GUGLIELMO il conquistatore, re d'Inghitlterra
GUGLIELMO il conquistatore, re d'Inghitlterra - Nato nel 1027, figlio naturale di Roberto I, duca della Normandia, e di Arlette, figlia di un conciapelli di Falaise. Riconosciuto suocessore di Roberto nel 1034, divenne duca nel luglio 1035, quando morì Roberto. Insieme con Enrico I di Francia, suo sovrano feudale, le e protettore, domò a Vades-Dunes una grande rivolta nella Normandia occidentale, e stabilì la sua autorità in tutto il ducato, divenendo uno dei maggiori vassalli della Francia settentrionale e acquistandosi fama col prestare il suo aiuto ad Enrico contro Goffredo Martel, conte di Angiò 1048). Fra il 1048 e il 1054 G. consolìdò il suo potere nella Normandia, togliendo di mezzo i ribelli parenti di suo padre. Nel 1053, senza badare al divieto della Chiesa, sposò Matilde, figlia di Baldovino, conte di Fiandra. Enrico I, impensierito del potere crescente di G., ordinò la leva feudale delle truppe di Francia interamente nella Normandia, ma una sehiacciante sconfitta a Mortimer lo costrinse a rinunziarvi, e nel 1058 G. respinse una seconda invasione francese con una vittoria ancora più decisiva a Varaville. Queste vitiorie, insieme con successi di minore . importanza, ottenuti contro Goffredo Martel, diedero la possibilità a G. di strappare Tillières a Enrico e Domfront e Ambrières, nel Maine, a Goffredo, e di ottenere il riconoscimento della sua signoria feudale su Guido, conte di Ponthieu, e su Goffredo, conte di Mayenne. Nel 1060 l'ascesa al trono francese del giovinetto Filippo I e la lunga guerra civile che dilaniò l'Angiò, quando morì Goffredo Martel, diede mano libera a G. Nel 1063 occupò il Maine, in favore del legittimo conte Erberto, s:podestato da Goffredo Martel, e quando morirono senza discendenza Erbert e sua sorella Margherita, G. si proclamò conte di Maine. Sostenne pure con successo una campagna minore in Bretagna (1064).
Giacché Edoardo il Confessore, re d'Inghilterra, cugino di Roberto I duca di Normandia era senza discendenza, G. seguiva con occhio atterito le vicende della corona inglese. Il suo matrimonio, benché non fosse stato ispirato da ambizioni sul trono d'Inghilterra, gli procurò il sostegno della Fiandra, che per ragioni tanto geografiche, quznto militari, economiche e politiche era destinata a essere un fattore decisivo in tutte le imprese riguardanti l'Inghilterra. Forse durante la visita fatta da G. nel 1051 in Inghilterra, Edoardo può avergli fatto qualche promessa circa la successione, ma questi non nutrì serie speranze prima della morte, accaduta nel 1057, del nipote ed erede designato di Edoardo, Edoardo I Ætheling. Quando naufragò sulle coste di Ponthieu il suo rivale piu temibile, Aroldo, conte di Wessex, e cadde nelle mani del conte Guido, G. costrinse Guido a consegnargli Aroldo e ottenne da questo un giuramento di vassallaggio che obbligava Aroldo a sostenere all'occorrenza le pretese di G. sul trono d'Inghilterra. Il 5 gennaio 1066 morì Edoardo e il "Witan (assemblea dei liberi) elesse re Aroldo; ma, fuori dell'Inghilterra, egli fu considerato come un usurpatore. Il papa, l'imperatore, Baldovino V e gli altri regnanti sostenevano apertamente le pretese di G., mentre la Francia e l'Angiò non erano in forza per fare opposizione. Dopo aver raccolto una grande flotta e un forte esercito di avventurieri accorsi dalla Normandia e dalle altre parti della Francia e della Fiandra, dietro promessa di avere una parte della preda, G. invitò Aroldo ad adempiere al giuramento prestato, ma Aroldo rispose con un rifiuto. Lo sbarco nel Yorkshire di Tostig, fratello ribelle di Aroldo, insieme col re di Norvegia Araldo Hardrada, costrinse Aroldo a rinunziare alla difesa del Sud, e benché egli avesse inflitto una sconfitta agl'invasori a Stamford Bridge (25 settembre) l'allontanamento delle sue forze dal Sud gli fu fatale. G. sbarcò a Pevensey senza incontrare opposizione (28 settembre) e quando riiornò Aroldo coi resti del suo esercito e poche truppe levate nelle contee, l'abile comando di G. e la disciplina e il superiore armamento dei Normanni ebbero ragione dell'esercito presso Hastings (14 ottobre), e Aroldo fu ucciso. Gl'Inglesi fecero tentativi isolati di resistenza, ma G. si assicurò di Dover e del sud-est, isolò Londra, e costrinse il clero e gli abitanti di Londra a sottomettersi. Il 25 dicembre 1006 egli fu incoronato re d'Inghilterra a Westminster. Fu costruita la Torre di Londra; i conti dell'interno, Edwin, Morcar e Waltheof si sottomisero e l'autorità di G. fu riconosciuta in tutta l'Inghilterra, a sud del Humber. G. non tolse subito i possessi ai proprietarî e sceriffi inglesi, ma ricompensò i suoi seguaci con i vasti territori di Aroldo e dei signori, che trovarono la morte a Hastings, e costrusse molti castelli per far fronte alle ribellioni che potevan0 sorgere. Sul principio del 1067 G. tornò nella Normandia, lasciando Guglielmo Fitzosbern e Odo di Bayeux reggenti rispettivamente del paese a nord e a sud del Tamigi. Gli atti tirannici dei baroni normanni e l'erezione dei castelli col lavoro forzato degli abitanti, provocarono serî sollevamenti nella Northumbria, nel Hereford e nel Kent; ma nel dicembre dello stesso anno ritornò G., e il clero inglese, comprendendo che solo il trionfo di Guglielmo avrebbe potuto prevenire l'anarchia, formò un forte partito nazionale in suo sostegno. I cittadini di Exeter invece fecero il tentativo di organizzare una federazione indipendente di città occidentali; ma, dopo un breve assedio, G. ottenne a condizioni miti la loro sottomissione. Intanto Edwin e Morcar avevano provocato una rivolta nella Mercia, e la Northumbria si dichiarò per Edgar, figlio di Edoardo Ætheling. Però l'avvicinarsi di G. pose fine ad ambedue queste rivolte. Edwin e Morcar si sottomisero e una guarnigione normanna fu posta a York. Nel gennaio del 1069, resi furiosi dalle crudeltà commesse dai Normanni, gli abitanti della Northumbria li massacrarono a Durham, ed Edgar attaccò York, ma l'arrivo di G. disperse di nuovo i ribelli. Nell'agosto del 1069 il re Sweyn di Danimarca mandò una flotta potente nel Humber, ed Edgar, Waltheof, e altri nobili si unirono ai Danesi: York cadde, la sua guarigione fu massacrata, e subito dopo si ribellarono lo Shropshire e la regione sud-occidentale. G. accorse al Nord, ricuperò York, cacciò i Danesi, pose a ferro e a fuoco il territorio fra i fiumi Humber e Tees e massacrò i suoi abitanti, distruggendo ogni traccia di civiltà; dopo aver traversato i Pennines, egli devastò pure lo Staffordshire, il Derbyshire e il Cheshire. Le rivolte nel Shropshire e nel sud-ovest furono domate, tuttavia ribelli del Fenland resistettero a lungo e con valore sotto il comando di Hereward nell'Isle of Ely e non prima del 1071 G. poté rendere completa la conquista dell'Inghilterra. Una spedizione fatta in Scozia nel 1072 costrinse il re Malcolm, che aveva sposato Margherita, sorella di Edgar, a espellere Edgar, che in ultimo visse in Inghilterra e nella Normandia in condizione oscura ma agiata.
A ogni ribellione seguivano confische, con le quali G. compensava i suoi seguaci. Ben presto i grandi proprietarî terrieri inglesi vennero interamente soppiantati da baroni normanni e la popolazione indigena venne ridotta alla condizione di mesne tenants (vassalli minori) o servi. G. concesse ai suoi vassalli diretti di assumere sui loro vassalli diritti di giurisdizione signorile quali venivano praticati nella Normandia, ma che nell'Inghilterra anglo-sassone erano considerati solo come concessioni speciali della corona. Così G. completò e rese generale lo svolgimento del feudalismo in Inghilterra, ma tenne i baroni sotto rigido controllo, sopprimendone ogni indipendenza e punendo ogni usurpazione e ogni infrazione di leggi. Il carattere della conquista, avvenuta in diversi momenti, aveva fatto sì che i baroni di G. avessero spesso feudi enormi, ma i loro castelli fossero generalmente sparsi per tutta l'Inghilterra, quantunque fossero stati creati per i parenti e gli amici più sicuri di G. vasti dominî feudali, quali le marche palatine del Galles e della Scozia. G. perciò restrinse molto i poteri amministrativi dei conti non palatini e impose la fedeltà alla corona, come dovere che sovrasta a tutti gli altri vincoli di fedeltà. I suoi baroni generalmente cooperarono lealmente con lui, e senza il loro concorso egli non avrebbe potuto regnare; però una considerevole minoranza richiedeva per rimanere fedele un continuo controllo da parte del re. Nel 1075 i conti di Hereford e di Norfolk, irritati dalla soggezione in cui erano tenuti, cospirarono durante l'assenza di G.; ma il conte Waltheof, che essi indussero a unirsi a loro, li tradì presso l'arcivescovo Lanfranco, che domò la rivolta col fyrd inglese (milizia costituita dagli arimanni): Waltheof, l'ultimo conte inglese, fu giustiziato, e gli altri mandati in esilio. Nel 1082 l'irrequieto fratellastro di G., Odo, vescovo di Bayeux e conte di Kent, fu imprigionato per cospirazione. G. tenne sotto il suo controllo anche lo sviluppo dei municipî, confermando antichi privilegi a Londra e ad altre città, ma creando pochi nuovi borghi e impedendo del tutto lo svolgimento del comune, benché sotto il suo ordinato governo il commercio e la ricchezza fiorissero. Le istituzioni anglosassoni del governo centrale, già molto somiglianti a quelle della Normandia, furono mantenute con pochi cambiamenti, ma fu in esse infuso un nuovo vigore e furono completate. Il miglior documento di ciò offre il Doomsday Book (1085-86), un particolareggiato registro redatto a scopo d'imposizione di tasse. Il vitale sistema di amministrazione locale anglosassone, coi suoi sceriffi, podestà, contee e centene, fu mantenuto e portò verso un più stretto contatto con la Curia Regis, ricevendone un'autorità che lo mise in grado di dare un enorme contributo al potere di Guglielmo. Notevoli furono anche i provvedimenti di G. per il riordinamento della chiesa inglese. Stigand, l'arcivescovo inglese di Canterbury fu deposto per simonia e scisma, e gli succedette il canonista Lanfranco di Bec, fautore del partito riformatore (1070). I prelati inglesi furono sostituiti in breve tempo da Normanni, le sedi vescovili furono trasportate da oscuri villaggi in fiorenti città; furono costruite nuove cattedrali e monasteri, e la vita e la cultura del clero e dei monaci furono migliorate da regolamenti fatti applicare con rigore. Furono tenuti dei sinodi per dare vigore ai principî delle riforme, e fu istituito un sistema speciale di tribunali ecclesiastici (1076) per l'applicazione del diritto canonico. Nel governo, nelle leggi e nei rituali Lanfranco portò la chiesa inglese nella linea praticata sul continente, benché G. insistesse perché fosse limitata l'autorità del papa in Inghilterra, nei casi nei quali potesse venire in conflitto con la sua; egli stesso teneva nelle sue mani la nomina dei prelati, agendo in perfetta armonia con Lanfranco.
G. trattò con tolleranza i Gallesi e gli Scozzesi, usando una politica puramente difensiva verso la Scozia e lasciando la conquista del Galles ai potenti signori della marca (Marcher) di Chester, di Montgomery e di Hereford. Benché egli stesso si fosse conservato neutrale nelle guerre civili che seguirono in Fiandra la morte di Baldovino (1067), permise ai suoi vassalli di sostenere il giovane Arnolfo e si rifiutò di riconoscere Roberto il Frisone anche quando Arnolfo era caduto a Cassel (1071). Una rivolta nel Maine (1069) portò al costituirsi del comune a Le Mans (1072), e benché G. lo avesse abbattuto, i nobili continuarono a suscitare continui torbidi. Filippo I di Francia, pur essendo troppo debole per attaccarlo apertamente, guardò sempre con gelosia la potenza conquistata da G., e si legò in amicizia con Roberto, figlio maggiore di G., il quale gli si era ribellato nel 1074, irritato dal rifiuto di qualsiasi autorità reale nel suo dominio normanno; però nel 1079 Filippo aiutò effettivamente G. ad assediare Roberto a Gerberoi. La gelosia portò presto Filippo a riprendere i suoi intrighi. G. ricorse a trattative, chiedendo il territorio del Vexin francese, ma in un attacco fortunato su Mantes (luglio 1087), G. fu ferito gravemente e morì il 17 settembre 1087.
Bibl.: W. Stubbs, Constitutional History of England, I, Oxford 1903; H. W. C. Davis, England under the Normans and Angevins, Londra 1905; G. B. Adams, Political History of England 1066-1216, Londra 1905; J. H. Ramsay, The Foundations of England, II, Londra, 1898; Cambridge Medieval History, V, Cambridge 1926; E. A. Freeman, History of the Norman Conquest, Oxford 1867-69; F. M. Stenton, William the Conqueror, Londra e New York 1908; T. F. Tout, Chapters in the Administrative History of Medieval England, I, Manchester 1918; W. A. Morris, The Medieval English Sheriff to 1300. A. D., Manchester 1927; J. H. Round, Feudal England, Londra 1895; H. Böhmer, Kirche und Staat in England und in der Normandie (1066-1154), Lipsia 1899; Z. N. Brooke, The English Church and the Papacy, 1066-1215, Cambridge 1931; A. J. Macdonald, Lanfranc, Oxford 1926.