Guglielmo I il Conquistatore
Re d’Inghilterra (Falaise 1027 o 1028-Saint-Gervais, Rouen, 1087). Figlio naturale di Roberto I di Normandia, ereditò (1035) il ducato paterno. Domò con l’aiuto di Enrico I di Francia (1048) una rivolta in Normandia. G. poi a sua volta aiutò Enrico I sconfiggendo e assoggettando Goffredo Martello, conte d’Angiò. Divenuto ormai il più potente feudatario di Francia, G. si vide esposto ai timori e alla gelosia del re: ma le grandi vittorie di Mortemer e di Varaville su Enrico e altri minori successi su Goffredo d’Angiò ne consolidarono definitivamente il potere. Politico deciso e intrepido, abile quanto risoluto, G., debellate le ultime resistenze locali in Normandia, poté perseguire più grandiosi progetti di dominio: approfittando della confusione sorta alla morte del conte d’Angiò, occupò il Maine per restituirlo al legittimo signore, Egberto; ma, morto quest’ultimo (1063), se ne proclamò conte. Dieci anni prima aveva sposato Matilde, figlia di Baldovino di Fiandra: il Paese della moglie, ora che era morto (1066) in Inghilterra Edoardo il Confessore, cugino del padre Roberto, appariva un eccellente punto di partenza per un’impresa più ambiziosa. Contro l’elezione di Aroldo, G. avanzò risolutamente le sue pretese alla successione, sostenuto da una coalizione europea (papa, imperatore, Baldovino di Fiandra e gli altri regnanti); nella battaglia di Hastings (14 ott. 1066) risolse la partita con la forza e fu incoronato a Westminster il 25 dicembre. Con l’appoggio del clero e con l’aiuto dei vassalli normanni, procedette al riordinamento territoriale e alla repressione delle rivolte anglosassoni. I suoi compagni furono largamente ricompensati attraverso la distribuzione delle terre confiscate, e all’Inghilterra fu data una rigida struttura feudale: G. però lasciò ai vassalli pochissimo agio e iniziativa, attraverso l’imposizione, da un lato, di un ordinamento fiscale ordinato e rigoroso (di cui è testimone il Domesday book, 1085-86) e, dall’altro, lasciando notevole parte nell’amministrazione agli istituti locali da lui perfezionati e potenziati. Accanto alla politica civile, fu ridisegnata anche l’organizzazione ecclesiastica, affidata (1070) a Lanfranco di Bec: riforma amministrativa e riforma religiosa procedettero di pari passo, assicurando al clero quella forza e autonomia morale che ne fece uno dei grandi protagonisti della vita inglese nel periodo normanno. Gli ultimi anni di G. furono dominati dalla necessità di far fronte a focolai isolati di rivolta; nel 1079 il figlio Roberto, scontento della scarsa autonomia concessagli dal padre nell’amministrazione del ducato normanno, gli si era ribellato, e nel 1082 si ribellò Oddone di Bayeux: G. ebbe ragione facilmente di queste difficoltà, imprigionando Oddone. Riuscì a battere Filippo I di Francia, occupando Mantes; morì per le ferite riportate in quel combattimento.