GUGLIELMO di Blois
Fratello del celebre Pietro di Blois lo seguì in Sicilia, dove fu nominato abate di S. Matia di Maniace (Messina) nel 1167. Altro di lui non si sa, se non che nel 1169 rinunciò alla sua carica e ritornò in Francia. Aveva già allora scritto molte opere, di cui una sola è rimasta, l'Alda.
È una cosiddetta commedia elegiaca (dove l'elemento narrativo prevale sul dialogico) la quale, a quel che afferma l'autore, è tratta da Menandro. Tra le commedie di Menandro, sopravvissute forse a lungo nel Medioevo, ve n'era una infatti, intitolata 'Ανδρόγυνος, che svolgeva con tutta probabilità la scabrosa avventura di una vergine ignara ingannata da un amante travestito da donna, cioè l'avventura stessa dell'Alda. Ma Guglielmo, dell'Androgino, non dovette conoscere che un sunto prosastico latino, corrente in Sicilia ai suoi tempi. Certo egli rifece il racconto a modo suo, non senza vivacità e abilità; e medievalizzò cose e persone, ma non tanto che il disegno d'una commedia antica non vi si lasci ancora riconoscere (ed. C. Lohmeyer, Lipsia 1892).
Bibl.: G. Cohen, La "comédie" latine en France au XIIe siècle, Parigi 1931, I, p. 107 segg.