ZORZI, Guglielmo
Commediografo, nato a Bologna il 1° febbraio 1879. Ha portato sulla scena delicati motivi psicologici in contrasto tra loro, sviluppandoli in toni minori: da una parte, una superiore nobiltà d'animo, incarnata nel personaggio principale, di solito una donna, e attuantesi in una vita di dedizione e di sacrifizio dissimulati e perciò mal compresi; dall'altra, un egoismo, che non è malvagità, che ignora, anzi, sé stesso, mentre trascura, per i proprî diritti di vita, i diritti degli altri, finché, avvedendosene, non cerca di riparare col suo sacrifizio al dolore cui ha dato cagione. È, come può vedersi da questo schema, che si può dire costante nelle sue opere, una bontà e un mondo un po' di maniera; ma il tono di malinconica comprensione, che si trova diffuso in tutte le opere drammatiche dello Z., è di una fine umanità. Ha curato anche soggetti cinematografici.
Opere: I tre amanti, dramma; Ave Maria, dramma in un atto; L'opera mia, commedia in un atto (Rocca San Casciano 1918); In fondo al cuore (Milano 1924); La vena d'oro (Firenze 1925); La vita degli altri (ivi 1926); Le due metà (ivi 1926); Allegretto ma non troppo (ivi 1928); La dama bianca (ivi 1933, in collaborazione con Aldo De Benedetti); La resa di Titì (ivi 1934, con lo stesso collaboratore).