TAGLIACARNE, Guglielmo
TAGLIACARNE, Guglielmo. – Nacque a Orta San Giulio (Novara) il 31 maggio 1893 da una famiglia milanese; non sono noti i nomi dei genitori.
Studiò a Milano, dove conseguì la laurea in scienze economiche presso l’Università commerciale Luigi Bocconi nel dicembre del 1920, discutendo una tesi sulla statistica delle medaglie al valor militare conferite durante la prima guerra mondiale, a cui aveva partecipato fin dal 1916 ricevendo importanti onorificenze.
Nel 1924 sposò Luisa Brusati, da cui ebbe quattro figli: Sofia, Oreste, Giorgio e Luigi. Insegnò come libero docente di statistica e demografia alla Bocconi e in seguito presso altre università italiane (Pavia, Roma, Macerata, Pisa, Parma) ed estere (Caracas e Lima).
Negli anni Venti diresse l’Ufficio di statistica della Camera di commercio e industria di Milano che, istituito per iniziativa di Pietro Viglietti, coordinò per diversi anni. In quel periodo introdusse, tra le prime attività di ricerca, ricostruzioni puntuali sulle filiere di produzione e distribuzione delle merci, così da tracciare in modo sistematico la variazione dei costi associati ai diversi passaggi tra gli operatori economici con approfondimenti specifici sul commercio interno, sui consumi, sui costi di distribuzione dei prodotti. L’intensa attività di rilevazione di informazioni sia quantitative sia qualitative, condotta sotto la sua guida, consentì di costruire, nell’arco di pochi anni, un importante patrimonio di ricerche e di studi incardinati su nuovi metodi di analisi statistica.
Dalla fine degli anni Venti, Tagliacarne cominciò a pubblicare sul Giornale degli economisti e Rivista di statistica, le metodologie di calcolo dei numeri indici dei prezzi, introducendo i ‘barometri commerciali’. Nel 1929, insieme a Livio Livi, fondò a Firenze un nuovo periodico denominato Barometro economico italiano il cui programma scientifico mirava a inquadrare le prime analisi previsionali del ciclo economico all’interno di solide metodologie statistiche. Fu particolarmente attivo nelle relazioni sia con il mondo scientifico delle università, sia con le burocrazie tecniche delle amministrazioni pubbliche e collaborò, tra gli altri, in modo costante, con l’Istituto centrale di statistica (ISTAT), guidato dal presidente Corrado Gini dal 1926 al 1932. All’interno dell’ente fu incardinato, come esperto, in diverse commissioni di studio, specificamente sulle statistiche industriali, sulle statistiche corporative nonché sul calcolo delle tavole di mortalità. Con i suoi studi contribuì al consolidamento delle metodologie di costruzione di indici economici e a una maggiore diffusione delle informazioni statistiche anche presso le associazioni dei rappresentanti dei diversi settori della produzione, favorendo la costruzione di solide relazioni con il mondo delle imprese e del commercio. Nel 1938 fu chiamato a collaborare con la Confederazione generale del Commercio, poi diventata l’Unione delle Camere di commercio, di cui fu segretario generale dal 1947 al 1968.
In quegli anni la statistica italiana, tuttavia, e con essa la statistica ufficiale dell’ISTAT diretto da Gini, privilegiava la demografia. Statistica e demografia si andarono pertanto affermando, negli anni tra le due guerre, sia dal punto di vista accademico, con la creazione di numerose cattedre, sia attraverso la costituzione di istituzioni, comitati, riviste e centri studi. Grazie ai contributi di studiosi come Gini, Livi, Giorgio Mortara, Rodolfo Benini, cui partecipò anche Tagliacarne con studi sulla natalità, il dibattito sulle teorie della popolazione si arricchì di analisi e si intensificarono le pubblicazioni sulla teoria ciclica delle popolazioni, sul fondamento biologico del comportamento fecondo, sulle questioni che legavano le dinamiche demografiche ai sistemi socioeconomici.
La politica demografica fascista costituì per molti statistici italiani un’occasione per svolgere un ruolo di rilievo nell’interlocuzione con quella parte delle burocrazie tecniche e del corpo politico che cercavano nel metodo statistico un sostegno scientifico alle politiche del regime.
Tagliacarne partecipò, insieme ad altri, alle numerose iniziative che si svilupparono in quegli anni. Convinto che un contributo alla politica del governo potesse essere fornito in modo efficace da statistici e demografi in quanto ‘corpo tecnico’, piuttosto che sulla base di apporti individuali, tra il 1935 e il 1936 avviò dalle pagine della rivista Barometro economico italiano, una discussione sulla proposta di costituzione di una associazione nazionale degli statistici sul modello della British royal statistical society, da collocare presso la sede dell’ISTAT. Nel novembre del 1938 Tagliacarne, insieme a Livi, Pierpaolo Luzzatto Fegiz e altri statistici ed economisti a lui vicini, entrò a far parte della Società italiana di demografia e statistica (SIDS) che nasceva dalla trasformazione del Comitato di consulenza per gli studi sulla popolazione (CCSP), impegnato dal 1937 in analisi ed elaborazioni per l’Ufficio demografico centrale presso il ministero dell’Interno.
Nel 1935 Tagliacarne e Livi avevano fondato, inoltre, un Centro di consulenza e studio per la statistica aziendale, presso l’Università di Firenze, sotto il patrocinio dell’Ente italiano per l’organizzazione scientifica. I due statistici, convinti sostenitori della necessità di stimolare gli studi sui caratteri del mercato, miravano a formare una nuova leva di dirigenti d’azienda, dotati di strumenti tecnico-scientifici adeguati a gestire le imprese con una maggiore consapevolezza degli impatti economici e sociali delle politiche aziendali assunte. Nel 1938, con la pubblicazione di Vendere, primo manuale statistico per le ricerche di mercato, impostato come un repertorio di informazioni quantitative sui caratteri strutturali dei mercati italiani, Tagliacarne e Livi inaugurarono un approccio alle ricerche che consentiva di superare, almeno nella prima fase investigativa, la mancanza delle interviste dirette.
Partito volontario per la seconda guerra mondiale e prigioniero fino al 1946 in un campo inglese in India, dove conobbe il matematico Giuseppe Pompilj, al quale sarebbe rimasto legato per tutta la vita, Tagliacarne ebbe modo di organizzare attività formative all’interno del campo di detenzione. Al rientro in Italia riprese a condurre un’intensa attività scientifica e tecnica collaborando con il mondo accademico, le riviste e le organizzazioni di cui aveva fatto parte.
Dal 1951 iniziò a lavorare alla costruzione degli indicatori del reddito del settore privato e della pubblica amministrazione, pubblicando dal 1952 il Calcolo annuale di reddito per province e regioni. Gli aggregati utilizzati per la costruzione del ‘valore aggiunto’ del processo di produzione rappresentavano, in quegli anni, la base statistica per l’elaborazione dei conti nazionali pubblicati dall’ISTAT, secondo il sistema di classificazione introdotto dalle Nazioni Unite per la prima volta nel 1953 (SNA53).
Tagliacarne pur considerando il reddito così calcolato, nel solco degli studi avviati da Benedetto Barberi già nel 1937, un metodo ‘realistico’ di rappresentazione del prodotto di un Paese riteneva tuttavia che non fosse sufficiente a rappresentarne le peculiarietà regionali e provinciali. Le statistiche che pubblicò nel corso degli anni a seguire, pertanto, mirarono a disegnare quadri socioeconomici regionali utilizzando, tra gli altri, metodi impiegati già in ambito demografico. La pubblicazione, nel 1954, delle Variazioni territoriali dello stato economico tra il 1938 e il 1952 in Italia e in altri paesi costituì, in tal senso, una prima sistematizzazione delle ricerche condotte in quegli anni, seguita da 260 aree economiche in Italia, del 1966.
Nel giugno del 1948 Tagliacarne entrò a far parte del primo Comitato di direzione della rivista della Banca nazionale del lavoro, Moneta e credito, diretta dall’economista Luigi Ceriani, responsabile dell’Ufficio studi dell’istituto. Insieme ad altri economisti, tra cui Gino Bolaffi, Guido Carli, Pasquale Saraceno, Tagliacarne condivise l’orientamento della rivista sulle questioni finanziarie e monetarie italiane analizzate all’interno del contesto internazionale. Grazie alle relazioni scientifiche e accademiche, costruite soprattutto negli anni tra le due guerre, riuscì a introdurre nella rivista studi mirati ad approfondire questioni di statistica economica e di demografia chiamando a collaborare, tra gli altri, Giuseppe de Meo, Nora Federici, Corrado Gini, Stefano Somogy. Autore di più di venti saggi tra il 1949 e il 1970, Tagliacarne curò annualmente per la rivista il Calcolo del reddito del settore privato e della pubblica amministrazione nelle province e regioni d’Italia con indici di alcuni consumi e del risparmio bancario e postale. Sempre in quegli anni, ma con un’attenzione alla congiuntura economica, aveva iniziato a dirigere il periodico Sintesi economica (dal 1948).
La costituzione, nel 1954, dell’Associazione italiana sviluppo marketing (AISM) rappresentò, nella carriera scientifica di Tagliacarne un passaggio di particolare rilievo poiché coniugava l’ambizioso progetto di formare una classe dirigente imprenditoriale moderna con la conoscenza profonda del sistema produttivo italiano.
La creazione dell’AISM costituiva, del resto, il risultato di un lungo lavoro di ricerca e di formazione avviato negli anni Trenta e culminato in una pubblicazione del 1951 dal titolo Tecnica e pratica delle ricerche di mercato.
Tra i primi in Italia a introdurre negli ambienti produttivi e commerciali la scientificità del metodo delle ricerche di mercato, fondato almeno in quella fase sull’evidenza delle analisi statistiche, Tagliacarne sostenne – nelle lezioni tenute fin dal 1938 al Politecnico di Milano – la necessità di superare quella mera cultura del ‘fiuto’, come da lui stesso definita, che accompagnava le scelte della gran parte degli imprenditori italiani. Era consapevole, tuttavia, che gli strumenti forniti ai dirigenti d’azienda moderni si collocavano in un contesto in cui le indagini di mercato erano scarsamente diffuse, in parte per i profili strutturali del sistema produttivo italiano, connotato da scarsa concorrenza e dalla presenza di cartelli interni, in parte per le politiche protezioniste internazionali che rendevano gli imprenditori sostanzialmente indifferenti a conoscere i mercati in cui operavano.
Accolto positivamente qualche anno più tardi, nel 1954, dal Comitato nazionale per la produttività presso l’Organizzazione europea di cooperazione economica (OECE) il ‘metodo’ Tagliacarne fu successivamente integrato con il sondaggio d’opinione, che in quegli anni in Italia veniva impiegato specificamente nell’ambito radiotelevisivo. Pubblicato dal Comitato con il titolo Che cosa sono e a che cosa servono le ricerche di mercato, il nuovo manuale di ricerche divenne uno strumento indispensabile per la diffusione degli strumenti di marketing aziendale in Italia e all’estero.
Sempre nel 1954 fu incaricato di presiedere la prima missione italiana negli Stati Uniti per la conoscenza del sondaggio di mercato e del marketing americano promossa dal Foreign operations administration (FOA), dal Comitato nazionale per la produttività e dal Comitato interministeriale per la ricostruzione con la collaborazione della Doxa.
L’attività di indirizzo e coordinamento dell’AISM, con la costruzione di relazioni intense con l’American marketing association e con le altre istituzioni omologhe che si andavano costituendo in diversi Paesi occidentali, la collaborazione scientifica con George Gallup, l’ampio programma di divulgazione delle analisi di mercato, avviato inizialmente presso l’ISTAT e gradualmente introdotto presso le maggiori università del Paese, la direzione dal 1955 della rivista Studi di mercato caratterizzarono completamente l’attività di Tagliacarne nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta imponendolo come riferimento, quasi esclusivo, nel settore del marketing. Eppure, nel mondo della produzione e soprattutto della distribuzione italiana continuava a permanere, da parte degli imprenditori, una forte diffidenza nei confronti dei nuovi metodi di analisi. Le basi per conseguire un radicamento dell’insegnamento della ‘tecnica delle ricerche di mercato’ erano però ormai costituite, come mostravano i numerosi corsi tenuti dagli statistici ed economisti associati all’AISM, oltre che presso la Bocconi e il Politecnico di Milano, nelle università di Trieste, Pisa, Firenze, Napoli, Cagliari, Messina. Il progetto formativo di Tagliacarne, pertanto, proseguì e si diffuse soprattutto tra le imprese di maggiori dimensioni quali Motta, Olivetti, La Rinascente che, pur organizzando al proprio interno le attività di marketing, stabilirono di formare i propri quadri presso l’Associazione. Gli anni che seguirono videro Tagliacarne impegnato ancora a lungo nell’attività scientifica con collaborazioni presso l’ISTAT e la SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), ma soprattutto come giornalista economico per numerose testate, tra cui La Stampa, Il Sole 24 ore, Mondo economico.
Morì a Roma il 10 aprile 1979.
Opere. Oltre a quelle citate, Contributi e comportamenti delle regioni d’Italia in guerra, in Metron, II (1923), 4, pp. 752-764; Semiologia economica e barometri economici, Milano 1947; Guida statistica per le indagini di mercato (in collaborazione con L. Livi), Roma 1957; Conti regionali. Possibilità e prospettive, Roma 1968; Atlante delle aree commerciali d’Italia, Milano 1974.
Fonti e Bibl.: Per una ricostruzione della bibliografia degli scritti si vedano, G. T. Una vita da pioniere, a cura di E. Farneti - G. Marbach, Roma 2001 e Scritti in onore di Guglielmo Tagliacarne editi a cura dell’Istituto di statistica economica, Facoltà di scienze statistiche, demografiche e attuariali dell’Università di Roma, Roma 1974; gli studi sulla storia della statistica in Italia tra Ottocento e Novecento consentono di ricostruire, anche se in modo non sistematico, il contributo fornito da Tagliacarne allo sviluppo delle analisi economiche e di mercato: Statistica ufficiale e storia d’Italia. Gli «Annali di statistica» dal 1871 al 1997, Roma 2000, ad ind.; S. Rinauro, Storia del sondaggio d’opinione in Italia, 1936-1994, Venezia 2002, ad ind.; A. Roncaglia, Moneta e credito. Storia e prospettive di una rivista, in Moneta e credito, 2008, vol. 61, nn. 241-244, pp. 3-36; D. Cocchi - G. Favero, Gli statistici italiani e la “questione della razza”, in Le leggi antiebraiche del 1938, le società scientifiche e la scuola in Italia, Roma 2009, pp. 207-235; J.-G. Prévost, Total Science. Statistics in liberal and fascist Italy, Montreal 2009, ad indicem.