sciacca, la cui data precisa però non è nota, ma che forse avvenne nel maggio del 1269. Secondo gli Annales gibellini Placentini (Monumenta Germ. Hist., Scriptores, XVIII, a cura di G. H. Pertz, Hannoverae 1842, p. 530) il B., al quale però viene attribuito il nome di Giovanni, sarebbe morto in questa battaglia. La notizia tuttavia non viene confermata da nessun'altra fonte.
Dagli atti della cancelleria angioina invece risulta che nel giugno del 1269 re Carlo intese revocare il B. - non sappiamo per quale motivo - dall'ufficio di capitano e vicario generale in Sicilia e sostituirlo con Guglielmo de Muideblé. Il 1° luglio egli era ancora in carica, ma deve essere morto poco dopo, dato che che il 14 luglio il re, già informato della sua morte, ordinò di fare l'inventario dei suoi beni. Il 15 venne nominato suo successore in Sicilia, come previsto, il Muideblé.
Il B. lasciò come erede solo una figlia di nome Isabella, sposata in Francia a un certo Guido de la Valle, la quale, però, benché ad istanza dei suoi zii le fosse concessa la proroga del termine di presentazione fino al 10 febbr. 1272, non venne nel Regno per prestare il giuramento di fedeltà per la contea di Caserta, cosicché questa fu devoluta alla Camera regia.
Fonti e Bibl.: Guillaume de Nangis, Vie de Saint-Louis, in Recueil des historiens des Gaules et de la France, XX, Paris 1840, p. 420, resp. 421; Chronicon Hanoniense quod dicitur Balduini Avennensis, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, XXV, Hannoverae 1880, pp. 459 s.; Andreae Ungari Descriptio victoriae a Karolo Provinciae comiti reportatae, ibid., XXVI, Hannoverae, 1882, p. 567; Les registres d'Innocent IV, a cura di E. Berger, II, Paris 1897, n. 6816; I registri della cancelleria angioina, a cura di R. Filangieri, I-VIII, Napoli 1950-1957, ad Indices; X, ibid. 1957, ad Indicem; XII-XIII, ibid. 1959, ad Indices; C.Minieri Riccio, Cenni storici intorno i grandi uffizii del Regno di Sicilia durante il regno di Carlo I d'Angiò, Napoli 1872, pp. 17-20; Id., Alcuni fatti riguardanti Carlo I di Angiò dal 6 di agosto 1252 al 30 di decembre 1270, Napoli 1874, p. 3; M. Amari, La guerra del Vespro Siciliano, I, Milano 1886, pp. 51, 56 s., 59; P. Durrieu, Les archives angevines de Naples, II, Paris 1887, p. 282; R. Sternfeld, Karl von Aniou als Graf der Provence (1245-1265), Berlin 1888, pp. 72, 91, 107, 133, 139, 150 s.; L. Cadier, Essai sur l'administration du Royaume de Sicile sous Charles Ier et Charles II d'Anjou, Paris 1891, pp. 176 s.; R. Sternfeld, Ludwigs des Heilizen Kreuzzug nach Tunis 1270 und die Politik Karls I. von Sizilien, Berlin 1896, p. 112; I. Scaturro, Storia della città di Sciacca, I, Napoli 1925, pp. 331 s.