DURANDO, Guglielmo
(o Durante, Durand)
Vescovo di Mende, in Linguadoca (1285-1296), giurista e trattatista.Nato a Puymisson, presso Montpellier, verso il 1230, a partire dal 1255 soggiornò in Italia, dove perfezionò gli studi di diritto e quindi insegnò a Bologna e a Modena. Intorno al 1262 fu chiamato presso la curia romana, ove esercitò gli uffici di cappellano apostolico e di auditore generale del sacro palazzo. In questa veste partecipò al concilio di Lione nel 1274. Da Niccolò III (1277-1280) ottenne il decanato del Capitolo di Chartres e, nel 1278, l'incarico di legato nei territori del Patrimonio. Le cariche successive lo condussero a risiedere per lunghi periodi, in qualità di rettore, nelle Marche e in Romagna, per difendere gli interessi del papato dagli attacchi delle famiglie ghibelline. Nel 1285 fu eletto vescovo dal Capitolo di Mende, carica ratificata l'anno seguente (Andrieu, 1940; Falletti, 1953).Con il titolo di vescovo di Mende, D. si qualifica nel prologo del suo trattato di liturgia, il Rationale divinorum officiorum, diviso in otto libri. Nel primo, in nove capitoli, sono formulati i principi da seguire nella scelta degli spazi consacrati, nella costruzione degli edifici religiosi - in base al sistema simbolico connesso con l'orientamento delle chiese e le loro diverse parti - e nell'uso delle pitture e delle immagini. Grande importanza per la definizione dell'iconografia sacra rivestono anche il terzo libro, dedicato alle vesti e ai paramenti liturgici, nonché all'approfondimento di specifiche simbologie legate alla pianta e alla struttura delle chiese, il sesto, sulle valenze simboliche connesse con le varie fasi della celebrazione eucaristica, e il settimo, prevalentemente agiografico, in cui un capitolo dedicato all'ufficio dei morti completa la trattazione della simbologia delle sepolture accennata nel primo.Nel proemio D. si propone di fornire al clero una summa del simbolismo liturgico. Le sue fonti sono la Scrittura - dalla cui interpretazione storica, allegorica, tropologica e anagogica nasce un sistema di significazioni in cui si rispecchia tutta la realtà del creato - e la trattatistica precedente: in particolare molte delle sue concezioni derivano direttamente da quelle formulate nel sec. 13° dalla scuola di S. Vittore a Parigi e attingono dai repertori e dalle compilazioni altomedievali, quali le Quaestiones di Isidoro di Siviglia (Auber, 1871; Falletti, 1953). Da quest'ultimo deriva l'immagine dell'Ecclesia-arca dell'alleanza (Quaestiones in Exodum, XLIV; PL, LXXXIII, col. 310) e ancora il vasto repertorio simbologico connesso con l'altare, le colonne, l'ornamentazione e le vesti liturgiche.Gli elementi fondamentali del simbolismo - affermati da D. già nel Pontificale (Andrieu, 1940), opera dedicata alla liturgia episcopale - rispecchiano principi dell'architettura cristiana dei primi secoli largamente interpretati nella prassi architettonica in uso nelle fabbriche coeve - l'idea della costruzione di grandi chiese a croce latina a immagine della croce e del corpo di Cristo (Rationale, I; III; Sauer, 1902), la concezione del monumento funebre come memoria dei defunti e monito ai vivi (Rationale, I, 5) - e, nelle pitture e nelle sculture, trovano largo riscontro nell'iconografia dei santi e dei personaggi storici. Largo spazio è assegnato alla trattazione di singoli attributi, come il nimbo rotondo o quadrato (Rationale, I, 3; Ladner, 1941). In generale, tutta l'opera di D. - compresi gli altri trattati, di natura specificamente canonica e giuridica - è permeata da una concezione gerarchica del mondo sia terreno sia trascendente, nell'ambito della quale trovano ragione di essere i distinti onori attribuiti ai singoli santi e la diversa importanza data nel calendario liturgico alle loro feste (Rationale, VII; Auber, 1871).Alle funzioni politiche di D. è legata la fondazione della città di Castel Durante nelle Marche (od. Urbania), che mutua dal suo il proprio nome, costruita a seguito della distruzione da parte dei Montefeltro, intorno al 1277, della roccaforte guelfa di Castel delle Ripe (Colucci, 1790).Morto nel 1296, D. fu sepolto a Roma, nella chiesa di S. Maria sopra Minerva; il monumento funebre, arricchito da un lungo epitaffio che enumera le attività del defunto, è opera di Giovanni di Cosma (Romano, 1990, pp. 160-162).
Bibl.:
Fonti. - Guglielmo Durando, Rationale divinorum officiorum, Venezia 1519; G. Colucci, Antichità Picene, VIII, Fermo 1790, pp. 193-218.
Letteratura critica. - V. Le Clerc, Histoire littéraire de la France, XX, Paris 1842, pp. 411-497; Abbé Auber, Histoire et théorie du symbolisme religieux avant et depuis le christianisme, 3 voll., Paris-Poitiers 1871; J. Sauer, Symbolik des Kirchengebäudes und seiner Ausstattung in der Auffassung des Mittelalters, Freiburg im Brsg. 1902; J. Mason Neale, B. Webb, The Symbolism of the Churches and Church Ornaments. A Translation of the First Book of the Rationale Divinorum Officiorum written by William Durandus, London 19063; M. Andrieu, Le pontifical romain au Moyen-Age, III, Le Pontifical de Guillaume Durand (Studi e testi, 88), Città del Vaticano 1940; G.B. Ladner, The So-Called Square Nimbus, MedSt 3, 1941, pp. 15-45 (rist. in id. Images and Ideas in the Middle Ages. Selected Studies in History and Art, Roma 1983, pp. 115-166); L. Falletti, s.v. Guillaume Durand, in Dictionnaire de droit canonique, V, Paris 1953, coll. 1014-1075; G. Azzaro, Durando di Mende, Catania 1968; M. Dykmans, Notes autobiographiques de Guillaume Durand le Spéculateur, in Ius populi Dei. Miscellanea in honorem Raymundi Bidagor, I, Roma 1972, pp. 119-142; S. Romano, Giovanni di Cosma, in Skulptur und Grabmal des Spätmittelalters in Rom und Italien, "Akten des Kongresses ''Scultura e monumento sepolcrale del tardo medioevo a Roma e in Italia'', Roma 1985", a cura di J. Garms, A.M. Romanini, Wien 1990, pp. 159-171; Guillaume Durand. Evêque de Mende (v. 1230-1296). Canoniste, liturgiste et homme politique, "Actes de la Table ronde du C.N.R.S., Mende 1990", a cura di P.M. Gy, Paris 1992.P. Réfice