Guiana
(XVIII, p. 237; App. II, i, p. 1172; III, i, p. 800; IV, ii, p. 123; V, ii, p. 542)
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Popolazione e condizioni economiche
Nel 1998, secondo una stima, gli abitanti ammontavano a 850.000 unità, cifra inferiore a quella calcolata per la fine degli anni Ottanta; ma probabilmente il decremento è solo apparente e dovuto a una sopravvalutazione dei dati precedenti. La popolazione si addensa soprattutto lungo la fascia costiera ed è composta per circa la metà da immigrati indiani, per il 36% da Neri e poi da Mulatti, Amerindi, Meticci. La città di gran lunga più importante è la capitale, Georgetown, che ospita circa un terzo della popolazione complessiva, seguita, a notevole distanza, da Linden e New Amsterdam.
La crisi economica, manifestatasi nella seconda metà degli anni Settanta e proseguita per l'intero decennio seguente (tra il 1980 e il 1988 il PIL è sceso, in termini reali, del 2,2% annuo), in larga parte determinata dalla caduta dei prezzi internazionali dei principali beni d'esportazione, ha spinto il governo ad adottare severe misure di austerità e un programma di riforme strutturali, nel tentativo di richiamare nuovamente, mediante privatizzazioni, capitali esteri nei principali comparti produttivi. A tale strategia si è affiancato un intenso processo di industrializzazione, con lo scopo di esportare merci con più elevato valore aggiunto e non soltanto materie prime o prodotti agricoli. Produzione dello zucchero e lavorazione della bauxite sono le attività in cui prioritariamente si sono concentrati gli investimenti.
A partire dalla prima metà degli anni Novanta, nonostante il debito estero si sia mantenuto a livelli piuttosto elevati, il PIL è tornato ad aumentare; tale tendenza è andata consolidandosi nel tempo (+5% nel 1995; +7,9% nel 1996) così da rendere meno precarie le prospettive di sviluppo del paese.
Le attività del settore primario rimangono le più importanti. L'agricoltura è basata sulle colture della canna da zucchero e del riso; la pesca consente una buona esportazione di gamberi; le foreste assicurano una produzione annua di circa 180.000 m³ di legname. L'estrazione mineraria fornisce oro, diamanti e soprattutto bauxite, che, malgrado abbia registrato un notevole calo, passando da oltre 3 milioni di t annue negli anni Settanta a 2,1 milioni nel 1995, continua ad assicurare una consistente quota delle esportazioni.
bibliografia
D. van Eeuwen, Y. Pizetty-van Eeuwen, Caraïbes-Amérique centrale 1980-90. Caraïbes insulaires et Guyanes, Aix-en-Provence 1991; M. Pelling, Participation, social capital and vulnerability to urban flooding in Guyana, in Journal of international development, 1998, 4, pp. 469-86.
Storia
di Alfredo Romeo
Al potere ininterrottamente dal 1964 al 1992, il People's National Congress (PNC), espressione della popolazione di origine africana, non fu in grado di edificare quella società socialista e 'cooperativistica' prevista dalla Costituzione del 1970, né di migliorare i rapporti tra le varie componenti della popolazione, caratterizzandosi piuttosto per i tratti autoritari del suo governo e per l'adesione, dalla metà degli anni Ottanta, ai modelli dell'economia di mercato. A tali modelli si è adeguato, una volta giunto al potere, anche il People's Progressive Party (PPP), espressione della comunità di origine indiana, abbandonando la sua originaria ispirazione marxista.
Più volte rinviate (il mandato parlamentare era scaduto dal dicembre 1990), le elezioni legislative dell'ottobre 1992 segnarono la storica sconfitta del PNC guidato da H.D. Hoyte: grazie all'alleanza con un movimento denominato Civic, espressione soprattutto di interessi imprenditoriali e professionali, dalle urne uscì vittorioso il PPP, il cui segretario generale, C. Jagan, assunse la presidenza della Repubblica. Chiamato al ruolo di primo ministro S. Hinds, leader del Civic, Jagan riprese la politica avviata dall'amministrazione precedente a metà degli anni Ottanta, volta a ridurre l'intervento statale nella vita economica e ad ampliare quello privato, a incentivare l'afflusso di capitali dall'estero e a privatizzare le imprese di Stato. Furono quindi confermate le politiche di aggiustamento strutturale, adottate su pressione dei creditori internazionali dal precedente esecutivo, ma si cercò di attenuarne l'impatto negativo sulla popolazione con alcuni correttivi che salvaguardassero l'accesso ai servizi sociali essenziali.
Tale politica, e il tentativo di porre termine alla tradizionale discriminazione nei confronti della componente amerindia della popolazione (soprattutto mediante la creazione di un ministero ad hoc), consentirono al PPP di mantenere un alto livello di consenso, che fu confermato dall'esito delle elezioni amministrative svoltesi nell'agosto 1994 (le prime di questo genere dal 1970), alle quali peraltro il PNC si presentò indebolito da una scissione subita all'indomani della sconfitta del 1992. Sul piano delle relazioni internazionali, nel 1995 la G. aderì al Trattato di Tlatelolco sulla non proliferazione delle armi nucleari in America Latina. Per quanto riguarda le annose dispute territoriali con i confinanti Suriname e Venezuela, pur non sfociando in vere e proprie crisi, esse hanno continuato a determinare nel corso degli anni Novanta occasionali peggioramenti nei rapporti reciproci.
Nonostante la scomparsa del suo anziano leader nel marzo 1997 (morto a New York per un attacco di cuore e sostituito da Hinds come presidente provvisorio), il PPP, sempre in coalizione col movimento Civic, riuscì a imporsi nelle elezioni legislative del dicembre 1997, in seguito alle quali divenne capo dello Stato J. Jagan, moglie dello scomparso presidente. Il PNC rifiutò di riconoscere l'esito delle consultazioni, a suo giudizio manipolate dall'esecutivo, e organizzò una serie di manifestazioni di protesta che, assunto un carattere violento, furono represse dall'esercito. Soltanto nel gennaio 1998, grazie alla mediazione della CARICOM (Caribbean Community and Common Market), fu possibile raggiungere un compromesso in base al quale i responsabili dei due principali partiti si impegnarono ad accettare le conclusioni di una commissione d'inchiesta sulle elezioni, nominata dalla stessa CARICOM. Tuttavia nuovi disordini si verificarono a partire dal giugno 1998, dopo che la commissione si era pronunciata per la regolarità delle elezioni contestate. Solo una nuova mediazione della CARICOM rese possibile la ripresa dei colloqui tra i due partiti e nel gennaio 1999 fu raggiunto un accordo per le riforme istituzionali.
bibliografia
R.R. Premdas, Ethnic conflict and development. The case of Guyana, Aldershot-Brookfield (Vt.) 1995; J.N. Singh, Guyana. Democracy betrayed, Kingston 1996.