GUGLIELMO I Federico d'Orange-Nassau, re de Paesi Bassi
Figlio di Guglielmo V, statolder ereditario delle Provincie Unite, e di Sofia Guglielmina di Prussia, nato a L'Aia il 24 agosto 1772, morto a Berlino il 12 dicembre 1843. Nel 1791 aveva sposato la cugina Federica Luisa Guglielmina (nata il 18 novembre 1774, morta il 12 ottobre 1837), figlia del re di Prùssia Federico Guglielmo II. Combatté con successo contro i Francesi di Dumouriez nel 1793, ma nel 1795 fu costretto dalle vittorie di Pichegru a rifugiarsi con tutta la famiglia a Londra, da dove passò a Berlino. Dopo la pace di Anversa, in un incontro a Parigi con Napoleone, ottenne (29 agosto 1802) i territorî dei vescovati di Fulda e Corvey e dell'abbazia di Weinberg e le città imperiali di Dortmund, Isny e Buchhorn come compenso della rinunzia allo statolderato.
Nel 1806 per la morte del padre, divenne principe di Orange, ma avendo rifiutato di aderire alla Confederazione del Reno perdette i possedimenti ereditarî di Nassau, e fatto prigioniero a Erfurt (15 ottobre 1806) dopo la battaglia di Jena, alla quale aveva partecipato, fu privato da Napoleone (23 ottobre 1806) anche degli altri territorî. Tornò a Berlino combatté nelle file austriache a Wagram, dove fu ferito. Ribellatasi l'Olanda a Napoleone, G. fu richiamato dopo 18 anni di esilio, sbarcò il 30 novembre 1813 a Schevenìngen e il 2 dicembre fu proclamato ad Amsterdam principe sovrano dei Paesi Bassi. La costituzione del nuovo stato fu accolta favorevolmente dalle potenze coalizzate, che pensarono di farne una barriera contro la Francia, e col trattato di Parigi stabilirono di dare all'Olanda un "accroissement de territoire". Così G. ebbe gli antichi Paesi Bassi austriaci e il vescovato di Liegi, cioè l'odierno Belgio; mentre, in cambio dei possedimenti tedeschi, aggregati al ducato di Nassau e alla Prussia, otteneva il Lussemburgo.
Il 16 marzo 1815 G. si proclamò re dei Paesi Bassi e granduca di Lussemburgo e poco dopo, alla testa di Belgi e Olandesi, prendeva parte alla battaglia di Waterloo. Intelligente, abile, profondo conoscitore della storia e delle leggi olandesi, ma ostinato, avaro, insofferente d'opposizione, si diede attivamente a far quello che riteneva il bene dei suoi popoli e ad accelerarne la fusione, con le vedute di un sovrano illuminato del Settecento. Ma quantunque i paesi di nuovo acquisto venissero a guadagnare, e molto, dalla nuova situazione e dalla sua attività, gravi erano le cause di malcontento. La costituzione poneva praticamente tutto il potere nelle mani del re, poiché il bilancio era decennale e i ministri dipendevano da lui; mentre i Belgi che costituivano i tre quinti della popolazione, erano messi in condizioni di inferiorità rispetto agli Olandesi. Inoltre, ostacoli e restrizioni erano imposti all'insegnamento impartito dal clero cattolico; per dedicarsi al sacerdozio bisognava frequentare per due anni il Collegium philosophicum statale creato a Lovanio; la lingua olandese fu proclamata unica lingua ufficiale (26 ottobre 1822); gl'impiegati e gli ufficiali erano reclutati in grandissima parte tra gli Olandesi; la libertà di stampa, garantita dalla costituzione, era stata di fatto soppressa con ordinanze reali; infine, per colmare il disavanzo del bilancio, era stata imposta la tassa sul macinato, che colpiva più gravemente i Belgi.
Nel 1828 cattolici e liberali belgi si coalizzarono; G. cercò di combattere con nuove misure repressive questa opposizione, da cui si sentiva personalmente ferito; ma il 25 agosto 1830 Bruxelles insorgeva e gli Olandesi sgombravano il Belgio. G. respingeva la proposta del figlio principe di Orange, di dare l'autonomia alle provincie belghe, e si rivolgeva alle potenze firmatarie dei trattati del 1815. Ma, con sua sorpresa e ira, queste col trattato "dei 18 articoli" firmato a Londra il 24 giugno 1831, ratificarono la separazione delle provincie meridionali, creando il regno del Belgio.
G. non volle riconoscere questo trattato, e un esercito olandese invase il 2 agosto il Belgio; ma l'intervento francese lo fermò sulla via di Bruxelles, e le potenze lo costrinsero a ritirarsi. Quantunque il nuovo trattato dei "24 articoli", del 15 ottobre 1831, stipulato dopo i successi militari olandesi, fosse più favorevole per l'Olanda, G. si ostinò a non accedervi, non ritirò le truppe dalla cittadella di Anversa, né si piegò, quando, dopo un assedio di quasi un mese, questa capitolava alle forze ariglofrancesi (2z dicembre 1832).
La sua ostinazione protrasse per cinque anni uno stato di fatto favorevole al Belgio; ma quando gli Olandesi, che dal 1831 al 1833 erano stati d'accordo col re, si stancarono di mantenere sul piede di guerra l, esercito, G. cedette e il 14 marzo 1838 si dichiarò pronto a firmare il trattato dei 24 articoli; questa volta fu il Belgio a tergiversare, e solo il 19 maggio 1839 si venne alla firma.
Sotto la pressione del malcontento popolare, G. consentì a riformare la costituzione, accettando che i ministri fossero responsabili davanti al parlamento, che il bilancio fosse biennale, invece che decennale, e rinunciando alla libera disponibilità dell'avanzo del bilancio coloniale. Però queste concessioni e l'ostilità dell'opinione pubblica al progettato matrimonio con la coutessa d'Oultremont belga e cattolica, lo disgustarono al punto che il 7 ottobre 1840 improvvisamente abdicò. Passato a seconde nozze, si ritirò, col nome di conte di Nassau, nelle sue possessioni della Slesia.
Bibl.: L. Jottsand, Guillaume d'Orange-Nassau avant son avènement au trône des Pays-Bas, Bruxelles 1827; E. C. de Gerlache, Histoire du Royaume des Pays-Bas depuis 1814 jusqu'à 1830, Bruxelles 1938-1842, voll. 3; T. Juste, Le soulèvement de la Hollande en 1813 et la fondation du royaume des Pays-Bas, Bruxelles 1870; W. H. de Beaufort, De eerste regeeringsjaaren van Koning Willem I (I primi anni di governo del re Guglielmo I), Amsterdam 1886; H. T. Colenbrander, De Belgische Omwenteling (La rivoluzione belga), L'Aia 1905; id., Gedenkstukken der algemeen geschiedenis van Nederland (Documenti per la storia generale dei Paesi Bassi), VIII-X, L'Aia 1915-20; Ch. Terlinden, Guillaume I et l'Église catholique en Belgique, Bruxelles 1905-06, voll. 3; F. van Kalken, Histoire des Pays-Bas et de la révolution belge de 1830, Bruxelles 1924.