DELLA CELLA, Guglielmo
Nacque a Piacenza il 27 sett. 1817 da Giuliano e Antonietta Gazola; studiò ingegneria a Vienna presso l'accademia militare. Si sposò tre volte: con Angela Pistoni (1837), con Lavinia dei marchesi Paveri Fontana (dalla quale ebbe due figli, Giacomo e Gustavo), e con Teresa Piatti (Di Gropello-Manfredi, 1979).
La sua carriera ebbe qualche difficoltà ad avviarsi, forse anche perché allo scoppio della guerra nel 1848 il D. si arruolò nell'esercito piemontese col grado di sottotenente di cavalleria. Sebbene il Mensi (1899, p. 157) affermi che, finita la guerra, il D. "ritirossi a vita privata attendendo lodevolmente alla professione", la sua presenza è documentata a Parma quale capitano del corpo del genio reale dal 1850 al 1854. Insignito del titolo di cavaliere di seconda classe dell'Ordine di S. Lodovico nel 1850 (Parma, Arch. Ordine Costantiniano S. Giorgio, Reale Ordine S. Lodovico, b. 147), nel 1857 risulta tra i "benemeriti del principe e dello Stato", decorato con medaglia d'argento (Almanacco di corte dell'anno 1857, p.374).
Dal 1856 al 1859 fu consigliere per la provincia di Piacenza e, ancora nell'anno 1859, egli figura tra i cavalieri di seconda classe dell'Ordine di Francesco I delle Due Sicilie (Almanacco... 1859, p.183). A Parma, dove alloggiava nel quartiere militare, si occupò dei lavori al giardinetto presso porta S. Maria; sono documentate alcune liste di lavori e note di spese del primo semestre 1851 recanti la sua firma. Così pure a settembre-novembre risalgono note di spese nonché liste di operai e muratori impiegati nei lavori di ristrutturazione alla cittadella da lui coordinati (Arch. di Stato di Parma, Amministrazione militare, b. 1881, note di spese in data 21 sett., 26 ott., 1° nov., 20 nov. 1851).
Nel 1906 Camillo Guidotti scrisse che il D. aveva diretto i lavori alla cittadella, senza però indicarne la data e valutarne il raggio di intervento. Così non è facile oggi ricostruire la consistenza del suo lavoro, anche a causa di segnalazioni confuse se non addirittura taciute dalle guide o dagli studiosi locali: Infine sembra che, negli anni 1855-1856, si sia occupato dell'opera il Bucci, capo sezione del genio militare, come attesta un fitto carteggio tra l'architetto di corte Paolo Gazola e lo stesso Bucci (Arch. di Stato di Parma, Patrimonio dello Stato, m. 113).
Nel 1857 avrebbe redatto un progetto per l'ingresso del foro boario a Piacenza, presentato alla Esposizione della Società di incoraggiamento delle arti in palazzo Costa a Piacenza (Gazzetta di Parma, 18 ag. 1857).
Il 18 apr. 1859 iniziò la costruzione della chiesa di S. Savino a Rezzanello, voluta dal conte Ferdinando Douglas Scotti che in un primo tempo affidò l'incarico a Ernesto Piazza (collaboratore di Paolo Gazola alla corte di Parma), allo stesso D. e a Giuseppe Perrau. Venne scelto il progetto del D. modificato parzialmente dallo stesso Douglas Scotti e da Andrea Guidotti.
Non è stato possibile reperire il disegno originale del progetto, ma la data di questi lavori, indicata da Alessio (1880 e 1883), trova conferma nella consultazione del Registro dell'Opera parrocchiale di Rezzanello, nel quale sono indicati anche i successivi restauri al coro e alla cappella della Beata Vergine delle Grazie, eseguiti tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento (Arch. della chiesa, Registro delibere Opera parrocchiale, aa. 1896-1908). A pianta longitudinale con unica navata, la chiesa, realizzata secondo il codice-stile neogotico, ha la facciata a fasce bianche e nere sormontata da frontone spezzato.
Il settimo e l'ottavo decennio del secolo sono per il D. periodi di intensa operosità e di commissioni di notevole rilievo. Egli risiedeva ormai definitivamente a Piacenza (nel palazzo paterno di strada S. Antonino), e nel 1865 partecipava al dibattito sulla costruzione della barriera a porta S. Raimondo (attuale piazzale Genova), di cui si conserva il progetto (Arch. di Stato di Piacenza, Mappe e disegni, b. 15, in data 1° ag. 1865).
In una lettera al sindaco di Piacenza illustrava i motivi che lo avevano indotto ad "abbandonare lo stile Classico che mal si presterebbe allo scopo", per adottare "l'Anglo-Sassone detto anche Elisabettiano" (Arch. di Stato di Piacenza, Edifici pubblici e monumenti storici cittadini, b. 18, in data 20 ag. 1865). Due anni dopo la commissione di ornato, nella quale il D. è documentato quale membro fino al 1878, prese nuovamente in esame il Progetto della barriera S. Raimondo e quello steso dall'ingegnere del comune. Le relazioni della commissione di ornato documentano le critiche al progetto dell'ingegnere comunale e a quello del D., nonché le modifiche da applicare (Arch. di Stato di Piacenza, Registri delibere..., aa. 1862-1881, seduta 7 marzo 1867).
Nello stesso anno il D. si occupò della ristrutturazione della casa Dondi a Piacenza, in via S. Antonio n. 176, sopraelevandola di un piano e ampliando gli ingressi alle botteghe (Ibid., Edilizia e lavori pubblici, aa. 1865-1867).
In occasione di alcuni restauri all'esterno della chiesa di S. Maria di Campagna (copertura dei torrioncini laterali alla facciata) si dichiarò propenso a un intervento di ripristino, ma prevalse la tesi divergente sostenuta da D. Brigidini (Ibid., Registri delibere..., seduta 11 maggio 1870). Ancora a questi anni risalgono un progetto di ristrutturazione di casa Prati a Piacenza, in via del Guasto n. 25 (Ibid., Edilizia e lavori pubblici, aa. 1870-1871) di cui però non si è trovata documentazione iconografica, e una carta della città con fortificazioni (Piacenza, Bibl. com. Passerini Landi, Mappe, c. 6, n. 4).
Dal 1872 al 1875 il D. fu impegnato nel cantiere del duomo dove diresse i restauri finanziati dal canonico G.B. Rossi. Si tratta del primo intervento conservativo della cattedrale, in occasione del quale eseguì un progetto per le finestre della navata centrale (Archivio capitolare, c. XXX, 103, in data 10 maggio 1872). I lavori si svolsero quasi totalmente all'interno e riguardarono la riapertura dei matronei, la riforma dei finestroni del lato settentrionale della navata centrale e la nuova pavimentazione.
Contemporaneamente il D. si occupava di alcuni interventi all'esterno della chiesa di S. Savino (1873), compresa la sistemazione del piazzale antistante, di cui l'ingegnere milanese Balzaretti aveva presentato un disegno (Arch. di Stato di Piacenza, Reg. delibere..., sed. 3 maggio 1873; Ibid., Relaz. Uff. tecnico, c. 266, perizia autografa, agosto 1873). Documenti d'archivio mettono in luce il raggio del suo intervento che consiste appunto nell'arretrare e riedificare il "fabbricato di ragione della Fabbrica di S. Savino in Piacenza, situato a lato e a Nord dell'edificio religioso", nonché nell'apertura di una scalinata antistante il pronao ("da costruirsi in granito di Baveno"; Ibid., Relazioni Uff. tecnico, perizia cit.).
Alla fine dello stesso anno, quando all'interno della cattedrale il pavimento del santuario, la gradinata principale e le due laterali erano ormai rimesse a nuovo (Piacenza, Archivio capitolare, Delibere capitolari, sedute di maggio-dicembre 1873) e si prese in esame il restauro della cappella di S. Corrado, scoppiarono contrasti di valutazione estetica, sicché la commissione (composta tra gli altri dal D., P. Bozzini e B. Pollinari) si dimise, mentre il canonico Rossi continuò nel suo intento e i restauri procedettero a ritmo serrato fino alla sospensione completa nel 1875 per la morte del vescovo (ibid., sedute di aprile 1874, maggio 1874). Anche il D. rassegnò le dimissioni il 10 giugno 1874 (ibid., sedute dal 9, 10, 13 giugno 1874).
Dal gennaio dell'anno 1878 egli non e più documentato tra i membri della commissione di ornato. Nel corso dell'anno però si occupò dello scalo ferroviario e ne redasse il progetto con il monumento a Vittorio Emanuele II che avrebbe dovuto sorgere nei giardini pubblici (attuali giardini della stazione; Archivio di Stato di Piacenza, Mappe e Disegni, b. 10, n. 80). Un anno dopo, un intervento di grande rilievo: il 5 apr. 1879 si avviò la costruzione della chiesa di S. Giovanni in Bettola su suo progetto (Mizzi, 1885; Fiorentini-Arisi, 1979).
A frontone spezzato sormontato da gugliotti, profilato da archetti pensili, l'edificio attesta l'assimilazione e la piena adesione al codice-stile neoromanico di parti sintattiche precedentemente adottate (il neogoticismo della chiesa di Rezzanello e dei restauri al duomo, per esempio).
Risale a questo periodo anche un progetto per la barriera alla stazione ferroviaria (dicembre 1879) con la sistemazione di una area a verde e la "riduzione a migliore aspetto" di casa Serra Costa su via delle Benedettine (Arch. di Stato di Piacenza, Ufficio tecnico del Comune, b. 50). Nel 1881 dette inizio a importanti lavori di restauro progettati da lui stesso per il proprio palazzo (Ibid., Edilizia e Lavori pubblici, anni 1880-1881, disegno in data agosto 1881, allegato a una lettera autografa del 16 ag. 1881). Ultime sue imprese pare siano state un nuovo progetto e relative perizie per i restauri alla cattedrale (Piacenza, Arch. capitolare, Delibere capitolari, dicembre 1885). La grande campagna di lavori promossa dal vescovo G.B. Scalabrini, intorno agli anni Novanta, avrebbe dovuto essere diretta dal D., che redasse un nuovo progetto nel gennaio 1895, e da G. Manfredi (Cassanelli, 1982). Il D. morì a Sant'Antonio a Trebbia (Piacenza) nella villa Casanova Della Cella, il 21 sett. 1896 (Libertà, 23 sett. 1896).
Vanno ricordati del D. due volumi: Dell'industria ippica in Italia (pubblicati a Piacenza nel 1869 con dedica a Pietro Selvatico), e il Dizionario corografico-storico-geologico della provincia di Piacenza, Piacenza 1890.
Pochi sono i disegni del D. a noi noti; oltre quelli citati nel corso della voce: Archivio di Stato di Piacenza, Mappe e Disegni, b. 2, n. 38, planimetria del duomo di Piacenza; b. 10, n. 80, giardino pubblico, planimetria con progetto di nuovo accesso alla stazione; b. 27, n. 24, planimetria di Piacenza e del progetto di accesso allo scalo ferroviario; b. 23, relazione ms. sui restauri alla cattedrale; Archivio di Stato di Parma, Mappe e disegni, vol. XXVI, mappa 72: Prospetto della chiesa di S. Ludovico, dis. del D., litografia Bacchini 1852.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Piacenza, Registri delle nascite del Comune di Piacenza (aa. 1815-1825);Ibid., Edifici pubblici e monum. storici cittadini, b. 18;Ibid., Ufficio tecnico del Comune. Registri delibere commissione d'ornato (aa. 1862-1881); Ibid., Ufficio tecnico del Comune, b. 50; Ibid., Ufficio tecnico del Comune. Registri relaz. Uff. Tecnico, c. 266; Ibid., Edil. e lavori pubbl. (aa. 1865-1867; 1870-1871; 1880-1881); Ibid., Miscell. Ottolenghi, b. 25; Ibid., Carte e ms. di storici ed eruditi piacentini, serie Pancotti, b. 2; Piacenza, Arch. capitolare, Delibere capitolari (aa. 1867-1876; 1877-1886); Arch. di Stato di Parma, Amministr. militare, b. 1262; Parma, Arch.
Ordine Costantiniano S. Giorgio, Reale Ordine S. Lodovico, b. 149; A. Bonora, Belle arti e commercio. Studi storici, Piacenza 1868, p. 37; G.B. Rossi, I restauri della cattedrale di Piacenza e il corrispondente piacentino del "Veridico", Piacenza 1875, p. 12; F. Alessio, Cenni biogr. del conte Douglas Scotti, Pinerolo 1880, p. 98; Id., Rezzanello, Piacenza 1883, p. 53; A. Mizzi, La nuova chiesa di Bettola, Piacenza 1885, pp. 20, 22 s.; F. Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai nostri giorni, Piacenza 1889, II, p. 310; L. Cerri, I restauri al Duomo, in Strenna piacentina, Piacenza 1889, p. 138; B. Pollinari, Scritti d'arte, Piacenza 1894, p. 43; L. Mensi, Diz. biogr. piacent., Piacenza 1899, pp. 157 s. (gli viene attrib. anche una chiesa a Caserta, ma non esiste documentazione); A. Rapetti, Guida al duomo di Piacenza, Piacenza 1901, p. 68; D. Canavesi, I recenti restauri del duomo, in Bollett. stor. piacentino, I (1906), p. 166; C. Guidotti, Consolidamento del nostro duomo, 1894-1902, Piacenza 1906, pp. 7, 10, 25; L. Cerri, La cattedrale di Piacenza prima e dopo i restauri, in Arch. stor. per le prov. parmensi, n. s., IX (1909), p. 35; Le feste solenni di Rezzanello, in Nuovo Giornale, 29 sett. 1912; G.F., Rezzanello (la villa, la chiesa, il castello), in Boll. stor. piacentino, XIII (1918), 3, p. 58; L. Tagliaferri, Il duomo di Piacenza. Storia arte costume, Piacenza 1964, pp. 45, 76, 78, 129; A. Fermi-F. Molinari, Mons. A. Ranza. Filosofo teologo vescovo di Piacenza, Piacenza 1966, I, pp. 47 ss.; Felice da Mareto, Bibliografia gen. delle province parmensi, Parma 1974, pp. 347 s.; Id., Parma e Piacenza nei secoli, Parma 1975, p. 167; G. Di Gropello-C.E. Manfredi, Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi, Piacenza 1979, p. 184; E.F. Fiorentini-F. Arisi, Il santuario della Madonna della Quercia, Bettola s.d. [ma 1979], pp. n.n.; Storia di Piacenza, V, L'Ottocento, Piacenza 1980, pp. 214, 242, 435; R. Cassanelli, L'osso di Cuvier. Aspetti e protagonisti del restauro a Piacenza, in Boll. stor. piacentino, LXXVI (1982), 2, pp. 171, 173, 176; A. Coccioli Mastroviti, G. D., in Gotico neogotico ipergotico. Archit. e arti decorative a Piacenza 1856-1915 (catal.), Bologna 1984, p. 324; R. Cassanelli, Il duomo, ibid., pp. 140 ss.; A. Gigli, Chiesa di S. Savino a Rezzanello, ibid., p. 234; Diz. del Risorg. naz., II, ad vocem, p. 890; Nuovo Dizionario biogr. piacentino (1860-1960), p. 96.